Ghost Giant è l’ultima opera di Zoink Games, un’etichetta che non ne vuole sapere di stare ferma. Dopo un paio di esperimenti interessanti (Flipping Death e Stick it to the Man), e dimenticato il mezzo passo falso di Zombie Vikings, gli svedesi sono tornati un anno fa con il sorprendente Fe, pubblicato da Electronic Arts.
Con Ghost Giant cambiano di nuovo la prospettiva – questa volta in prima persona – e lo stile artistico, che punta a un’essenzialità low-poly e all’effetto diorama per portare nella realtà virtuale di PlayStation un mondo già adesso irresistibile. Saranno riusciti a creare un’altra piccola perla nel catalogo del PlayStation VR?
Il gioco inizia con il gatto antropomorfo Louis che piange a riva di uno stagno. La vita alla fattoria è più dura di quanto pensasse, i debiti della madre cominciano a pesare e la solitudine è diventata un fardello difficile da sopportare. Le sue lacrime brillanti finiscono sulla superficie dell’acqua, andando a formare un bagliore davanti a lui. Questa luce cresce e si accumula, formando le mani grassocce e dalle tre dita del giocatore. Louis vede il grande gigante formato da luce blu e reagisce con sorpresa, nascondendosi per la paura.
Qui inizia la nostra “relazione” con il piccolo gattino: è solo e non si sa bene dove si sia cacciata la madre di cui parla ogni tanto agli altri abitanti del suo mondo, il villaggio di Sancourt. Vorrebbe fare tante cose: vorrebbe recuperare la chiave del capanno in giardino che gli è stata rubata da un corvo, vorrebbe spingere l’auto fino sulla strada per riuscire a metterla in moto spingendola a valle, vorrebbe estirpare quei giganteschi girasoli dal campo che deve seminare… ma non ce la fa, c’è sempre qualcosa che va storto.
Qui entriamo in gioco noi, il Ghost Giant, e semplicemente toccando, afferrando e spingendo, riusciremo ad interagire con il mondo di Louis. Si osservano le scene come se si fosse in cima a una torre, se non fosse che quella torre non sia altro che il gigante stesso. Gli altri personaggi non sembrano vederci, anche se possiamo far sentire la nostra presenza sfiorandoli o interagendo con gli oggetti che gli stanno intorno.
Ma ora addentriamoci meglio sul gameplay: strutturalmente parlando, Ghost Giant si presenta come un’avventura in tre dimensioni in cui si procede risolvendo una serie puzzle ambientali. Il gioco si compone di diverse “scene” o livelli, in totale 14, che donano al titolo una longevità di circa 6 ore. Per procedere nell’avventura dovremo usare due PlayStation Move per interagire con oggetti e personaggi, aiutando Luis a superare ostacoli o facendo qualsiasi cosa che dovesse chiederci.
Ovviamente, nei primi livelli ci verrà presentato il vero e proprio gameplay tramite un semplice tutorial. In realtà le cose che potremo fare con i motion controller sono limitate: con il tasto centrale potremo puntare il dito ed indicare qualche oggetto, oltre che interagire ad esempio con Louis facendogli il solletico. Con il trigger posteriore invece potremo stringere la mano a pugno, azione che ci permetterà di afferrare i vari oggetti dello scenario. Oltre a gettare lo sguardo dove si vuole semplicemente girando la testa, si può agire su due pulsanti dei controller Move per ruotare la visuale a destra o a sinistra, rimanendo così sempre in mezzo alla scena.
Le azioni che dovremo eseguire durante l’avventura sono molto varie, seppur abbastanza semplici: dovremo afferrare e togliere dei fiori appassiti dai campi della fattoria, dovremo sollevare una macchina per aiutarla a salire su una collina, e così via. Con il passare delle scene, i puzzle ambientali si faranno finalmente più elaborati, ma mai davvero troppo difficili. Per riuscire a completare questi enigmi dovremo osservare bene la mappa di gioco ed usare un po’ di pensiero laterale. Ad esempio, quando raggiungeremo il centro del villaggio di Sancourt, ci saranno case da far ruotare su loro stesse grazie a grosse manovelle. La sensazione è quella di stare osservando delle case di bambole, in cui potremo vedere muoversi lo stesso Louis ed altri personaggi secondari. Fra leve da tirare per ruotare le architetture della città (rivelando così nuovi spazi osservabili) e tetti da rimuovere per spiare dentro le abitazioni, l’avventura di Ghost Giant assume gradevoli sfumature enigmistiche e “investigative”.
Inoltre, in alcuni casi specifici ci verrà richiesto di soffiare sul microfono del PSVR, ad esempio per creare del vento per far volare via alcuni uccelli che ci bloccano il cammino, o ancora dovremo lanciare letteralmente alcuni elementi dello scenario per ottenere oggetti che ci serviranno per proseguire durante l’avventura. Questi sono solo alcuni degli esempi di quello che dovremo fare in Ghost Giant.
Oltre ai principali enigmi del gioco, ci saranno piccoli segreti da scoprire in ogni scena. Nascosti tra gli sfondi colorati, saranno presenti personaggi nascosti da trovare e piccoli giocattoli con cui interagire, come una girandola su cui dovremo soffiare, o una palla da lanciare in un canestro in lontananza. Sicuramente si tratta di un buon modo per aumentare la longevità del titolo e far felice tutti gli appassionati di trofei e collezionabili in generale.
Per certi aspetti, il titolo di Zoink Games ricorda Astro Bot Rescue Mission o il gioco di avventura Moss, dato che impersoneremo delle “figure giganti” all’interno del mondo di gioco. Ma ora parliamo dell’aspetto tecnico ed artistico del titolo: la grafica colorata del gioco presenta un mondo variopinto ed ottimamente caratterizzato. Sembra qualcosa che potrebbe essere stata creata da un bambino, o forse un’intera classe di bambini a scuola che si esibisce in uno spettacolo di marionette. Lo scenario e gli oggetti sono fatti di cartone ondulato e carta dipinta. Si può addirittura vedere l’interno del cartone e le pieghe della carta marrone che danno rigidità al materiale, così come è possibile vedere strati di carta incollati uno sopra l’altro che aggiungono texture al terreno o ai lati degli edifici. Tutto ciò conferisce a Ghost Giant uno stile che ricorda altri titoli in esclusiva PlayStation: Little Big Planet o Tearaway.
Ma ora soffermiamoci sulle scenografie, costruite con una meticolosa attenzione ai dettagli. Ogni scena rappresenta di fatto un intricato quadro a tre dimensioni, in cui trovano posto oggetti di ogni tipo, personaggi stravaganti, e casette completamente arredate. Spesso mi sono ritrovato fermo ad osservare semplicemente le scene e tutti i bellissimi particolari ricreati dal team di sviluppo. È sicuramente un piacere anche la possibilità di infilare la testa dentro le varie case della cittadina di Sancourt o della fattoria di Louis.
Anche il comparto audio è ben realizzato, con un doppiaggio inglese di alto livello (sono presenti i sottotitoli in italiano) e musiche orecchiabili e dal tono fiabesco. Ultima nota da fare è che, con la sua placida interazione e la staticità dei movimenti a nostra disposizione, il titolo non mette a rischio colazione o pranzo. Durante la mia prova non ho riscontrato in alcun momento fenomeni di motion sickness.
In conclusione, Ghost Giant è un ottimo puzzle game per la realtà virtuale di Sony. Sicuramente non offre grandissima varietà o complessità degli enigmi, ma sa intrattenere il giocatore in un mondo fiabesco ottimamente realizzato. La trama è sicuramente uno degli aspetti più riusciti del gioco, e riesce a far instaurare empatia verso tutti i personaggi che incontreremo, soprattutto con il piccolo Louis. Il tutto è contornato da un comparto artistico, tecnico e audio di primissimo livello. Unico neo della produzione è la poca varietà delle azioni che svolgeremo durante la nostra avventura. Il gioco sarà disponibile dal prossimo 16 aprile, e vi consigliamo di prendere in considerazione l’acquisto se siete possessori del PSVR!