Abbiamo testato per voi la versione Nintendo Switch di Dead by Daylight, il celebre survival horror asimmetrico di Behaviour Interactive.
Un leale svantaggio numerico
Dead by Daylight è stato pubblicato per Microsoft Windows nel 2016: ottenuto un discreto successo, i vari porting per le varie console non si sono fatti attendere più del previsto. Per chi non conoscesse il titolo: si tratta di un survival horror molto particolare, definito asimmetrico. In ogni partita, infatti, un gruppo di 4 sopravvissuti dovrà sfidare un unico killer per la lotta alla sopravvivenza: l’idea di un 4 contro 1 potrebbe non attirare i meno esperti ma il sistema di gioco è ben gestito per fare in modo che nessuna delle due fazioni sia sbilanciata nei confronti dell’altra.
I sopravvissuti dovranno riparare 5 generatori disposti nella mappa di gioco evitando di farsi catturare dal killer: quest’ultimo avvertirà costantemente i survivor della propria presenza tramite un raggio di terrore (anche detto battito del cuore) che, tramite un suono, aumenterà di intensità in base alla vicinanza del carnefice. È dunque possibile per i sopravvissuti adottare un approccio stealth: le varie mappe di gioco contengono più elementi che facilitano la mimetizzazione, come folti cespugli o dei muretti in grado di negare la visuale. Se il killer riesce ad individuare un sopravvissuto, scatta l’inseguimento: la vittima è più lenta del killer ma può eseguire numerose azioni per rallentare quest’ultimo. L’uso dei numerosi bancali disposti nell’area per stordire l’assassino o i salti rapidi attraverso le finestre sono due azioni principali che ogni buon sopravvissuto deve imparare a padroneggiare. Se colpito una volta, otterrà lo stato Ferito, nel quale il sopravvissuto lascerà delle tracce di sangue ed emetterà continuamente dei gemiti di dolore. Se colpito nuovamente durante questo stato, passerà a Morente, e potrà essere raccolto dal killer per essere appeso al Gancio Sacrificale. Dal Gancio si potrà fuggire solo due volte (tramite aiuto di un compagno in grado di salvarci): in caso contrario avverrà il sacrificio e dunque il game over per il giocatore.
Il killer deve pattugliare l’intera mappa, evitando la riparazione dei generatori. Per questo ruolo è fondamentale un buon udito: come già detto sopra, i sopravvissuti possono nascondersi in ogni punto della mappa ma ciò non li rende inscovabili. Ognuno di loro respira affannosamente per un certo periodo dopo aver corso; il loro movimento vicino a dei corvi spaventerà gli animali in questione avvertendo il killer; sbagliare la riparazione di un generatore, effettuare azioni di movimento veloci (saltare una finestra o buttare a terra un bancale) causerà rumore ed un segnale visivo per il carnefice. Insomma, il killer è un cacciatore a tutti gli effetti e come tale dovrà affinare per bene determinate tecniche come queste ultime appena citate. Attenti, però: seppur carne da macello, i survivor non sono stupidi e spesso riusciranno ad ingannarvi con fughe ingegnose o strumenti come torce e cassette.
Tanti modi per uccidere
Sia i sopravvissuti che i killer possiedono 4 slot competenza da riempire: queste ultime sono dei potenziamenti che forniscono abilità passive o in certi casi attive ai personaggi. Le categorie sono diverse per le due fazioni: i sopravvissuti possono ottenere l’abilità di guarire le ferite autonomamente, ottenere velocità saltando attraverso una finestra; i killer possono usare competenze che facilitano l’individuazione delle vittime o , ad esempio, rallentare il progresso dei generatori. Le scelte sono tante e le combinazioni creabili sono interessanti: per sbloccare queste competenze è necessario far salire di livello il proprio personaggio. La valuta da spendere in questi casi sono i punti sangue, ottenuti tramite le azioni compiute in partita. Capirete dunque che non è necessario giocare un certo personaggio per aumentare il suo livello: ciò permette di giocare al meglio delle proprie possibilità pur livellando un altro sopravvissuto o killer.
Se i sopravvissuti si differenziano tra loro solo per le competenze uniche che possono usare (trasferibili agli altri sopravvissuti raggiunti determinati livelli), i killer sono totalmente diversi l’uno dall’altro. Questo non solo per le competenze ma soprattutto per il potere del killer: ogni carnefice è infatti caratterizzato da alcune abilità uniche che modificano totalmente l’andamento della partita. Il Cacciatore ad esempio è in grado di piazzare delle trappole per orsi in giro per la mappa (costringendo i sopravvissuti a stare molto più cauti negli spostamenti); il Mandriano può portare direttamente allo stato morente i bersagli tramite l’uso della motosega; la Cacciatrice può ferire a distanza i sopravvissuti tirando delle accette e così via. Se dunque la scelta del sopravvissuto preferito si lega principalmente ad un fattore estetico, la selezione del killer è di vitale importanza per il gameplay.
Su Switch, invece…
Evitiamo le mezze misure: la versione per Switch è un disastro. La grafica subisce un downgrade non indifferente, arrivando addirittura (in modalità portatile) a rendere incomprensibili le icone delle offerte o il viso dei sopravvissuti stessi. Per non parlare dei cali costanti di FPS che si verificano durante fasi cruciali della partita, come gli inseguimenti. Se teniamo conto anche del tetto massimo di 30 FPS, capirete che il risultato finale non è assolutamente dei migliori. Un titolo del genere, che necessita di un’ottima dose di riflessi e visione (ricordiamo che la visuale del killer è in prima persona, a differenza dei sopravvissuti) non può permettersi di avere certi difetti riconducibili quasi sicuramente ad uno scadente lavoro di porting. Provate a mirare un’accetta con la Cacciatrice o una bottiglia col Clown con 15-10 FPS: vedrete il proiettile teletrasportarsi mentre compie la sua traiettoria. Non cito particolarmente lo stato del menù di gioco, che oltre a subire continui scatti, presenta una transizione iniziale dalla schermata di gioco al menù costantemente rallentata e di conseguenza fastidiosa.
I comandi, perlomeno, funzionano decentemente: gli analogici permettono un movimento facile e la scelta di porre i comandi per correre ed accovacciarsi su L e ZL è funzionale. Apprezzabile anche il comparto sonoro che non presenta difetti: anche senza cuffie in modalità portatile riuscirete ad ascoltare il gemito del Dwight ferito nascosto dietro il muretto. Peccato per il comparto grafico, inaccettabile per un lavoro del 2019.