Brütal Legend. E’ con questo titolo che quest’oggi il sottoscritto darà il via ad una rubrica, (spero) settimanale, dove ogni volta si analizzerà un “vecchio” gioco, o comunque un disco non appena uscito. Possono essere capolavori della scorsa generazione (ps3 e Xbox 360) o di questa, ma non escludo anche recensioni di cartucce per DS o 3DS. Iniziamo alla grande con un videogioco ideato da Tim Schafer ( si, lo stesso di alcuni capolavori come Day of the Tentacle, Full Throttle, Grim Fandango e ovviamente i due The Secret of Monkey Island), ma questa volta l’autore statunitense non ha creato un’avventura grafica, bensì una vera e propria avventura piena di azione e… METAL!
Mi sto riferendo appunto a Brütal Legend, uscito nel lontano 2009 per PlayStation 3 e Xbox 360, ma che ho avuto modo di recuperarlo solamente qualche giorno fa. Vediamo se, dal mio punto di vista, è un titolo da recuperare assolutamente o se invece può essere tranquillamente trascurato.
Un Jack Black di qua e un Ozzy Osbourne di là
Parto con il dire che io non ascolto musica. Nessun genere. Niente pop, rock, metal, classica, niente di niente; io non conosco né autori italiano né esteri, sono proprio fuori da questo mondo. E non vi nego che entrare in un mondo come quello di Brütal Legend all’inizio mi rendeva ansioso. Perché dovete sapere che il caro Schafer ha reclutato un cast composto, per la maggior parte, da cantautori o musicisti di brani metal come i sopracitati Jack Black e Ozzy Osbourne, senza dimenticare diversi attori come Tim Curry e Jennifer Hale. Ma partiamo dalle basi. Brütal Legend è un action adventure con qualche accenno di strategia in tempo reale, ambientato in un universo fantasy basato sulla musica metal, dominato da demoni che hanno schiavizzato l’umanità. Una bella prospettiva, non credete? Il titolo parte con un video che ritrae il signor Black intento a cercare un disco, nella sezione “Metal Proibito“, che lui stesso dichiara essere “così raro che molti non sanno nemmeno che esista”. Trovato il disco, intitolato proprio Brütal Legend, si accederà al più stravagante menu che io abbia mai visto in un videogame. Tra le opzioni, prima di partire, ci chiederanno se vogliamo vedere sangue e smembramenti e sentire parolacce o se invece siamo bravi ragazzi che non intendono assistere a certe scene. Fatte le nostre scelte possiamo dare il via alla nostra avventura.
Iniziata una nuova partita vestiremo i panni di un certo Eddie Riggs (Jack Black) che lavora come rodie, ossia un tuttofare (ed un aggiusta tutto) per una band che non sopporta. Durante un concerto, per salvare il cantante, salirà sul palco e rimarrà infilzato da una trave. Una goccia del suo sangue cadrà sulla fibbia della cintura, unico ricordo che ha del padre, la quale risveglierà un demone infuocato, Ormagöden. che ucciderà l’intera band e riporterà il nostro alter ego indietro nel tempo. Appena svegliati saremo costretti a difenderci da un gruppo di druidi demoniaci utilizzando un’ascia il Separatore, e la nostra chitarra, Clementine. Poco dopo faremo conoscenza con una splendida, quanto letale, ragazza, chiamata Ophelia, che ci aiuterà a scappare da orde di demoni venuti ad ucciderci. Grazie alle abilità di rodie di Eddie, costruiremo una vettura, il Bolide (o Falciadruidi), con la quale uccideremo un verme gigante che ci sbarrava la strada. Dopo essere scappati la fanciulla ci porterà nel suo campo e qui entreremo in contatto con la maggior parte dei personaggi secondari che ci aiuteranno nel corso della storia: Lars, il capo della Resistenza, Lita, sorella di Lars e grande guerriera, ed infine Mangus, il rodie della banda. Da qui inizierà la nostra scalata per liberare l’umanità dalla schiavitù prima di Lionwhite e poi di doviculus. Dovremo reclutare un esercito, salvare donzelle, uccidere ragni (oltre che centinaia di demoni), e scoprire la vostra vera discendenza, ma tutto questo lo potete fare anche senza i nostri spoiler. Vi dico solamente che, seppur non essendo una trama piena di originalità o di colpi di scena da spaccamascella, vi saprà tenere incollati allo schermo fino ai titoli di coda e oltre, considerando che la parte migliore del titolo è sicuramente l’esplorazione di un mondo di gioco creato ad arte e perfettamente in linea con la volontà della produzione: un luogo che trasuda metal da ogni angolo.
Tra spada e ascia… meglio la chitarra
Se pensate a qualsiasi altro action (vedi i vari Devil May Cry, Bayonetta, God of War e via dicendo) troviamo i vari protagonisti alle prese con nemici sempre più grandi e terrificanti, che vengono puntualmente sconfitti da spade, coltelli o comunque armi più o meno convenzionali; ma chi tra voi può affermare di aver sconfitto un cavallo zombie cavalcato da un demone dell’Oltretomba che brandisce una falce, utilizzando una chitarra? Eddie lo può affermare. E’ infatti la nostra fidata Clementine la vera protagonista del gameplay in quanto è in grado, non solo di fulminare con la semplice pressione del tasto quadrato ogni avversario dentro il suo raggio d’impatto, ma soprattutto, eseguendo un piccolo e semplice assolo, ci aiuterà a richiamare moltissime abilità che variano dal richiamare il nostro Bolide, sciogliere la faccia dei nemici, costruire o riattivare diversi luoghi d’interesse sparsi nella mappa e contrassegnati grazie alla presenza di fiori rossi intorno alla zona. Nessun livello, niente punti esperienza, l’unico modo per migliorare il proprio personaggio è esplorare il mondo e trovare dei serpenti alati intrappolati da delle catene e liberarli, ogni dieci serpenti liberati il dio igneo Ormagöden vi concederà un potenziamento, oppure cercare degli altari che vi faranno imparare dei nuovi assoli. Tutto questo, unito alle missioni principali e secondarie (quest’ultime purtroppo molto ripetitive), vi farà collezionare la moneta di scambio, chiamata “Tributi di Fuoco“, la quale, entrando in una qualsiasi officina (capitanata dal nostro caro Ozzy Osbourne), vi permetterà di migliorare la vostra vettura o l’equipaggiamento di Eddie. Tutto qui? Ma non scherzate. Il grosso del titolo arriva proprio ora. Se molte missioni sono semplicemente organizzate sull’andare da un punto A ad un punto B uccidendo chiunque ci sbarri la strada, molte altre riprendono il gameplay dei giochi in tempo reale, ossia la presenza di due avamposti, uno nostro ed uno nemico, con l’obbiettivo di distruggere quello avversario. Tramite le frecce direzionali potremo impartire ordini al nostro esercito e, qualora vorremmo, potremo scendere in campo in prima persona per usare le nostre abilità con la chitarra ed aiutare le nostre truppe. Purtroppo però non è tutto oro quello che luccica e anche Brütal Legend non fa eccezione. La guida del nostro Bolide è veramente da dimenticare e purtroppo la sola trama principale vi farà giocare per solo 8/9 ore, raggiungendo la quindicina se deciderete (e sono sicuro che lo farete) di completare il titolo al 100% raccogliendo tutti i collezionabili (che vanno dalle musiche che potremo ascoltare durante le nostre scorribande al ritrovamento di statue che ci spiegheranno la mitologia del mondo prima del nostro arrivo) e il completamento delle missioni secondarie. Presente anche un comparto multiplayer ma credo che ormai sia abbastanza disabitato.
Il metal ha preso vita
Concludiamo la nostra recensione con l’aspetto meno riuscito di Brütal Legend, ovvero il comparto grafico. Per quanto riguarda la pura potenza del motore di gioco ci troviamo di fronte ad un titolo non proprio bello da guardare, con texture a bassa definizione (persino rispetto agli standard del 2009, GTA 4, Bayonetta, non vi dicono nulla?), un lavoro di motion capture non all’altezza, delle animazioni molto ben pensate ma abbastanza rozze, frame rate abbastanza ballerino, soprattutto in auto, pop up di diversi oggetti dello scenario e un riutilizzo dei modelli di alcuni nemici, soprattutto nella seconda metà del titolo. Fortunatamente le ambientazioni sono caratterizzate a regola d’arte, un character design che ha dello strepitoso (soprattutto per quanto riguarda Eddie e Mangus) ed una colonna sonora da oscar: più di 100 brani metal di diversi sottogeneri che sono sicuro abbia scelto Schafer stesso con l’aiuto della sua troupe. Insomma un lavoro un po’ lasciato al caso dal punto di vista della grafica, ma ambientazioni, personaggi e soprattutto musiche create e selezionate in maniera perfetta. Personalmente io spererei in un seguito, perché sono convinto che Tim Schafer e soci potrebbero creare un vero e proprio capolavoro, staremo a vedere. Vi ricordo che questo è solo il primo titolo di quella che vuole essere una rubrica settimanale o, al massimo, bisettimanale, dove andremo a riscoprire titoli della vecchia generazione, restate quindi sintonizzati su NaturalBornGamers.it.