Così vicini eppure così lontani
L’amore tra due persone anche se magari molto diverse è da sempre uno dei temi più trattati in tutti i media, non solo nei film ma anche nei libri e perché no nei videogames. In molti titoli infatti troviamo trame che cercano di toccare l’anima del giocatore presentando una storia d’amore tra due protagonisti talvolta struggente e malinconica altre volte invece più felice e leggera. Quale che sia la storia non è comunque mai semplice creare un intreccio che parli di sentimenti coinvolgente e toccante soprattutto in un mondo in cui i giocatori spesso non danno alcun peso a certe cose e vogliono solo vedere tante ore di gameplay, ma è in ogni caso questo l’obiettivo che gli sviluppatori di Moondrop si sono prefissati con Degrees of Separation, un particolare platform in 2D uscito non casualmente proprio il giorno di San Valentino. Il piccolo studio norvegese ha affidato la sceneggiatura di questo titolo a niente popò di meno che Chris Avellone, talentuoso autore in particolare di giochi di ruolo famosi come Divinity: Original Sin 2, Pillars Of Eternity ma anche altre gemme più nascoste come il sottovalutato Prey. In uno scenario vagamente nordico faremo la conoscenza di due personaggi, Ember e Rime, l’una col potere di dominare il calore, l’altro col potere di controllare le energie fredde.
Entrambi vengono da due mondi diversi e nello scorrere dell’avventura non potranno mai venire a stretto contatto, in quanto lo scenario ci apparirà sempre diviso a metà tra i due che compariranno sì sulla stessa schermata, ma se la “divideranno” equamente tra caldo e freddo passando ad un vero e proprio split screen se i due protagonisti dovessero allontanarsi l’uno dall’altra. Sebbene talvolta possa sembrare di trovarsi davanti ad uno scenario un po’ cupo, la scelta di alternare caldo e freddo risulterà davvero azzeccata mentre il giocatore cercherà di risolvere i vari enigmi per recuperare sciarpe magiche necessarie per aprire dei portali e proseguire così il cammino. Davvero peculiare la presenza di una voce narrante che oltre a descriverci il mondo di gioco visto dagli occhi dei due piccioncini ci accompagnerà per tutta la nostra avventura aggiungendo talvolta interessanti dettagli sulla storia del titolo. Nonostante questa voce narrante ottimamente doppiata in inglese (e sottotitolata in italiano) e le promettenti premesse c’è da dire che non si viene quasi mai a creare una grande empatia tra il giocatore e i due protagonisti che sicuramente avrebbe giovato nonostante il finale, che lascerò scoprire a voi, ci ponga davanti ad una scelta inaspettata e non semplice.
Un mondo pieno di misteri ed enigmi
Per quanto riguarda il gameplay come già anticipato ci troviamo di fronte ad un platform di collaborazione a mio modo di vedere ben fatto ed originale che sfrutta alcune idee per nulla banali legate proprio alla differenza di temperatura dei nostri protagonisti. Ad esempio se ci imbatteremo in uno specchio d’acqua, con Ember lo troveremo allo stato liquido e potremo attraversarlo entrandoci dentro mentre Rime lo congelerà potendone quindi attraversare la superficie ghiacciata. Spesso questa alternanza sarà fondamentale per raggiungere alcuni punti mentre nei livelli successivi il tutto verrà arricchito da abilità speciali che verranno apprese dai due protagonisti in base al livello nel quale si trovano variando parallelamente sia le situazioni di gioco nelle quali ci troveremo che la risoluzione degli enigmi annessi. Sicuramente il titolo dà il suo meglio più in modalità co-op sia locale che online, ma anche in single player rende discretamente bene. Affrontando il titolo da soli infatti avremo la possibilità di richiamare a noi l’altro personaggio che non stiamo controllando in quel momento per farlo fermare oppure per farci raggiungere, qualora lo avessimo lasciato indietro. Nel raggiungerci fortunatamente l’AI seguirà sempre un percorso intelligente e agevole difatti raramente capita che l’altro personaggio si incastri in spazi angusti rimanendo così bloccato quando richiamato all’ordine. Gli enigmi di Degrees of Separation dal canto loro non risultano mai banali, ma nemmeno frustranti: la difficoltà del titolo di riflesso è davvero ben bilanciata e solida.
Il gameplay del titolo quindi pur appartenendo ad un genere ora come ora abbastanza affollato è caratterizzato come detto da buone idee risultando vario e appagante. L’unico appunto che mi sento di fare riguarda la presenza e soprattutto il ruolo di un feroce drago che saltuariamente farà la sua minacciosa comparsa: l’idea di inserire una nemesi quasi divina mi è sembrata interessante ma all’atto pratico purtroppo le interazioni con la fiera saranno davvero ridotte all’osso e per nulla memorabili anche a causa di enigmi (solo in questo caso fortunatamente) troppo semplici e banali. Mi sento di darvi un consiglio utile comunque nel caso ad un certo punto rimaniate bloccati: provate a passare all’enigma immediatamente successivo a quello che non riuscite a capire e poi in caso tornate indietro, spesso da lì comprenderete come risolvere quello precedente. Ultimo aspetto che merita menzione è la presenza capillare di checkpoint divisi per tutta l’ampiezza degli scenari, elemento davvero cruciale che ci permetterà non solo di spostarci velocemente sotto forma di graziose farfalle ma anche di “tracciare” i nostri progressi e visualizzare le sciarpe rimanenti da raccogliere. A questo proposito purtroppo è doveroso menzionare che il suddetto sistema non è del tutto funzionale in quanto risulta molto difficile da interpretare a causa dell’enorme disomogeneità del fondale che non ne permette la chiara lettura e obbliga il giocatore a vagare con un personaggio nella speranza di “illuminare” il cielo in corrispondenza di questo improvvisato menù che proprio non chiarisce bene la nostra posizione rispetto ai punti visibili in alto.
Un’avventura che vale la pena di essere vissuta
In conclusione Degrees of Separation si presenta come un buon platform 2D di collaborazione molto bello da vedere, da sentire e divertente da giocare soprattutto in co-op magari con la nostra dolce metà. Sicuramente il corpo narrativo del titolo poteva essere più approfondito e alcuni aspetti potevano essere più curati ma nel complesso un gioco davvero consigliato in particolare per i fan del genere o per chi voglia giocarsi un platform piacevole e ben studiato. Di sicuro la speranza è che il concept del gioco venga ripreso magari proprio per un seguito che vada più avanti a migliorare la già buona base di partenza di questo titolo.