Il primo Destiny ha deluso le aspettative?
Nel 2014 Bungie ed Activision ci avevano abbagliati tramite un marketing attento e puntiglioso con Destiny, shooter sci-fi dal sapore mmorpg che dalle premesse prometteva grande divertimento e, grazie al supporto dei dlc, anche una continua espansione ben oltre il programmato ciclo vitale di un normale videogame. Purtroppo, ci siamo ritrovati con un gioco dalle grandi aspettative deluse di fronte al fatto compiuto.
Una volta acquistato il titolo, magari in bundle con PlayStation 4, la produzione ci presentava una storia risicata, dai testi tirati via e una componente artistica, seppur molto curata, di matrice mediocre e già vista. A ciò si andava a correlare un gameplay dalle basi sicuramente solide, come da tradizione Bungie, ma che lasciava largo spazio ad una scarsa fantasia di fondo.
Inoltre i caricamenti tra una zona e l’altra risultavano interminabili, spezzando davvero malamente il ritmo di gioco. Le contese offline rispondevano ad un fattore fortemente ripetitivo e il pvp, che doveva essere l’asse portante della produzione, si esibiva in maniera imbarazzante in certe caratteristiche, svelando meccaniche dove i vari giocatori spesso e volentieri potevano eliminarsi a vicenda con un colpo solo, rendendo le battaglie estremamente caotiche e soprattutto poco godibili nell’atto di metabolizzare e far fruttare strategie magari mutevoli all’interno delle contenute mappe.
Bungie ha cercato di correre ai ripari con vari dlc, ma il loro fallimento qualitativo era esemplificato emblematicamente dalla narrazione cinematica de “I signori del ferro”, risicata e non soddisfacente nella sua ora scarsa di durata, nonostante le proteste pregresse degli acquirenti.
Insomma, un lavoro molto criticabile in generale che veniva sorretto unicamente dalla già citata e solida giocabilità di base, dalla robusta grafica ricca di effetti speciali e da una campagna marketing che aveva creato una corposa schiera di giocatori favorevoli al progetto. Nelle idee dei produttori, Destiny era un’epopea dalla durata decennale, arenatasi nel fallimento per le troppe falle proposte sia nel comparto narrativo-artistico che in quello di gameplay.
Bungie avrà imparato dai suoi errori?
Si tratta però di un’opera incompiuta, sebbene non di vendite, che non ha fatto demordere la produzione. Grazie al passamano sulla sedia del director da McQuillan a Luke Smith, Destiny é potuto ripartire con il proprio seguito, cercando di fare meglio di prima ed imparando dagli errori fatti in passato. Ma dal trailer di lancio in pompa magna di Destiny 2 datato 18 maggio, e da quanto si é potuto vedere del gameplay, però, si può affermare che ancora una volta il futuro del tentato franchise potrebbe non essere così roseo a livello qualitativo.
In questo clima di promesse che forse non verranno mantenute neanche stavolta, pare proprio che Bungie abbia fatto un bel salto nel vuoto a livello qualitativo passando da Microsoft al colosso di Santa Monica, e che la corda con cui si apprestava a saltare da una casa videoludica all’altra fosse un po’ troppo logora.
Ma andiamo con ordine. Il nuovo Destiny, pur presentando graficamente dei modelli di personaggi, armi e nemici più dettagliati e degli effetti speciali migliori e mirabolanti, a livello stilistico sembra un gioco senza un’identità precisa: un po’ Star Wars nelle armature, abbastanza Mass Effect negli scenari e un classico moderno nella concezione robotica, lascia davvero il tempo che trova, in un puzzle di influenze che non riesce a distinguersi per capacità d’inventare un futuro sci-fi che non si sia già visto.
Sicuramente questa impostazione piacerà molto ai videogiocatori più piccoli, ai neofiti e ai poco navigati del genere, ma sarebbe lecito aspettarsi di più da un titolo che zoppicava vistosamente anche con la sua prima incarnazione in questo ambito. Ovviamente c’è sempre la speranza di essere smentiti poichè si parla di una sessione dimostrativa, ma il titolo non parte sicuramente da buone premesse nel caso specifico.
Un gameplay rinnovato? Pro e contro
A questo punto, dal gameplay di Destiny 2 ci si aspetterebbe qualcosa in più, con una sferzata gradevolmente dolce dopo aver ingurgitato l’ennesima frittata di patate. Ma anche qui pare che il titolo, dopo aver imboccato la strada delle buone premesse, rimanga nel suo orticello di mediocrità a cui si va ad abbinare una presunzione incomprensibile in tema di evoluzione dei colpi in canna del proprio personaggio.
In base alla classe, stavolta il nostro guardiano può contare su nuove capacità speciali utili per variare il gameplay, che fondamentalmente però sembrano esaurirsi in maniera presuntuosa in una forte personalizzazione che porta più che altro a varianti quantitative piuttosto che di reale qualità.
Ad esempio, alle solite classi Cacciatore, Titano e Stregone, vengono aggiunte alcune sottoclassi che dovrebbero solleticare, con attacchi spettacolari e molto coreografici, la voglia di effettistica esagerata da parte del giocatore; queste però, come preannunciato, paiono un buco nell’acqua.
Volendo scendere nel dettaglio, lo stregone può utilizzare l’abilità speciale Lama d’Alba che si traduce, oltre che in fendenti di fuoco lanciabili che possono essere emanati dalla spada, nelle seguenti diramazioni: “Phoenix Dive”, che permette di scendere in picchiata durante il volo e recuperare salute; “Skydive”, che consiste nel creare danni al nemico una volta raggiunto il suolo; “Risen Angel”, che ci permette di restare in sospensione durante il salto e prendere la mira; e infine “Igniting touch”, che incendia i nemici nel corpo a corpo levandogli progressivamente salute e facendoli esplodere. Nulla di speciale sotto la torre di luce che sia anche solo vagamente degno di attenzione, a sottolineare la mancanza di fantasia da parte del director e del suo team nel costruire alternative intriganti rispetto alle solite sparatorie.
Vedere inoltre il Titano lanciare un bislacco scudo in stile Captain America é quanto di più kitsch il gioco potesse proporre. Come mischiare in maniera inopportuna un nome classico come “Titano”, che rimanda all’epica totale, alle alette del berretto di un supereroe un po’ ridicolo oltre i confini americani. Uno spaccare il capello in quattro, quindi, che a livello quantitativo non serve particolarmente per poter rendere gustoso un gameplay già di suo probabilmente scevro di vere novità nelle sue bocche da fuoco.
Le armi e i clan
A proposito delle sparatorie, anche qui pare non ci sia nulla di particolarmente rilevante in termini di varietà delle armi. Ma un guizzo inaspettato, che ci permette anche di cominciare a parlare di quello che di positivo o di potenzialmente tale la demo di Destiny 2 ha mostrato, ce lo riserva il ripensamento dei vari slot per le stesse. Nello slot primario si possono infatti equipaggiare solo armi cinetiche, mentre nei restanti c’é la possibilità di utilizzare armi da danno elementale ed armi pesanti; one shot-one kill come le mitragliatrici e il fucile cecchino, con la particolarità che queste ultime saranno molto meno utilizzabili vista la rarità di proiettili dedicatigli che si possono trovare in giro. Una modifica giusta che sicuramente permetterà di avere delle battaglie più equilibrate e divertenti. Per quanto riguarda il pvp e il suo celebre Crogiolo, invece, é stata lanciata una modalità di battaglie 4 contro 4, che dovrebbe stimolare nella giusta maniera il gioco competitivo.
Non da sottovalutare, tra le altre cose, finalmente un approccio intensivo ai clan, che hanno un sistema personalizzato tutto loro e che possono beneficiare di ricompense esclusive. Per chi non avesse invece un nutrito gruppo di amici con cui poter condividere i propri successi ed insuccessi online, Bungie ha messo a disposizione del giocatore solitario una modalità di ricerca di giocatori appartenenti a clan in rete e viceversa, che hanno quindi la possibilità di aiutarsi vicendevolmente.
Campagna e personaggi
Continuando con i lati che potrebbero rivelarsi positivi di Destiny 2, i producer hanno promesso una campagna decisamente più cinematografica rispetto al passato. La missione mostrata sembra confermarlo apertamente, ma è presto per averne conferma.
Ad ogni modo, le fasi di shooting della missione “Homecoming” presentano intermezzi spettacolari mixati a fasi di transizione e di gioco vero e proprio convincenti, che hanno fatto la gioia di chi le ha viste, soprattutto dei seguaci più testardi del brand. Per non parlare dei personaggi che andranno a costruire le vicende del gioco, di carattere e simpatici nei loro modo di fare. Sicuramente un gran passo in avanti rispetto all’ austero e non troppo glorioso passato in questo senso.
Buona inoltre anche l’implementazione di personaggi non giocanti, che potrebbe arricchire il titolo di gustose missioni secondarie, l’inserimento delle mappe del tesoro e la possibilità di avere delle aree da esplorare decisamente più estese, che dovrebbero esaltare il gioco di squadra nelle partite online e delle zone oscure da visitare nei tre pianeti più un satellite a disposizione, che rimandano a dungeons segreti dove sicuramente il giocatore verrà ricompensato con dei drop esclusivi. Ovviamente queste ultime caratteristiche sono da prendere con le pinze visto che, in base alla qualità del level desing, possono facilmente dimostrarsi dei poco graditi specchietti per le allodole. E se proprio si vuole essere pessimisti, vista la presunzione con cui a quanto pare sono state caratterizzate le abilità speciali delle classi intraviste, non c’é propriamente da stare allegri per queste ultime implementazioni.
Non voglio passare dalla Torre!
Diamo inoltre il benvenuto al nuovo viaggio rapido tra una zona e l’altra, che esulerà finalmente dalla perdita di tempo di dover tornare in orbita. Decisamente ottimo invece il supporto al 4k nativo con 60fps su PC, e i giusti 30 su console in prospettiva di possibili implementazioni future nel settore grafico per PS4 Pro, viste le prestazioni inferiori fornibili da queste ultime. Una scelta esatta e condivisibile, per evitare ogni magagna e lamentela da parte di chi analizza i propri giochi dal primo all’ultimo fotogramma per poterseli far andare bene. Ovviamente é un peccato non avere dei server condivisi tra PC e console per il gioco online, ma la base installata di PS4 e Xbox One dovrebbe coprire abbondantemente questa problematica.
Da segnalare infine l’accordo con Blizzard che farà di Destiny 2 un’esclusiva per Battle.net. Della serie: in Activision non ci vanno propriamente con i piedi di piombo nonostante le critiche scaturite nei confronti di quest’ultima progenie.
Tirando le somme, la presentazione in pompa magna di Destiny 2 suscita qualche perplessità non propriamente di poco conto in questa sua uscita pubblica prima del giorno del lancio, contornata da qualche incognita e qualche buona ma non rivoluzionaria notizia. Ovviamente si tratta solo di un assaggio del titolo, in attesa che arrivi l’8 settembre.