Come promesso alla fine della recensione di Darksiders 2, anche se un po’ in ritardo rispetto al previsto, quest’oggi scopriremo pregi e difetti di Darksiders III. Primo (e per ora unico) titolo di quella che dovrebbe essere una quadrilogia ad essere nato su console della corrente generazione. Questo capitolo vede come protagonista il Cavaliere dell’Apocalisse Furia la quale, con la sua Frusta, dovrà catturare i 7 Peccati Capitali per conto dell’Arso Consiglio. Dopo questa premessa, vediamo se l’opera targata Gunfire Games (nuovo nome dell’ormai defunta Vigil Games) riuscirà ad essere all’altezza dei primi due.
Furia e la sua “umanità”
Darksiders III inizia nel bel mezzo del primo Darksiders, precisamente quando Guerra viene catturato dall’Arso Consiglio. Non preoccupatevi se non vi ricordate la presenza di Furia nella scena del primo capitolo, in quanto effettivamente non c’era. La SH ha sempliecemente deciso di “aggiungere” questo filone di trama per dare un compito anche al terzo Cavaliere, quello considerato più fragile e meno incisivo. Il compito della guerriera, del resto, risulta semplice: rintracciare i 7 Peccati Capitali che sono scappati sulla Terra, sconfiggerli e catturarli. Niente di più, niente di meno. In cambio, Furia potrà guidare in prima fila i propri Fratelli. Una premessa a dir poco semplice ma non del tutto banale. La trama, con l’avanzare della narrazione, avrà un paio di colpi di scena: uno che (personalmente) reputo interessante, mentre l’altro è completamente senza senso. In quest’avventura scopriremo effettivamente i veri piani di Inferno, Paradiso e dell’Arso Consiglio, vedremo per la prima volta Conflitto (colui che dovrebbe essere l’ultimo protagonista), e “conosceremo” nuovi dettagli su questa Apocalisse che non avrebbe nemmeno dovuto avere un inizio in primis. Peccato però che Furia (non “Dolcezza”, ma Furia) diventerà sempre più buona e docile, tanto da diventare amica e addirittura Protettrice degli umani, razza che inizialmente denigrava. Un cambiamento di prospettive abbastanza strano per quello che dovrebbe essere il Cavaliere più arrabbiato e meno incline al dialogo. Ed effettivamente, con gli altri personaggi (buoni e non) si comporterà sempre da Furia, o quasi sempre. Una scelta che (io) non condivido e che mi ha fatto storcere il naso ai titoli di coda. A parte ciò, la trama – seppur banale e mai accattivante – si lascia seguire senza problemi.
Darksiders III: un metroidvania/souls-like
Dopo uno Zelda/action hack ‘n’ slash e un GDR loot based/Prince of Persia 3D, Darksiders III vuole essere un metroidvania/souls-like. Ed in realtà ci riesce anche, peccato per un aspetto finale del gioco che dopo discuteremo. Furia inizialmente avrà solamente la sua Frusta, poche combo semplicissime e molte difficoltà. Infatti ogni nemico, dai mob base ai mostroni più grandi, potrebbe essere l’ultimo che incontreremo se riuscirà a colpirci un paio di volte. I danni iniziali, e non solo, saranno elevati e potrebbero anche scoraggiare parte dell’utenza. Per questo, dopo qualche tempo, Gunfire Games ha aggiunto la possibilità di impostare i combattimenti “hack ‘n’ slash”, in modo tale da rendere gli scontri più simili ai precedenti capitoli che a quelli di un Souls. Io stesso ho giocato in questo modo e, purtroppo, si sente che non fosse proprio il modo pensato dagli sviluppatori. Nella mia run sarò morto (tralasciando le cadute nel vuoto dovute ai salti) 5/6 volte. Un paio contro un boss, altre due contro un nemico di livello superior, e le restanti contro un tornado che non avevo capito come superare. Quindi, in poche parole, se cercate un gioco impegnativo giocate con i combattimenti predefiniti, se invece volete un titolo più semplice impostate pure i combattimenti “classici”.
Avanzando nella trama si sbloccheranno quattro poteri che cambieranno la forma di Furia. Fuoco, Vento, Forza e Stasi sono i vari potenziamenti, ed ognuno ci fornirà una nuova arma (utilizzabile solo nella determinata forma) e abilità utili per esplorare nuove aree della mappa: da qui l’elemento metroidvania in quanto, per alcuni segreti, dovremo tornare sui nostri passi con l’abilità sbloccata per poter aprirci un nuovo passaggio. Ogni arma sarà potenziabile con i giusti materiali andando dal fabbro, così come le gemme che potremo incastonare. Inoltre, Furia potrà utilizzare le Anime raccolte dai nemici sconfitti per fare acquisti da Vulgrim (vecchia conoscenza), oppure per avanzare di livello e migliorare i tre parametri: Vitalità, Forza e Arcano. Il primo aumenterà semplicemente la vita, il secondo i danni inflitti, ed il terzo i danni in forma Caotica e quelli chiamati “Contrattacchi“. Questi ultimi si possono eseguire quando schiveremo perfettamente un colpo. Niente di speciale insomma, ma tutto funziona bene. Quasi tutto.
La telecamera è una delle peggiori mai viste, forse siamo ai livelli del primo Dark Souls. In alcuni casi anche peggio. E poi il finale ed il conseguente NG+. Una volta sconfitti 6 Peccati potremo decidere se andare verso il settimo o esplorare le aree in cerca di segreti, ma nessuno ci dirà (o meglio, specificherà) che una volta andati dal settimo e sconfitto, il gioco terminerà e potremo solo iniziare il NG+. Questo non sarebbe nemmeno un poblema se la seconda run iniziasse con i poteri sbloccati, ma la dura realtà dei fatti è che ci ritroveremo semplicemente con il livello con cui abbiamo finito il gioco, e basta. Le abilità le dovremo sbloccare nuovamente, quindi se ci saremo persi qualcosa all’inizio sbloccabile solo con la Stasi, dovremo per forza avanzare nella trama fino a quando non otterremo quel potenziamento. Una scelta a dir poco discutibile, anche perché tutto il resto si evolve. I nemici aumenteranno di livello e ci saranno più avversari potenti, alcuni oggetti cambieranno, e altro ancora. L’ultimo punto riguarda la varietà dei nemici: se molti sembrano diversi tra loro, in effetti, risultano tutti (boss compresi) battibili nello stesso modo. Non esistono strategie. Con ognuno di loro basterà schivare al momento giusto ed effettuare il contrattacco. Un vero peccato insomma, in quanto – personalmente – non viene sufficientemente stimolata la voglia di iniziare un NG+ realizzato in questo modo e con questa poca varietà negli scontri.
Si sente l’assenza di Madureira
Dal punto di vista prettamente tecnico, Darksiders III su PlayStation 4 Pro non risulta bellissimo. C’è qualche scatto, diversi problemi di texture e spesso, troppo spesso, se si passa “velocemente” da un’area all’altra il gioco dovrà caricare. Infatti la mappa è unica e completamente esplorabile, dall’inizio alla fine. Solo un’area sarà disponibile previo caricamento. E, nel complesso, girare le ambientazioni sarebbe anche divertente, peccato per questi caricamenti improvvisi e fastidiosi che non lo rendono del tutto appagante. Soprattutto con l’esistenza dei Varchi Serpentini, ossia il viaggio rapido. La varietà in questo senso è molta ed il level design è ben riuscito, con shortcut tra aree che inizialmente sembravano distanti. Il doppiaggio in italiano risulta più che soddisfacente, peccato però che quasi ogni frase risulti diversa dalla sua controparte testuale. Anche qui si poteva e si doveva fare di più. Belle le musiche invece, adatte ad ogni situazione e mai sovrastanti. La direzione artistica fa sentire la mancanza di Madureira ma, potenzialmente, poteva andare peggio.
In conclusione, Darksiders III non è un pessimo gioco, ma non riesco a pensare che sia un buon Darksiders. Certo, il titolo si lascia giocare e godere, ma il problema alla telecamera, questa Furia poco “furiosa” e una trama banale lo rendono, a parere mio, il peggiore della serie. C’è da aggiungere che Gunfire Games non ha avuto tanto budget quanto le prime due produzioni, e nemmeno i numeri necessari per puntare tanto in alto. Ma non ci si può togliere dalla testa che avrebbe potuto essere migliore: sarebbe bastato un pizzico di attenzione in più.