Prima con PUBG e poi con Fortnite che hanno fatto da trendsetter, i battle royale sembrano davvero essere la moda del momento. Varie software house, ingolosite dalle opportunità, hanno provato a pubblicare la loro iterazione del genere, chi con più successo, chi meno. I ragazzi della Vostok Games sono riusciti addirittura a guadagnarsi un posto alla Gamescom di quest’anno, presentando il titolo con un breve gameplay showcase ad IGN. Un fattore molto importante per la salute del titolo, che generalmente è la cosa che più preoccupa i giocatori di tutti i battle royale. Anche perché, trattandosi di un investimento su di un titolo esclusivamente multiplayer, il rischio di acquistare un battle royale (che non sia PUBG) è quello di investire una somma di denaro che viene praticamente persa, trovandosi in un titolo già morto prima di nascere. Fear The Wolves, nell’enorme vastità di battle royale presenti sul mercato, tenta di sopravvivere.
Una volta avviato, Fear The Wolves passa subito al sodo. Il menu ci permette di personalizzare il nostro personaggio (nonostante le opzioni di personalizzazione siano alquanto ristrette) e avviare la partita. Una precisazione, prima di tutto: Fear The Wolves è ancora in accesso anticipato. Tutto ciò che ho provato potrà essere oggetto di modifiche da parte dei suoi sviluppatori in base al feedback degli utenti. Dopo un affollamento di server, avvenuto praticamente solo al day one, Fear The Wolves è stato purtroppo disertato dalla maggior parte dei suoi giocatori. Proprio per questo, i ragazzi di Vostok Games hanno preso una decisione tanto “dolorosa” quanto necessaria: ridurre il numero dei giocatori da 100 a 10. Va precisato, però, che il limite di 100 era già stato ridotto a 40 fin da subito, probabilmente a causa delle poche copie vendute.
Per quanto si tratti di una scelta necessaria a poter far giocare i suoi pochi giocatori, questo ci catapulta in una mappa troppo grande (ben 25km2) per soli 10 giocatori. Fear The Wolves, com’è facilmente intuibile fin da subito, si rifà più a PUBG che a Fortnite. All’inizio della partita ci troviamo su un elicottero e starà a noi decidere quando buttarci per atterrare nel luogo della mappa da noi prescelto. Fin da qui si evidenziano le prime magagne tecniche del titolo. La fase in elicottero è snervante: i freeze sono all’ordine del giorno e durano eoni, il motore grafico fatica spesso e volentieri a caricare il terreno sottostante e dovremo fare affidamento solo ed esclusivamente alla mappa per capire in che posto ci troviamo. Una volta che, tra un freeze e l’altro, siamo riusciti a lanciarci dall’elicottero, scenderemo sul terreno tramite un paracadute che si aprirà automaticamente. Qui inizia la corsa alle armi. Le case abbandonate saranno nostre amiche. Queste celano sempre armi, munizioni e a volte anche del vestiario.
Tuttavia, le insidie presenti nella mappa non saranno costituite solo ed esclusivamente dagli altri giocatori. Innanzitutto, come in ogni battle royale che si rispetti, è presente un sistema per far concentrare i giocatori in una porzione della mappa man mano più ristretta. Stavolta però, non c’è nessuna “tempesta” in atto. Bensì, i giocatori saranno circondati da radiazioni che occuperanno riquadri casuali della mappa fino a costringere i giocatori allo scontro diretto. Le radiazioni, comunque, non saranno l’unico aspetto che garantirà dinamismo alle partite. Ogni giocatore, dopo essere ucciso potrà, se avrà la pazienza di rimanere a guardare la partita anche dopo la sua morte, votare il clima all’interno della mappa. Pioggia, tempesta, vento e calore. Ogni clima ha la sua precisa influenza sui movimenti dei giocatori e sulla visibilità.
Finora abbiamo visto come Fear The Wolves bene o male assomigli ad altri battle royale. Però il suo nome indica una differenza molto importante: gli sviluppatori hanno voluto inserire un fattore PvE. Mentre scorrazzeremo allegramente per la mappa, potrà capitarci di essere attaccati da lupi che non ci penseranno due volte ad attaccarci. Dovremo difenderci, ovviamente, sparando, cosa che rischia di rivelare a molti la nostra posizione. Ancora una volta, ci troviamo dinnanzi ad un fattore sulla carta molto interessante ma che, nella resa effettiva, lascia parecchio a desiderare. I movimenti dei lupi non sono per niente credibili, legnosi e degni dei peggiori giochi che si vendono a €2-€3 su Steam. Sia le animazioni della corsa dell’animale che quelle dell’attacco sono goffe e mal calibrate, il lupo sembra quasi un pezzo di legno.
Durante una qualsiasi partita a Fear The Wolves è facilissimo ritrovarsi di fronte a glitch grafici ricorrenti e compenetrazioni. Inoltre il gioco non riesce ad arrivare ai 60fps in nessun modo ed è molto strano, dato che non punta a chissà quale fotorealismo. Potete anche abbassare tutti i dettagli grafici al minimo, il gioco non va oltre i 40fps (non stabili) su un buon hardware. La resa sonora delle armi e dei movimenti è appena sufficiente, nulla degno di nota. Meccanica interessante, invece, quella del finale di partita. I giocatori rimasti dovranno raggiungere un elicottero. In quel momento la posizione dei giocatori sarà rivelata e partirà una vera e propria caccia all’uomo. Chi raggiungerà l’elicottero sano e salvo vincerà.
In conclusione…
Fear The Wolves è un titolo che, pur essendo l’ennesimo battle royale, prova ad innovare il genere con alcuni elementi PvE ed altri che vogliono aggiungere dinamismo e adrenalina agli scontri. Purtroppo il risultato lascia a desiderare. L’intento degli sviluppatori è da ammirare, ma la realizzazione è davvero carente. I glitch grafici sono troppi, il freeze iniziale quando si è ancora a bordo dell’elicottero è fortemente fastidioso e preclude qualsiasi previsione tattica del luogo di atterraggio da parte del giocatore. Un vero peccato, dato che l’ambientazione è interessante e il mood “à la S.T.A.L.K.E.R.” è originale. Una grandissima occasione persa.
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