La scelta di Epic Games di entrare nel mercato degli store digitali è uno degli argomenti più discussi delle ultime settimane. Gli autori di Fortnite avevano già mostrato insofferenza nei confronti di quasi tutti i negozi virtuali, fino a giungere ad una “rottura” totale con la versione mobile del battle royale. Il motivo della scelta è molto semplice. Evitare la tassa annuale del 30% sugli introiti complessivi, un onere capace di privare la software house di svariati milioni di dollari.
Il nuovo Epic Store tratterrà soltanto il 12% sui ricavi degli sviluppatori che lo preferiranno, e promette numerosi regali anche per gli utenti registrati. Nelle ultime ore è stato reso noto il sistema di rimborso, che permetterà la restituzione dell’importo investito qualora il prodotto non sia di nostro gradimento. Su Steam il diritto di “recesso” può essere esercitato nell’arco di 14 giorni a condizione che il software acquistato non superi le due ore di “gioco”. Sullo store di Epic invece esisteranno due “gettoni annuali” che potremo utilizzare per farci restituire l’importo versato, indipendentemente dall’esecuzione e senza motivarne la scelta (la concorrenza prevede un breve questionario).
Al di là dei leggittimi dubbi sulla procedura (cosa vieta di completare un titolo, e in seguito di farselo rimborsare?), si attendono a breve delle delucidazioni al riguardo. Di sicuro la fine del 2018 sancirà l’inizio di una “guerra” in cui lo sviluppatore americano parte svantaggiato dei confronti della Valve (Steam) che detiene i diritti di pubblicazione su oltre il 70% dei titoli. Nello stesso tempo Fortnite è la dimostrazione del talento e delle idee originali dei suoi creatori, e anche se parliamo di un settore molto diverso, non dubitiamo che saranno capaci di dare del filo da torcere a chiunque.