L’evoluzione dei Survival Horror è andata di pari passo con quella tecnologica. Nel corso degli anni abbiamo assistito a titoli sempre più realistici e inquietanti, capaci di trasmettere sensazioni forti ai milioni di appassionati del genere. Gli utenti sono ormai abituati ad un determinato standard qualitativo, impreziosito dalla pulizia grafica dell’alta definizione. Ovviamente, ogni sviluppatore agisce in base a quelle che sono le proprie risorse economiche. Non tutte le software house possono disporre delle licenze necessarie all’utilizzo dell’Unreal Engine 4 o del performante Frostbite di Electronic Arts. Fortunatamente, in soccorso dei programmatori meno facoltosi, c’è sempre l’inventiva e la forza delle idee, soprattutto in una tipologia di videogames in cui l’atmosfera e il sonoro spesso contano più delle texture e degli effetti visivi. Darkwood è la dimostrazione di come un prodotto possa essere tanto visivamente semplice quanto terrificante, proponendo nello stesso tempo delle meccaniche complesse e originali.
Pubblicato nel 2014 in accesso anticipato su Steam, l’opera degli Acid Wizard ha avuto uno sviluppo travagliato. La bozza originale proponeva un titolo anonimo, eccessivamente sbilanciato da un livello di difficoltà estremo. La versione completa è disponibile da qualche giorno anche su PlayStation 4, Xbox One e durante la prossima estate su Nintendo Switch. Visti i precedenti, non vi nascondiamo che ci siamo approcciati al gioco con un certo scetticismo. Dopo svariate ore possiamo affermare che la nostra diffidenza fosse del tutto ingiustificata. In questa recensione vi illustreremo i motivi per cui Darkwood dovrebbe far parte della vostra collezione, soprattutto se siete amanti di questa tipologia di videogames.
Quella Casa nel Bosco
La breve sequenza che apre Darkwood non anticipa nulla della sua trama. La voce narrante ci parla di una misteriosa malattia e di come il mondo sia precipitato in un’epoca oscura a causa di essa. Dopo pochi secondi, ci ritroviamo nei panni di uno strano dottore, che si sveglia nel cuore della notte dopo essersi addormentato sulla scrivania adibita alle sue ricerche. L’abitazione ha porte e finestre sbarrate. Il buio che la circonda nasconde orrori inimmaginabili di cui non vorremmo mai scoprire la natura. Una delle stanze è occupata da uno sgradito visitatore, la cui presenza è celata da un’imposta e da un lucchetto a combinazione numerica. La misteriosa figura che guideremo nel prologo sta cercando una via d’uscita dalla foresta, in cui è intrappolata da giorni. Dopo il tempo necessario a prendere familiarità con i comandi, il gioco ci guida verso la soluzione del primo enigma, che consiste nell’ottenere la chiave della porta d’ingresso. Una volta ottenuta, ci lanciamo nelle tenebre della folta vegetazione, seguendo un percorso reso appena visibile dalla luce della nostra torcia e che ci conduce al ritrovamento di un uomo svenuto.
Il giuramento di Ippocrate dovrebbe obbligarci a soccorrere i bisognosi, e invece, tornati a casa, leghiamo il malcapitato e iniziamo a torturarlo. Darkwood si apre con un colpo di scena, visto che fino a quel momento non abbiamo controllato il protagonista, bensì uno dei suoi nemici. Infatti siamo noi quelli legati alla sedia e imprigionati in una delle stanze della casa degli orrori. Non vi anticiperemo null’altro riguardo ad una storia ricca di misteri da svelare e dai risvolti imprevedibili. Il titolo vi darà la possibilità di vivere l’intera avventura secondo le vostre esigenze, lasciandovi completamente liberi di stabilire l’ordine e la tempistica degli eventi. Un elemento che rende di fatto impossibile stabilire la longevità del gioco, essendo basato su un fattore sensibilmente soggettivo. Nel complesso, la trama proposta è sicuramente soddisfacente, orchestrata alla perfezione e piena di sequenze che ricorderete a lungo.
La Foresta degli Orrori
Il gameplay dell’ultimo lavoro degli Acid Wizard propone un’esperienza di gioco estrema, spietata e molto ostica da padroneggiare. Vi basteranno pochi minuti per comprendere quanto le meccaniche presenti siano incentrate su una marcata componente survival, che dovrete acquisire senza il supporto di un tutorial. Darkwood vi illustrerà il minimo indispensabile per sopravvivere all’ostile mondo del gioco, senza mai fornirvi indicazioni sulle azioni da compiere, né tantomeno sui luoghi da visitare.
La mappa del titolo è basata su un semplice disegno, che si aggiornerà automaticamente ogni qualvolta scoprirete una nuova sezione della foresta. Delle semplici icone vi indicheranno la posizione dei luoghi d’interesse, senza però mostrarvi la vostra ubicazione rispetto ad essi. In pratica la piantina avrà una funzione meramente indicativa, e il giocatore sarà costretto sempre a fare affidamento sulla memoria e sul suo senso d’orientamento. Le fasi iniziali saranno così contraddistinte da una profondo senso di smarrimento, che potrebbe scoraggiare gli utenti assuefatti ai percorsi guidati e ai segnalatori su schermo. Non vi nascondiamo che l’impatto con questa meccanica è alquanto difficile da digerire, ma nello stesso tempo la giusta dimensione delle sezioni e l’incredibile sensazione di precarietà che ne deriva vi renderanno partecipi della scelta compiuta dagli sviluppatori. L’incubo che vivrete diverrà ancor più coinvolgente ed immersivo, costringendovi a prestare la giusta attenzione a ogni singolo elemento dello scenario.
Qualunque sia la missione che state affrontando, dovrà sempre sottostare all’inarrestabile scorrere del tempo. In DW il ciclo giorno/notte riveste un ruolo fondamentale, visto che la vostra sopravvivenza è estremamente connessa alle azioni compiute durante l’intero arco della giornata. La luce del sole vi consentirà di dedicarvi alla fase esplorativa, durante la quale sarete impegnati nella ricerca delle risorse necessarie al vostro fabbisogno. Il sopraggiungere dell’oscurità invece vi costringerà a trovare un luogo in cui rifugiarsi, con la speranza che le difese allestite siano sufficienti a respingere gli attacchi delle creature delle tenebre.
Lo scopo del gioco è quello di svelare il mistero della foresta, sia interagendo con gli NPC che incrocerete sul vostro cammino, sia cercando una soluzione ai numerosi enigmi. Il tutto è finalizzato a trovare una via di fuga dall’inferno in cui siete imprigionati, sfruttando in egual misura l’ingegno necessario alla creazione degli oggetti e le doti fisiche del protagonista. Ogni elemento presente nel gioco ha una sua specifica utilità, ed è davvero impressionante come il sistema consequenziale del crafting non presenti unità inutili o casuali. La limitazione imposta dai pochi slot dell’inventario vi costringerà a compiere continuamente delle scelte su quali oggetti trasportare o meno, visto che nel gioco tutto riveste il ruolo di “consumabile”. Armi, ingredienti e materiali hanno una durata estremamente limitata e le conoscenze del nostro eroe gli permettono di utilizzare solo alcune delle risorse contenute nello zaino. Ad esempio, un ramo, uno straccio e una bottiglia di alcool serviranno alla composizione di una torcia (fondamentale nei luoghi bui), così come alcuni di questi potranno essere adoperati per la realizzazione delle bende mediche.
Una Stazione Per Ogni Occasione
Il sistema proposto vi obbligherà a ricorrere di frequente a determinate postazioni adibite al crafting, presenti unicamente in prossimità dei rifugi. I banchi da lavoro, la cucina, la segheria e i generatori saranno una costante del gameplay e determineranno il buon esito della vostra avventura. La fucina sarà fondamentale nella creazione di svariati strumenti di morte, dalle armi alle trappole, strumenti con cui danneggiare o rallentare i vostri nemici. Il piccolo laboratorio sarà utile sia nella cottura degli alimenti (che fungeranno da esca per gli animali), sia nella produzione di sieri capaci di potenziare le abilità del protagonista. Quest’ultimi necessitano di specifici testi da scovare nella fase esplorativa, in quanto gli effetti desiderati possono essere ottenuti solo con il giusto dosaggio delle componenti.
Nel titolo sarete – ancora una volta – liberi di sperimentare, creando delle medicine che miglioreranno alcuni parametri a discapito di altri. A seconda del pericolo che dovrete affrontare, potreste necessitare di un intruglio che aumenti la stamina diminuendo l’energia, o viceversa. Gli Acid Wizard hanno ideato una meccanica complessa e soddisfacente, in grado sia di offrire decine di combinazioni diverse, sia di venire incontro al vostro stile di gioco. Un discorso a parte meritano i generatori e le stazioni di falegnameria: i primi forniscono la preziosa luce artificiale, capace di tenere lontani i visitatori notturni; le seconde, invece, vi consentono di trasformare i ceppi degli alberi in assi di legno, indispensabili alla creazione delle barricate. Entrambi necessitano di carburante per funzionare, che troverete nelle classiche taniche di benzina. Dimenticare il vostro rudimentale fornitore di energia elettrica acceso durante il giorno coinciderà con lo spegnimento dello stesso quando ne avrete più bisogno. Così come rinunciare ad una parsimoniosa gestione del combustibile potrebbe privarvi delle funzionalità di una di esse.
Le procedure descritte sono basate su una serie di menù dotati di un’interfaccia intuitiva e semplice da usare. È altresì evidente che il gioco sia stato inizialmente progettato in esclusiva PC e quindi concepito per l’immancabile accoppiata mouse/tastiera. Se nella fasi action il joypad svolge egregiamente la sua funzione, i limiti della periferica diventano evidenti soprattutto nella gestione del sistema sopracitato, che risulta alquanto scomodo su console. Nulla di particolarmente grave, ma era forse necessaria un’ulteriore semplificazione delle meccaniche al fine di facilitarne la fruibilità.
Fidarsi è bene, non Fidarsi è meglio!
Durante il nostro disperato peregrinare troveremo molti personaggi secondari con cui interagire. Quasi tutti hanno il viso coperto da un’inquietante maschera, che rende impossibile scorgerne la fisionomia e soprattutto capirne le intenzioni. Molti degli abitanti della foresta di Darkwood hanno contratto o sono ancora immuni dalla malattia, e di conseguenza si mostreranno estremamente diffidenti nei vostri confronti. I negozianti cercheranno di attirare l’attenzione, al fine di proporvi una compravendita delle merci in loro possesso. Gli altri invece non vi degneranno di uno sguardo, e saranno restii ad iniziare una conversazione. Durante l’avventura dovrete prestare molta attenzione alle informazioni che vi daranno, valutando a seconda dei casi quali siano i reali propositi dei vostri interlocutori. Alcuni vi forniranno dei consigli utili, indicandovi (genericamente) la posizione delle classiche quest secondarie. Altri invece vi condurranno in autentiche trappole, da cui difficilmente uscirete vivi.
La complessità e varietà dei rapporti interpersonali è uno degli aspetti migliori dell’intera produzione, e contribuisce a rendere l’esperienza di gioco ancora più intrigante di quello che è già. Dopo diverse ore, avrete la certezza che la vostra fiducia non sarà mai incondizionata ed entrerete a far parte di una società decadente e priva di valori, dove le preziose risorse valgono ben più della vita umana. Inizierete a sospettare di tutto e di tutti, e resterete sorpresi da come il gioco condizionerà il vostro modo di fare, portandovi spesso a scelte immorali di cui avrete modo di pentirvi.
Botte da Orbi
Darkwood non è solo basato sul crafting e sull’esplorazione, ma propone anche una notevole componente action. Fronteggiare più nemici contemporaneamente coincide il più delle volte con una fine prematura; nello stesso tempo, avrete la possibilità di vendere cara la pelle. L’arsenale che adopererete per difendervi vanta una notevole varietà di armi, il cui utilizzo è subordinato alla barra della stamina. Tutte le azioni compiute, quali correre, combattere o scavalcare ostacoli, avranno un costo in termini di resistenza. Il nostro eroe è anche fornito di una schivata, che gli permette di eludere gli attacchi avversari con un rapido balzo all’indietro. La limitatezza dei mezzi disponibili, e la loro scarsa durata, vi porteranno a preferire un approccio stealth ogni volta che ne avrete la possibilità, al fine di preservare i consumabili acquisiti con fatica. Purtroppo il combat system, per quanto strategico e divertente, è anche l’aspetto della produzione che ci ha convinto di meno. I comandi rispondono spesso in ritardo e la meccanica della schivata è praticamente inutile quando si è circondati. La mancanza di un sistema di puntamento si fa sentire nelle situazioni più concitate, rendendo alcune boss fight davvero frustranti e squilibrate. Un vero peccato, visto che senza questo importante difetto la valutazione del gioco avrebbe raggiunto l’eccellenza.
Nel complesso, il gameplay di Darkwood conquista fin dalle prime battute, risultando vario e coinvolgente. L’atmosfera ansiogena e malata dell’ambientazione è in grado di intrappolare il giocatore in un incubo ad occhi aperti, foriero sia di numerosi “jump-scare”, sia di situazioni capaci di fare accapponare la pelle. Il tutto è amplificato da una sensazione di totale abbandono e di inquietudine (anche nelle ore diurne), difficilmente riscontrabile in produzioni simili. Le angoscianti battaglie notturne annullano il ritmo cadenzato del gioco, in favore di sequenze frenetiche nelle quali proverete a rimediare a tutte le falle presenti nella vostra organizzazione difensiva. Il prodotto è dotato di un livello di sfida già molto elevato al settaggio “normale”, rivelandosi estremo al massimo grado di difficoltà. Ne consegue che Darkwood non è un gioco per tutti, ma saprà regalare grandi soddisfazioni a tutti quelli che gli daranno una possibilità.
Le Apparenze Ingannano
All’inizio di questa recensione vi abbiamo anticipato il discorso inerente al comparto tecnico del gioco. Anche se siamo di fronte ad un videogame con resa bidimensionale, sarebbe un grave errore sottovalutare il lavoro svolto dagli Acid Wizard. Seppur privo di profondità, la cura riposta nelle texture e il discreto livello di dettaglio delle stesse rendono il colpo d’occhio della produzione assolutamente gradevole. Se a questo uniamo l’ispirato design delle ambientazioni e dei nemici e l’ottima realizzazione degli effetti di luce, è facile capire quanto le apparenze a volte ingannino. Purtroppo il motore grafico del gioco non è esente da qualche imperfezione tecnica e da una gestione dei caricamenti non proprio esemplare. Ci riferiamo in particolare all’accesso alle diverse sezioni della mappa dove, indipendentemente dalla quantità di elementi presenti su schermo, l’immagine subisce un breve “freeze”. Questo difetto non compromette in alcun modo la giocabilità del titolo, ma può risultare fastidioso.
Per quanto riguarda invece il comparto sonoro, siamo di fronte ad un piccolo miracolo. Tutto quello che Darkwood trasmetterà ai vostri timpani sarà in grado di procurarvi delle emozioni incredibili. Il ritmo delle splendide musiche varierà puntualmente a seconda della situazione che state vivendo, sorprendendovi per l’incredibile bellezza delle tracce. Gli effetti sonori basteranno da soli a procurarvi più di un brivido, grazie ad un vasto campionario di versi indecifrabili e fruscii che vi segnaleranno la vicinanza di una minaccia. Le assi di legno spaccate dalle creature che invadono l’abitazione, lo stridio dei cardini arrugginiti dall’usura e soprattutto le urla disumane dei nemici pronti a banchettare con la vostra carne, sono solo una piccola parte dei campionamenti straordinari presenti nel gioco.
Un Piccolo Capolavoro
Darkwood è una produzione indie, ma sarà in grado di terrorizzarvi molto più di tante rinomate tripla A. Il fascino macabro dell’ambientazione, il mistero che si cela dietro l’inquietante foresta e le meccaniche presenti in un gameplay complesso e appagante, lo rendono un survival horror che tutti gli amanti del genere non dovrebbero lasciarsi sfuggire. La pazienza necessaria a sopportare l’alto livello di difficoltà verrà ripagata in termini di emozioni, facendovi sprofondare in un abisso senza fondo. Vedere la luce di un nuovo giorno, che filtra dai rami dopo l’incubo notturno, vi regalerà un’indescrivibile senzazione di sollievo. Visto l’esiguo prezzo richiesto per questo piccolo capolavoro (14.99€), non possiamo che consigliarne l’acquisto. Darkwood vi proietterà in un’avventura che molto difficilmente riuscirete a dimenticare.