Il termine hack and slash inizialmente fu coniato per descrivere quei videogiochi, per lo più GDR, che ponevano particolare accento sul sistema di combattimento, in primis la serie Diablo. Successivamente finirono per includere anche videogiochi action, caratterizzati principalmente da un sistema di combattimento, basato su velocità e su combo, e da una serie di meccaniche orientate alla crescita del personaggio. Questa differente declinazione trovò il suo capostipite nel primo capitolo della famosissima serie di Devil May Cry, proprietà di Capcom.
Tuttavia le avventure di Dante & co. non sono state le uniche a godere di questa etichetta e tra i tanti prodotti ci si piazza anche la saga di Darksiders. Quest’ultima, arrivata lo scorso anno al terzo capitolo principale, si appresta ad accogliere un nuovo esponente, che fungerà da antipasto in attesa del quarto capitolo. Gli sviluppatori di Airship Syndicate, capitanati da Joe Madureira, creatore della serie, hanno dato vita a Darksiders Genesis. Il videogioco sarà un prequel della trilogia e perciò si posiziona cronologicamente prima degli eventi vissuti da Guerra in Darksiders. Questo nuovo titolo uscirà su PC e Google Stadia il 5 Dicembre mentre le versioni PS4, Switch e Xbox One arriveranno il 14 febbraio.
La discesa nell’Ade
In principio le razze di demoni, angeli, Nephilim (unione delle prime due) e umani vivevano in una situazione di pace, detta l’Equilibrio, vegliata dall’Arso Consiglio. Successivamente i Nephilim attaccano l’Eden, dimora della razza umana, per rivendicarla come propria, ma quattro di loro si ergono a paladini della giustizia e fermano la propria razza, sterminandola. A questo punto essi vengono insigniti dall’Arso Consiglio della carica dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse: è a questo punto che inizia la nuova avventura. L’ordine è stato ristabilito, gli umani hanno trovato una nuova casa, ma purtroppo per i Cavalieri non arriva ancora il momento di riposarsi. Segue che due di loro, Guerra e Conflitto, dovranno scendere negli Inferi ed indagare su un complotto, architettato da Satana in persona ai danni dell’umanità. Insomma la storia proposta presenta elementi narrativi già visti nella serie e in generale si può parlare più di contesto che di trama.
Difatti Darksiders Genesis non propone una narrativa forte e avvincente, nonostante non manchino scambi di battute tra i due fratelli che approfondiscono la trama e anche la loro personalità. All’atto pratico il gioco presenta una storia che arricchisce il contesto generale della serie e che è l’elemento d’input per affrontare l’esperienza proposta al giocatore. In questo modo si è spinti verso le modalità Campagna e Arena, le quali non hanno certo bisogno di presentazioni. Tuttavia va spesa qualche parola in più per la seconda, dato che la sua presenza può far aumentare esponenzialmente le ore di gioco. Infatti non si avrà un’unica Arena ma più di una, dove per ognuna si avrà un massimo di 10 ondate di nemici e una volta completata si otterranno punti, che sbloccheranno come ricompense oggetti particolari necessari ad acquistare i potenziamenti dei personaggi, citati più avanti nella recensione.
Un nuovo vecchio corso
Ebbene togliamoci subito un sassolino dalla scarpa: Darksiders Genesis è definibile come un action RPG/Hack and Slash isometrico. Tutti questi termini a indicare l’introduzione, nella “vecchia formula”, di alcuni elementi “alla Diablo“. In primis la visuale isometrica, la quale ha fatto storcere il naso a qualcuno e rappresenta il cambiamento maggiore rispetto ai vecchi titoli. Sebbene questa scelta non sia proprio snaturante, porterà il giocatore a litigare con la telecamera dato che può capitare che in alcuni punti non si vedano a schermo né nemici né personaggi. Sia chiaro, si tratta di un evento sporadico e dalla durata di qualche secondo, ma che può rompere la frenesia del combattimento. Di conseguenza si può subire danno senza che ciò sia veramente colpa di chi gioca.
Eppure ai vecchi fan basterà completare il tutorial per sentirsi comunque a proprio agio e ritrovare quel feeling che ha caratterizzato addirittura il primo capitolo. Questo perché lo stile estetico nella sua componente più fantasy, è stato riproposto a piè pari soprattutto nella costruzione di personaggi e ambientazioni. In realtà non avremo un’unica mappa condivisa con ambienti collegati tra loro, ma una serie di livelli indipendenti, singolarmente esplorabili. Ognuno di questi sarà raggiungibile da un hub centrale, il Vuoto, “casa” di Vulgrim, personaggio già presente nella saga. Infine il level design delle zone è intelligentemente strutturato per adattarsi al meglio alla frenesia dei combattimenti e all’esplorazione libera, anche se in alcuni casi dà vita a sezioni un poco spoglie.
Tutto ciò che luccica
Nell’esplorazione dei vari livelli sarà molto utile servirsi di una mappa accessibile da menù, la quale, seppure risultando semplice e stilizzata, aiuterà ad orientarsi meglio e a fare incetta dei collezionabili. Quest’ultimi, oltre a rompere una possibile monotonia con la loro ricerca, avranno diverse funzioni anche a livello di gameplay. Ognuno di essi all’interno della mappa sopracitata è associato ad uno specifico indicatore, il cui significato è riportato all’interno di una comodissima legenda. Tra i collezionabili presenti in game, particolari sono le “Chiavi dell’Inganno”, le quali vengono usate per sbloccare le serrature delle “Porte dell’Inganno”. Una volta aperte quest’ultime sarà possibile avere accesso a delle aree molto più ristrette delle principali, in cui sconfiggere nemici e raccogliere altri collezionabili. Naturalmente elementi di questo tipo influiscono sulla durata della Campagna, che può variare tra le 10, le 15 o addirittura le 20 ore.
Due Cervelli sono meglio di uno?
Il videogioco offre una modalità multiplayer online ed una a schermo condiviso in locale, nelle quali un giocatore controlla Guerra e l’altro Conflitto. Tuttavia non è stato possibile provare in anteprima la prima modalità dato che la condicio sine qua non, per accedervi, è l’essere amici su Steam ed avere entrambi il gioco. Al contrario era possibile usufruire del multiplayer in locale a schermo condiviso, anche se tale modalità al lancio molto probabilmente sarà usufruibile online. Questo sarà possibile grazie allo Steam Remote Play Together, dato che è indicato sulla pagina Steam il supporto a questa funzione. Ebbene questa aggiunta più che spingere il giocatore a rigiocare il titolo nella sua interezza, ha lo scopo di condividere il divertimento e la frenesia del gioco. In sostanza si dispone di un multiplayer quasi tradizionale, anche se l’uso dello schermo condiviso rende alcuni elementi di gioco più complessi (es. aprire gli scrigni).
Ci si ritrova in livelli che per struttura e nemici da battere sono piuttosto simili, se non identici, a quelli della campagna in singolo, ma con alcuni elementi che prevedono la cooperazione dei due giocatori. Uno su tutti, gli enigmi ambientali che se in singolo prevedono degli stratagemmi, come l’uso prima di un personaggio e poi dell’altro, in multiplayer principalmente richiedono il coordinamento dei due personaggi. In entrambe le modalità questi interagiranno con oggetti specifici e/o useranno le proprie abilità, ottenute proseguendo nella campagna, allo scopo di arrivare alla soluzione degli enigmi. Quest’ultimi presentano una difficoltà minore rispetto agli episodi meno recenti della serie, ma comunque abbastanza soddisfacente. Tuttavia, in alcuni casi, per risolverli sarà necessario aver sbloccato una determinata abilità che si ottiene in un capitolo successivo, portando il giocatore a rigiocare i livelli già terminati.
Sicuramente due è meglio di uno
Ovviamente mentre Conflitto, ultimo dei quattro cavalieri, rappresenta il nuovo, suo fratello Guerra incarna il passato della serie. Quest’ultimo fu protagonista del primo videogioco della serie e torna in questo prequel con la voce storica di Liam O’Brien. Tuttavia questa non sarà l’unica caratteristica a tornare assieme al personaggio. Infatti i movimenti, gli attacchi e le abilità sono fortemente inspirati al titolo di esordio della saga e utilizzare Guerra, porterà il fan storico a riscoprire sensazioni molto simili a quelle già provate. Lo scheletro del personaggio è assimilabile a quello di un classico tank: lento, devastante e dalla spiccata fisicità. I colpi inferti ai nemici lasciano il segno, anche se spesso nel combattimento ravvicinato si è vittime dei colpi avversari. Un aspetto che in realtà dovrebbe essere quasi scontato, ma delle volte, non sempre, si arriva a ricevere una buona quantità di danni senza rendersene conto a pieno.
Diversamente Conflitto, personaggio fino ad ora inesplorato in termini di gameplay, si presenta più agile, snello e pensato per attaccare dalla distanza, anche se non disdegna comunque il combattimento ravvicinato. Infatti, oltre ad un uso delle armi da fuoco, dispone anche di due attacchi fisici. Ad ogni modo la prima tipologia di armi risulta comunque più approfondita e caratterizzante tanto che, quando si impersona Conflitto, in basso sullo schermo sono riportati due indicatori, uno per le munizioni primarie e l’altro per le secondarie. Al di sotto di essi il gioco riporta una barra che, una volta riempita, permette di sparare colpi in rapida successione e/o dal danno più elevato. Chiude il quadro più generale delle capacità offensive di Conflitto la possibilità di mirare con l’analogico destro.
Ciò che li rende uno
Non si potrebbe definire questo gioco un vero e proprio Darksiders senza un sistema di potenziamento e di abilità del personaggio. In primis bisogna citare la possibilità di assegnare agli slot di una sorta di struttura ad albero, i nuclei delle creature incontrate. In questo modo si ottengono una serie di bonus, dei quali si può aumentarne l’effetto, migliorando il livello dei nuclei assegnati. Ognuno di questi ha un level-cap pari a tre e per livellarli sarà necessario ottenere un certo numero di nuclei identici a quello da potenziare. Allo scopo di ottenerli, il giocatore avrà a disposizione due metodi: il primo prevede di ridurre la vita della creatura di cui si vuole ottenere il nucleo sotto una certa soglia, per poi eseguire un’esecuzione brutale tramite apposito tasto. Differentemente il secondo porterà i giocatori ad acquistarli presso il mercante Vulgrim in cambio di anime e monete del traghettatore.
Sempre dal tenebroso mercante sarà possibile acquistare collezionabili, presenti anche nelle mappe, e potenziamenti per i nostri cavalieri. Si tratta di munizioni particolari, attacchi elementali, frammenti di pietre che aumentano la vita o il numero degli indicatori d’ira, quest’ultimi collegati a particolari attacchi. Ad affiancare Vulgrim nella vendita, ci sarà il demone Dis, da cui si possono acquistare, in cambio sempre delle anime e delle monete del traghettatore, potenziamenti che sbloccano una serie di combo. Ad affiancare quest’ultime negli ottimi combattimenti catartici sarà possibile, in una fase non troppo avanzata del gioco, riempire un’ulteriore barra. Quest’ultima una volta completa darà la possibilità ai due cavalieri di trasformarsi nelle loro rispettive versioni demoniache. Tale trasformazione sarà disponibile per un limitato lasso di tempo e conferirà una maggiore forza e potenza ai due personaggi.
Conclusioni
Darksiders Genesis ha fin da subito dato l’impressione di essere un titolo solido, che sancisce il ritorno a casa del suo creatore e soddisfa sotto certi aspetti gli appassionati della serie. Il proporre una visuale diversa, ossia quella isometrica, fornisce una sensazione di freschezza al videogioco senza snaturare gli elementi più tradizionali della vecchia formula ludica. Attenzione: non è assolutamente un titolo perfetto e, se devo enunciare qualche altro difetto, non posso tacere sulla presenza di sporadici bug. Non mi riferisco a nulla di davvero invalidante, ma comunque fastidioso, tanto che quelli riscontrati nella mia partita si risolvevano tornando al menù iniziale e ricaricando il salvataggio dal checkpoint. In sostanza, al netto delle sue debolezze, Darksiders Genesis rappresenta un punto di ripartenza per la serie piuttosto che un vero punto di arrivo.