Con un po’ di ritardo, causa presenza del sottoscritto al Lucca Comics and Games, anche io sono entrato nel folle mondo di Call of Cthulhu e, con non poca fatica, sono riuscito ad uscirne per raccontavi ciò che offre il titolo, tra pregi e difetti. Innanzitutto bisogna dire che Call of Cthulhu deriva dal Gioco di Ruolo cartaceo omonimo creato da Chaosium, una delle case editrice più antiche ancora in attività. E tale gioco è considerato il più famoso dell’intera società. Per questo Cyanide Studios aveva tra le mani una IP già conosciuta (almeno sotto il profilo cartaceo) ma con diverse libertà ludiche possibili. Call of Cthulhu poteva essere un FPS lineare, un GDR con combattimenti a turni o chissà cos’altro ed invece la SH ha creato un titolo investigativo con qualche meccanica da Gioco di Ruolo. Una scelta che non può essere messa in discussione in quanto è, per l’appunto, una scelta degli stessi sviluppatori. Se poi il risultato finale è quello che vi sto per raccontare non possiamo lamentarci poi troppo. Sicuramente non stiamo parlando di un capolavoro, ma si sa, la follia non porta mai a qualcosa di buono (o forse si).
I segreti di Darkwater
Il protagonista di Call of Cthulhu è l’investigatore privato, e veterano della Prima Guerra Mondiale, Edward Pierce. Richiesto precisamente il suo intervento in uno specifico caso, l’agente si imbarcherà per raggiungere Darkwater, una città fuori dal mondo che basava l’intero sostentamento sulla caccia alle balene. Dalla fine dello scorso secolo (siamo nel 1924) non si sono più trovati cetacei ma grazie alla famosa “Pesca Miracolosa” la città è sopravvissuta. Da qui avrà inizio la narrazione di Call of Cthulhu. Inizialmente, anche se per poco, sembrerà una banale trama, ma poi si inizieranno a scergere culti segreti, attività paranormali, incubi folli e, ovviamente, Déi Antichi. Non ho intenzione di spoilerarvi niente ma sappiate che gli amanti di Lovecraft avranno pane per i loro denti. Darkwater nascondi molti segreti da svelare ma starà a voi decidere come farlo e se crederci. Ogni scelta avrà delle ripercussioni, così come alcuni avvenimenti a cui assisterete, sulla vostra sanità mentale. Da ciò, ma non solo, otterrete la possibilità di avere da uno a quattro finali differenti. Un lavoro, quello dei ragazzi di Cyanide, sicuramente da premiare. L’ambientazione, l’alone di mistero (e curiosità) e la narrativa fanno il loro lavoro, il resto un po’ meno.
Un folle horror investigativo
Come già detto in apertura Call of Cthlhu si presenta con la veste da investigativo con qualche elemento da Gioco di Ruolo. Ovviamente, riprendendo vari temi lovecraftiani, si tratta di un horror psicologico, ma in alcuni casi sarà il giocatore a dover scegliere come agire variando, di conseguenza, il filone narrativo. Non ci saranno dei veri e propri risvolti di trama ma cambierà principalmente il numero di scelte nel finale. Quindi osservatevi bene intorno, cercate di parlare con ogni NPC, esaminate ogni oggetto e vedrete che la follia arriverà ma non vi distruggerà. Almeno non del tutto. Il titolo è diviso in quattordici capitoli, alcuni brevi altri più corposi. Ognuno di essi sarà ambientato in un determinato luogo. In totale dovrete impazzire per circa 7/8 ore, in base a quanto bene esplorerete.
Edward Pierce ha la facoltà di aumentare di livello i propri parametri da detective quali Fiuto, Forza, Psicologia, Eloquenza e Investigazione, più altri due rami (ossia Occulto e Medicina) che miglioreranno solo attraverso delle letture o degli oggetti presenti nei vari stage. In ogni dialogo, partendo da quello iniziale, sbloccherete varie linee “segrete” solo nel caso in cui avrete un livello sufficientemente elevato. Il massimo è 5 e acquisiremo esperienza dopo momenti specifici. Nulla di nuovo rispetto ad altre produzioni. In più bisogna dire che la possibilità di diversi approcci c’è ma non è ben sfruttata.
Un comparto tecnico folle
Qui non ci sono scuse. Call of Cthulhu presenta un comparto tecnico al di sotto di ogni aspettativa. Lo stile e l’Art Design ci sono (anche perché se avessero pubblicato un titolo basato sui racconti di Lovecraft senza uno stile riconoscibile probabilmente non ne staremmo neanche parlando) ma è tutto il resto che manca. Texture a bassa risoluzione, animazioni legnose e brutte da vedere, compenetrazioni ad ogni angolo e alcuni ma fastidiosi micro freeze ( su PS4 Pro). Molti volti sembrano realizzati in fretta e malamente, alcuni asset sono riutilizzati e c’è pure un effetto sgranato (presente anche in Vampyr) che può dar fastidio. Nessun calo di frame o crash del software perlomeno. Il doppiaggio in inglese è buono così come i sottotitoli in italiano, anche se non mancano alcuni scivoloni. Gli effetti sonori sono funzionali al gameplay e alla resa dell’ambientazione e dell’atmosfera, ma qualche volta risultano fuori posto e dimenticabili.
In conclusione Call of Cthulhu è un titolo imprescindibile per gli amanti del genere e per coloro che adorano la follia di Lovecraft e dei suoi Miti. Per tutti gli altri potrebbe essere un “bel” passatempo nel caso in cui doveste trovarlo scontato. Perché la follia ha un prezzo diverso per ognuno di noi, ma tutti, prima o poi, dovremo cascarci dentro.
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