Non è ancora una notizia certa, anzi, ma Atlus potrebbe essere al lavoro su un nuovo Action game “Tripla A”. (Il termine “Tripla A” in realtà ha raggiunto una sorta di dualismo, visto che ha mutato il suo originale significato. In questo caso, lo intendiamo relativo alle spese da affrontare e al livello qualitativo a cui gli sviluppatori puntano.)
La fonte per adesso è quella di Gematsu, portale videoludico molto seguito in Giappone, e non solo. A quanto pare, è apparsa una ricerca di personale, per un lavoro che si occuperebbe di Animazione 2D e Concept Design relativi ad un action “High-end”. Non è ancora una notizia certa, sia chiaro, ma a tutto ciò si aggiunge il fatto che la richiesta venisse da Setagaya, proprio dove si trova la sede della Atlus a Tokyo. Inoltre, una volta che l’ad è diventato un post condiviso su centinaia di profili social, chi l’ha inserito ha anche fatto presto a rimuoverlo. Assieme ad un altro annuncio in cui si cercava un UI designer (interfaccia). Sospettoso, no?
Sappiamo che Atlus sta lavorando a “Catherine: Full Body“, ma non è sicuramente il caso da correlazionare all’annuncio sopracitato. Catherine non sembra sicuramente essere un “High-end action game”, così come non lo si sta certo iniziando a sviluppare da quest’anno. In sostanza, al 99% si può escludere l’idea che l’annuncio avesse a che fare con Catherine. Cosa che potrebbe rendere le cose ancora più interessanti, con un Giappone sempre più in ripresa e volenteroso di farsi vivo più saldamente anche in Europa e Stati Uniti. Come se il successo di Persona 5, o il segnale di Monster Hunter: World e dei suoi sviluppatori che non nascondono l’intento di “conquistare l’occidente”, non bastassero. Per dirne due, sia chiaro.
Sarà interessante vedere, nel caso questo non sia solo un mero rumour, come un’azienda specializzata in RPG classici si comporterà alle prese con un action da cui presumibilmente non ci si aspetterà poco. E dire che c’è chi provava a sostenere che il paese del Sol levante fosse invece paradossalmente al suo tramonto, perlomeno riguardo il settore videoludico. Gli ultimi 18 mesi non la pensano nemmeno lontanamente così.
Magari un’altra volta, caro occidente.