Siamo nell’epoca della commistione di generi, della fluidità, del pastiche, l’epoca in cui più si abbattono i confini, più ci si sente liberi di esprimersi come meglio si crede. Questo è quanto accade anche nel primo gioco sviluppato in toto e lanciato dal solo developer di Meltdownergames, un ragazzo italiano che ha deciso di dare una corposità abbastanza esigua, ma sufficiente per creare un gioco che riesca a stare in piedi in maniera indipendente. Parliamo di Empty Sharp, una storia non troppo felice che va ad ampliare la produzione nostrana, per quanto il nome del gioco e del team parlino inglese. Disponibile dallo scorso 2 dicembre su Steam, andiamo a raccontarvi la nostra esperienza con questo nuovo titolo, ispirato a un genere fortemente narrativo: la visual novel.
Anime in pena…
Rosalie è una giovane ragazza ribelle e preoccupata per il fidanzato Benjamin, che durante un forte diluvio è rimasto nelle campagne fuori le mura della città. Padre Ghal (però la rimprovera amaramente per la sua negligenza e le offese nei suoi confronti, mettendola in castigo. Nonostante questo, lei si butta sotto la pioggia, ma le condizioni climatiche e il guardiano del portone non sono affatto clementi con lei, impedendole di dirigersi verso la campagna, dove si trova il ragazzo. Di lì a poco, si scoprirà anche che suo padre vuole ucciderla perché voci in paese raccontano che in lei abbia trovato dimora un demone.
Cos’altro potrà succedere, in questo mix tra GDR e visual novel? Pian piano lo scopriremo, esplorando vie sempre diverse attraverso i 5 capitoli che si apriranno sui nostri schermi e le cui vie cambieranno a seconda delle scelte che compiremo. Queste infatti saranno davvero vincolanti circa l’andamento della storia, che sarà non scevra di difficoltà incontrate mentre cadiamo in un tunnel psicologico sempre più buio. Scopriremo infatti che la ragazza è afflitta da una maledizione che la turberà sempre di più, mostrandosi in tutta la sua espressione nella storia che prevede due distinti finali, dopo aver assistito al duplice viaggio (fisico e metaforico) che conduce Rosalie sempre più lontana da Lanya, la città di partenza.
…e anche il comparto tecnico
Il gioco è davvero breve e dal chiaro sentimento sperimentale che sgorga da qualsiasi pixel della storia, letteralmente. Realizzato infatti in un trionfo di pixel art, anche le dimensioni tra uomini e ambiente non sono rispettate, avendo disegnato delle figure umane piuttosto innaturali, inserite inoltre in un ambiente sproporzionato e senza prospettiva tecnica tra un fondale e l’altro. Non migliorano la situazione alcuni bug veri e propri, come il passaggio di Rosalie attraverso il corpo di uomini ubriachi a terra in città, uno dei primi esempi che incontriamo dopo pochi minuti dall’inizio della partita, rendendo l’esperienza davvero semplicistica e poco curata nei suoi dettagli.
Si recupera decisamente qualche punto nella resa dei disegni che vengono mostrati durante gli intermezzi narrativi, durante i quali mancano però i sottotitoli. La cura manifestata in questa parte della produzione è decisamente più interessante e di gusto artistico chiaro e migliore rispetto a quanto osserviamo in partita, una delle punte di diamante di questo titolo che potremo gustarci solo qualche volta e ne avremmo volute anche in quantità maggiore. Parlando della colonna sonora, questa non spicca per qualità e varietà melodica efficace, oltre a notare quanto gli effetti sonori siano abbastanza démodés e un po’ fastidiosi, affiancati però dal doppiaggio delle sole reazioni dei personaggi e non dei dialoghi per intero, donando un’atmosfera “anime”.
In definitiva, non possiamo pretendere troppo da questo gioco, soprattutto da un punto di vista stilistico, complice il pressapochismo nell’impostazione del comparto grafico e audio, entrambi dalla qualità non troppo elevata. I problemi tecnici poi sono diversi e si presentano a ogni piè sospinto, come la frequente impossibilità nel salvataggio delle immagini in-game, oppure alcune sbavature grafiche sullo schermo nel momento in cui passiamo il cursore del mouse. Fortunatamente, dovremo usare solo le frecce per selezionare opzioni e comandi sullo schermo, secondo un’interfaccia user-friendly in quanto snella e con utili consigli per riepilogare la narrazione, oltre che fornire spunti per recuperare informazioni utili. La narrazione riporta dalla sua parte i punti altrimenti persi, il lavoro da fare è molto e il team merita di crescere e maturare sempre più. La strada è quella giusta, ed è pur sempre una produzione italiana che merita altre possibilità.