Un gioco rilasciato in sordina, sintomo di un apice da cui si è scesi man mano. Asterix e Obelix mantengono sempre il loro fascino indiscutibile sin dal primo capitolo della serie XXL, pubblicato nel lontano 2003. Il tentativo di riproporre questo famoso duo tratto dall’universo di film e fumetti riesce sì, ma non privo di qualche neo. Dal 21 novembre scorso tornano i due Galli con Asterix & Obelix XXL 3: The Crystal Menhir, disponibili su diverse piattaforme e di cui abbiamo testato la versione per PS4.
Oscuri presagi
I due eroi diventano ancora una volta protagonisti di avventure che però non riescono ad avvicinarsi a un obiettivo dettato da meraviglia e ispirazione come i prodotti precedenti, non riuscendo dunque a stupire i giocatori, complice la mancanza di tempo e denaro (o forse anche reale desiderio e creatività?) per sviluppare questo titolo. Le intenzioni erano quelle di proporre una variazione sul tema senza uscire troppo dal seminato, dando vita a una nuova avventura dinamica che vede il ritorno dei due Galli, di ritorno sulle piattaforme dopo anni e anni dalla loro ultima apparizione. Ma cosa succede quindi in questo nuovo capitolo? La narrazione ricalca una struttura già vista nei precedenti capitoli della serie, senza dunque particolari tratti originali: i nostri valorosi combattenti vengono incaricati dal druido Panoramix in una missione di recupero il Menhir di Cristallo, l’unica, enorme pietra in grado di fermare le minacce che aleggiano sulle teste del popolo gallico previste dalla sacerdotessa di Thule, meglio nota come Hella Finidrir. Le cose si mettono male proprio quando Hella viene rapita dai nemici giurati, i Romani, e chiaramente ci toccherà trarla in salvo.
Dalla trama si evince un’originalità davvero latitante e ai minimi livelli, e non dobbiamo aspettarci prestazioni superiori sul comparto tecnico e di level design. Come anticipavamo, i comandi sono parzialmente variati rispetto a quanto eravamo abituati a vedere: partiamo dalla telecamera, posizionata ad angolo fisso per una visuale isometrica non sempre comodissima nella visualizzazione del campo di gioco. In questo modo, notiamo come Asterix e Obelix siano limitati dalla percezione della profondità e dal sistema di movimento. Ognuno dei due personaggi possiede movimenti e mosse speciali personalizzate e uniche, ma nessuno dei due potrà saltare, a differenza dei capitoli precedenti. Asterix riesce a passare in piccoli spazi, mentre Obelix sfrutta stazza e forza in altri ambiti.
Un gameplay non al massimo del suo potenziale
In questo gioco, le parti di gameplay sono ben miscelate tra esplorazione e platform, vagando tra livelli spesso popolati da Romani nei loro accampamenti, e non solo, e altri nemici con cui scontrarsi. Nelle diverse aree dobbiamo mettere alla prova tutte le varie azioni che i due eroi possono compiere, senza dimenticare di dover cercare strade segrete o evitare trappole dettate da elementi naturali. In questo modo, potremo scoprire tutte le zone nascoste dei livelli e i loro tesori, come caschi romani, allori dorati, dadi o ossa che migliorano le prestazioni del cane Ideafix, nostro fido compare abbastanza utile, ma non sempre indispensabile ai fini del gioco.
In partita troveremo anche dei puzzle ambientali, di solito con l’obiettivo di attivare interruttori di vario tipo e che ci potrebbe costringere a utilizzare il magnetismo, uno dei poteri del cristallo. Non si tratta di un dettaglio particolare, purtroppo, ma solo un escamotage che differenzia la routine a tratti pedante del gioco. Ad aumentare il rischio di annoiarsi in partita ci sarà la totale assenza di boss o nemici molto forti; nemmeno l’avversario finale sarà sufficientemente impegnativo per toglierlo dal nostro percorso, ma consideriamo che tutto questo, purtroppo o per fortuna, durerà una manciata abbondante di ore, soprattutto se saremo bravi nello sconfiggere i nemici e risolvere puzzle.
Luci e ombre di due Galli in azione
Un gioco “banale” e quasi adatto a un benchmark di giocatori in erba, oseremmo dire: ai limiti della ripetizione in loop, non siamo avulsi dalla noia e per di più dovremo fare i conti con l’eventuale ripetizione di intere sezioni di gioco in caso di game over. Note dolenti che non promettono molto bene e non fanno gola. Perché dovremmo quindi dedicarci a questo tipo di titolo? Prima di tutto se siete appassionati dei due combattenti gallici, oltre che fan della serie. Non di meno, se siete alla ricerca di un gioco senza pretese e se siete interessati a vivere un’avventura in coop locale anche da single player: la collaborazione tra Asterix e Obelix è possibile anche switchando tra un personaggio e l’altro in qualsiasi momento, in modo da darsi una mano vicendevolmente e buttarsi in una sorta di beat’em up, facendo strage di frotte di nemici senza parecchie tecniche da applicare e nessuna strategia particolare da mettere in atto.
Tecnicamente parlando, Asterix & Obelix XXL 3: The Crystal Menhir gode di alti e bassi. Da un lato, abbiamo un gioco parecchio colorato e dalla grafica curata, pienamente soddisfacente e con un gusto artistico in linea con gli standard originali, dando luogo a un’esperienza godibile e pregevole. D’altro canto però, la situazione tecnica mostra un po’ il nervo scoperto di questo gioco: non è raro incappare in qualche calo di fotogrammi, oltre che aver notato diverse imprecisioni nei sottotitoli dei dialoghi, dove ci sono imperfezioni tra lettere maiuscole e qualche sbavatura. Il comparto sonoro invece offre una serie di musiche ben amalgamate con l’avventura e adatte alle situazioni di gioco, per quanto però non vi siano brani o melodie memorabili nel complesso.
Asterix e Obelix XXL 3: The Crystal Menhir perde diversi punti se confrontato con i suoi due predecessori: il lavoro diOsome è da un lato volutamente differente, a metà tra lo stacco dai canoni passati e il mantenimento di una sensazione di famigliarità in alcune meccaniche di gameplay. Il gioco è a tratti sicuramente divertente, specialmente in cooperativa locale, ma non possiamo negare i difetti tecnici che ne minano la buona riuscita. Il prezzo budget e la passione dimostrata chiariscono diversi aspetti, al netto dei quali abbiamo comunque per le mani un gioco che sa divertire, ma come dicevamo, senza troppe pretese. Non è un tripla A, nemmeno un indie: “sa soltanto quello che non è”.