Sono passati sette anni dall’uscita di Dark Souls, un titolo che ha creato un nuovo genere nel mondo videoludico, i cosiddetti souls-like. Era solo questione di tempo, quindi, prima che qualcuno riprendesse in mano questo capolavoro per riportarlo sui nostri schermi. Oggi, infatti, andremo ad analizzare Dark Souls Remastered, riedizione del primo, storico, capitolo ideato da Hidetaka Miyazaki, disponibile per PC, PS4 ed Xbox One.
Tengo a precisare che questa non sarà una recensione del gioco Dark Souls, in quanto quest’ultima la potete trovare sul nostro sito, bensì sarà una panoramica sui pregi e difetti di questa rimasterizzazione e a chi è consigliato l’acquisto, considerando il prezzo di vendita ed altri fattori. Dopo questa premessa siamo pronti a buttarci nella recensione di Dark Souls Remastered.
Pro della remaster
Come già detto questa non sarà una normale recensione, si può quasi definire come un consiglio all’acquisto, in quanto vorrei palesarvi i pro ed i contro che il titolo si porta appresso. Non sarà, quindi, divisa in “trama, gameplay e grafica”, ma andrà a specificare quello che un utente, il quale ha già giocato il titolo su PlayStation 3, ha trovato come difetti e come lati positivi.
Tra questi ultimi, il primo fattore che salta subito all’occhio è la presenza dei 60 fotogrammi al secondo. Può sembrare buffo e poco importante ma vi assicuro che ogni scontro svolto su Dark Souls Remastered risulta dieci volte più appagante rispetto che affrontarlo sulla versione base. Il sottoscritto ha giocato (o meglio sta ancora giocando) su PS4 Pro, ma, dalle informazioni che abbiamo ricevuto, su tutte le piattaforme (quindi anche PS4 “liscia” ed Xbox One) non sono presenti vistosi cali di frame. Poter vivere la Città Infame senza rallentamenti è un qualcosa di incredibile, ma non può valere da solo l’intero prezzo del biglietto.
Un altro miglioramento è stato fatto sul fronte dell’online, con server dedicati ed una migliore gestione delle invasioni in generale. Adesso è molto più difficile trovare dei giocatori che si teletrasportano o che compiono i famosi attacchi “wi-fi”, ma sono ancora presenti i bug del suono, ovvero quando sembra che il proprio alter ego o il nemico sia riuscito ad affondare un attacco (grazie al caratteristico suono) ma che in realtà non è così.
Infine stiamo comunque parlando di un capolavoro che tutti devono provare almeno una volta nella vita se si definiscono veri videogiocatori. Dark Souls è una di quelle pietre miliari della scorsa generazione che ha creato un genere e che, anche grazie alla sua definizione di “gioco difficile”, è riuscito a costruirsi una nicchia (non più tanto piccola) di veri appassionati.
Ultima nota è il fatto che gli sviluppatori abbiano aggiunto la possibilità di utilizzare più consumabili contemporaneamente: nel senso che potremo scartare ed assorbire anime, umanità o qualsiasi altro oggetto scegliendone la quantità, feature introdotta nei capitoli successivi. Nel capostipite della serie, infatti, eravamo costretti ad utilizzare un’umanità per volta od un’anima per volta, adesso invece, una volta premuto il comando azione, potremo deciderne il numero da utilizzare (questo accade anche quando ne abbiamo uno solo nell’inventario purtroppo).
Contro della remaster
L’aspetto più negativo presente in Dark Souls Remastered è sicuramente il comparto grafico. Nessuno di noi all’annuncio di questa riedizione si aspettava che i ragazzi scelti per realizzarla sarebbero andati ad utilizzare il motore grafico di Dark Souls 3, ma non ci potevamo aspettare nemmeno che avrebbero svolto il compitino e basta. Certo, hanno aumentato la risoluzione delle texture, sono migliorate le luci e gli shader e hanno abbellito le armature e gli scudi ma è tutto qui. Nessuna ombra dinamica, i soliti problemi di illuminazione (chi si ricorda il cambio repentino di colori passando dalle Profondità alla Città Infame?), la telecamera è sempre la solita nemica, gli alberi presenti nelle zone non accessibili sono sempre piatti, così come le texture degli edifici non raggiungibili. Palese il problema dell’engine quando, una volta sbloccato il trigger della Viverna sopra il ponte, si torne nella zona del boss del Demone Toro: fino ad un certo punto il nemico rimane visibile, ma poi scompare, testimone del fatto che all’epoca il motore grafico non riusciva a calcolare tutti quegli elementi. Ma adesso non ci sono più scuse, non si può vedere una cosa del genere. Insomma, da questo punto di vista ci si aspettava molto di più.
In secondo luogo non è presente nessun miglioramento nel gameplay e, in generale, nessun contenuto aggiuntivo. Non ci si aspettava di trovare nuove zone o nemici inediti, ma almeno l’aggiunta di poter indossare quattro anelli e non solo due (ovviamente con la meccanica del peso anche per questi ultimi). Così come avere la possibilità, una volta sbloccata, di teletrasportarsi ad ogni falò accesso e non solo ad alcuni specifici. Il problema di questo Dark Souls Remastered è di essere arrivato dopo due nuovi capitoli del brand e, di conseguenza, di dover essere paragonato a loro. Avrei preferito di gran lunga aspettare anche un anno di più, ma trovarmi tra le mani una remastered/remake che aggiungesse delle feature già introdotte nelle due incarnazioni successive, in quanto sarebbe stato più appetibile anche per coloro che avevano giocato solo il secondo ed il terzo capitolo.
Infine non si può che parlare del prezzo. Una remaster del genere venduta a 40€ (o a 20€ solo per coloro che hanno l’edizione Prepare to Die su Steam) non è ammissibile. Non è presente nessuna vera aggiunta, nessun contenuto e nessun problema presente nell’edizione passata è stato eliminato. La telecamera è sempre uno dei nemici principali, così come la grafica a dir poco deludente se paragonata ad altre remaster come la BioShock Collection.
In conclusione posso consigliare Dark Souls Remastered solo a coloro che non hanno mai potuto giocare alla versione precedente, per tutti gli altri: o siete dei veri fan che non vedono l’ora di tornare a solcare le zone di Lordran oppure potete tranquillamente lasciare il gioco sullo scaffale. Aspettiamo di vedere la versione Switch, sperando che questo capolavoro possa trovare una (vera) seconda giovinezza sulla console ibrida di casa Nintendo.
[review]