Sicuramente ne avrete sentito parlare, ci rifiutiamo di credere il contrario. Gli auto battlers stanno spopolando dappertutto, e la loro popolarità è in continua crescita. Ma molti di voi, mentre stanno leggendo l’articolo, si staranno chiedendo cosa diamine sia un auto battler.
Presto detto. Vediamo nel dettaglio di cosa stiamo parlando, e quali sono i titoli di punta nel settore.
Il 4 Gennaio 2019, Drodo Studio rilascia una mod per Dota 2, il celeberrimo MOBA sviluppato da Valve, introducendo per la prima volta autochess. Nell’arco di poche settimane la mod ha raggiunto più di 100.000 giocatori, aiutando Dota 2 a risalire nelle classifiche di Steam per i giochi più giocati (1.000.000 di giocatori come picco).
Autochess è uno strategico a turni dove il giocatore potrà acquistare unità, gli eroi di Dota 2, da un gruppo casuale di cinque eroi proposti in maniera randomica che si posizioneranno su una scacchiera divisa in due parti – ognuna delle quali appartiene ad uno dei due giocatori in battaglia. Ogni turno si sfiderà uno degli altri sette giocatori nella partita con le pedine che abbiamo scelto, e l’ultimo che resterà in vita vincerà. Di battaglia in battaglia si ottengono soldi in base alle serie di vittorie o di sconfitte, e si guadagna interesse sulle monete che non abbiamo speso.
Non solo gli eroi hanno la loro mossa caratteristica, ma anche delle tribù di appartenenza; se si uniscono sulla scacchiera campioni della stessa tribù si otterranno potenti bonus che ci permetteranno di sfruttare al meglio le caratteristiche dei vari personaggi (assassini, cavalieri, maghi ecc.). Non combatteremo sempre contro gli altri giocatori, ma a volte ci imbatteremo in servitori e mostri della giungla di Dota 2, che ci daranno vari oggetti a patto di essere un po’ fortunati. Gli eroi che acquistiamo saranno inizialmente deboli, ma potremo potenziarli combinandoli con altre copie dello stesso personaggio (rendendoli più forti e più belli!) e potenziare così la nostra armata.
L’inizio della corsa agli auto battlers.
Drodo Studios ha voluto creare la sua edizione stand-alone del titolo ideata inizialmente su mobile. Quando è arrivato il momento di effettuare la versione per PC, ha scelto il palco dell’E3 per annunciare la collaborazione esclusiva con Epic Games.
La settimana dopo abbiamo assistito ad un sorprendente e tempestivo annuncio, con conseguente rilascio di Dota Underlords, l’auto battler di Valve, tutt’ora in Open Beta e scaricabile da Steam qui. È inoltre disponibile sul market di Android a questo indirizzo e su quello IOS.
La Valve ha mantenuto le stesse meccaniche di gioco (e gli eroi, visto che sempre di Dota 2 stiamo parlando), ma ha reso il gioco più adatto a chi si approccia per la prima volta a questo genere, inserendo un’enciclopedia dettagliata all’interno del gioco e dando al titolo un’interfaccia più intuitiva. Il sistema degli oggetti è stato assottigliato, facendoci scegliere un oggetto da una lista di tre o quattro dopo ogni volta che avremo combattuto contro i servitori, e diminuendo così l’impatto che la fortuna ha sul gioco.
Poco dopo l’uscita di Dota Underlords, Riot Games ha annunciato il suo auto battler, Teamfight Tactics, che al momento sta spopolando su Twitch con più di centomila visualizzazioni ogni giorno.
Questa volta vedremo le unità di League of Legends sulla scacchiera, e non è l’unica novità; molte meccaniche sono cambiate, dando una maggiore enfasi agli oggetti e aggiungendo una nuova fase di gioco, “il carosello” (come ci piace chiamarlo) in cui otto unità casuali equipaggiate con un oggetto gireranno al centro della mappa dandoci la possibilità di prendere quella che vorremo. Questo, se saremo più veloci degli altri giocatori!
Come si può spiegare il successo di questo genere?
Secondo noi, vari sono i motivi che stanno spingendo in alto gli auto battlers. Di fatto, stiamo vivendo un momento di stallo nel mondo videoludico, e questo genere è sicuramente una boccata d’aria fresca. Uno dei meriti del loro successo è l’approccio strategico che il genere richiede per poter arrivare alle fasi finali con qualche speranza di portare a casa la vittoria, dato che sprecare monete porta quasi sempre ad una amara sconfitta. La componente fortuna è importante all’interno di tutti i titoli sopracitati, ma anche la capacità di adattarci alla sua assenza non è da sottovalutare. Ed è proprio quest’ultima in particolare a rendere il gioco così appagante nei momenti in cui riusciremo a vincere nonostante le peripezie, completando una scalata partita dal fondo della classifica. questo perché anche un giocatore che si dovesse ritrovare tra gli ultimi potrà sperare di ribaltare la situazione, adottando improvvisamente un’altra strategia o avendo un’economia ottimizzata.
Il ruolo della fortuna in questo genere ci ricorda un po’ i giochi di carte, come Hearthstone (tanto per citarne uno); ed è proprio da qui che gli streamer più famosi su Twitch provengono. Una buona fetta di giocatori di giochi di carte online si sta “trasferendo” verso gli auto battlers per colmare il vuoto che oramai Hearthstone, da caposaldo del genere, sta lasciando nella community.
E voi lettori cosa ne pensate? Se è la prima volta che sentite un termine come Autochess e siete incuriositi, lo proverete? Fatecelo sapere con un commento qui sotto!
Articolo Scritto in collaborazione con Simone Corso
Webdesigner, Webmaster e Grafico di Naturalborngamers. Videogiocatore da sempre. Appassionato di strategici, MMO, TCG, e giochi competitivi. Ha avuto quasi tutte le console e continua anche oggi, pur sommerso dagli impegni, a portare avanti la sua passione. E’ convinto che un titolo, per conquistare il mercato, non ha bisogno di avere qualitá tecniche esagerate; basta avere una sola caratteristica: il divertimento.