Uno dei (pochissimi) difetti riscontrati dai giocatori in The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stata l’assenza dei mitici dungeon che hanno reso famosa la serie. Sono vividissimi negli appassionati i ricordi delle ore passare a risolvere interminabili enigmi all’interno degli svariati livelli “sotterranei”. Molti, ritrovatisi davanti a dei “semplici” sacrari, hanno un po’ storto il naso.
Nintendo tuttavia difende la scelta fatta e gli stessi Eiji Aonuma e Hidemaro Fujibayashi si sono espressi in merito, spiegando la decisione di eliminare i tradizionali dungeon.
Nei passati titoli di Zelda, ogni dungeon era davvero lungo e poiché questo gioco (Breath of the Wild) aveva un’enorme estensione e quantità di luoghi da esplorare per trovare oggetti, abbiamo pensato alla questione dei sacrari sparsi per la mappa. Tuttavia siamo giunti a inserirne più di cento. Abbiamo quindi pensato che creare dei dungeon lunghi e impegnativi avrebbe comportato che i giocatori dedicassero molto tempo all’interno di questi. Quindi la soluzione è stata impostarne la durata per la risoluzione intorno ai 10 minuti.
Deciso questo, abbiamo pensato che forse per un gioco della saga non sarebbe stato sufficiente. Avrebbe eliminato l’elemento dungeon. Quindi abbiamo pensato di inserire dei dungeon più grandi, che alla fine sono risultati essere i Colossi Sacri.
Che ne pensate di questa spiegazione? Di certo la durata del gioco non è stata per niente inficiata dall’assenza di dungeon più profondi e impegnativi. The Legend of Zelda: Breath of the Wild resta uno dei giochi più sorprendenti di questo 2017, con o senza dungeon.