Cosa è il gioco di ruolo? E chi è Camarilla Italia?
Il gioco di ruolo nacque nel 1921 grazie al “teatro della spontaneità”, attività tutt’ora usata nei teatri per i futuri giovani attori; ma dopo tutto questo tempo, in quanti conoscono effettivamente il termine GdR? Per un player, la prima cosa che viene in mente sentendo il termine “gioco di ruolo” sarà, molto probabilmente, l’ultimo gioco giocato o preferito del genere. Ad altri, invece, il primo pensiero si concentrerà sui vari personaggi che interpreterà a qualche evento o durante una role con la propria compagnia. Già, perché il GdR non è solo il genere con cui viene classificato un gioco, ma è anche una serie di attività che uniscono varie persone in riunioni dal vivo o a distanza. Ma di cosa sto parlando, di preciso?
Quante volte, da bambini, vi siete fermati a correre per casa impersonando Superman o un altro supereroe? E quante, voi ragazze, vi siete fermate a interpretare principesse di luoghi lontani o conosciute? Ebbene: involontariamente avete giocato di ruolo. Specificato così appare come un’attività infantile e fine a sé stessa, un modo come un altro per divertire i più piccoli durante le feste o all’interno della propria abitazione. Niente di più sbagliato.
Il gioco di ruolo è stato, nel corso degli anni, motivo di studio da parte di psicologi e studiosi in grado di dimostrare che, tutta l’attività proposta da un semplice GdR, aiuta la persona a sbloccarsi e a creare relazioni sociali.
Come detto all’inizio, il gioco di ruolo nacque dal “teatro della spontaneità”: attività dove gli attori impersonavano personaggi sul momento, senza un copione, andando a raccogliere le proposte del pubblico per assemblare via via lo spettacolo. Tutt’oggi viene usato questo metodo sia dalle compagnie di teatro, sia in alcuni GdR dal vivo che coinvolgono il giocatore facendolo entrare direttamente nella storia.
Ovviamente non esiste solo questo tipo di gioco di ruolo, come è ben intuibile dai videogame e da ciò che avete letto qualche riga più sopra, ma il genere si dirama in varie categorie.
LA STORIA DEL GIOCO DI RUOLO
Come detto nel paragrafo precedente, il gioco di ruolo nacque moltissimi anni fa, proseguendo sempre più a livello lavorativo: psicologico e teatrale. Solo negli anni ‘70, il GdR passa ad uno stadio cartaceo che riscosse molto successo, specialmente nei giovani e negli appassionati degli wargame – giochi da tavolo in cui vengono simulate battaglie di vario genere.
Molte persone, probabilmente, avranno sentito parlare di D&D – Dungeons & Dragons – e dei suoi innumerevoli manuali; DnD (altro acronimo del gioco) non è altro che un gioco di ruolo fantasy cartaceo, considerato uno padri di molti GdR, e parliamo di: WarHammer Fantasy/40.000, Call of Cthulhu, Pathfinder, Fate e tanti, tanti altri.
Viene considerato uno dei GdR più pesanti in circolazione proprio a causa degli innumerevoli manuali e delle versioni che arricchiscono questo gioco sempre di più. Tutto ciò, però, è stato d’ispirazione per i primi giochi di ruolo online, dove un player – in questo caso role-player – gioca con altre persone raccontando la storia del proprio personaggio tramite scene scritte. Queste scene prendono il nome di role – tradotto: “ruolo” – create su piattaforme social, quindi Facebook o similari, o tramite siti specializzati, specifici e non.
La modalità di gioco è sempre uguale per tutti, o quasi: si crea un personaggio con l’apposita schedina, tra cui l’aspetto – ove richiesto -, la storia, le meccaniche e tutto ciò che riguarda il suo mondo. Compresa la razza d’appartenenza. Dopodiché si è pronti per affrontare avventure, guidate da un game master (colui che gestisce la parte narrativa dell’avventura e muove tutto ciò che sta attorno ai protagonisti) oppure in solitaria per quanto riguarda la modalità online.
Ovviamente, tutto ciò, non è presente in un normale videogame, dove i personaggi e le ambientazioni sono studiate nei minimi dettagli da case produttrici al posto nostro. Ma non mancano, però, giochi che danno la possibilità di creare il proprio personaggio e di muoverlo come pare e piace – parliamo di alcuni MMORPG, per esempio. E, i generi dei GdR sopracitati sono tra i più disparati: fantasy, gialli, d’avventura, d’azione e addirittura ispirati a videogame, film, telefilm e libri.
Ma c’è ancora un gioco di ruolo di cui abbiamo parlato pochissimo e sporadicamente nelle righe sopra; parlo del gioco di ruolo dal vivo, citato nei primi paragrafi come attività ludico-teatrale. Giocare di ruolo dal vivo, come attività a sé stante, avviene dagli anni ’20 fino ad oggi con associazioni varie in grado di intrattenere i visitatori con spettacoli dove, il visitatore, può essere il protagonista. E’ possibile giocare con altre persone, impersonando e improvvisando un personaggio, specialmente durante le fiere italiane. Un esempio è il Lucca Comics & Games annuale, dall’1 al 5 novembre, dove è possibile trovare Camarilla Italia: un’associazione no-profit che realizza attività ludico-teatrali.
Ecco a voi: Camarilla Italia!
Per parlarvi al meglio di questa associazione, abbiamo intervistato Antonio Ferraro: membro del Consiglio Direttivo di Camarilla Italia. I loro eventi sono visibili sul sito internet, con gallerie di foto inerenti alle loro attività. Noi di Natural Born Gamers ringraziamo Camarilla Italia per la disponibilità, augurando a tutti i collaboratori una buona fiera. Buona lettura!
NBG: Antonio, tu fai parte del Consiglio Direttivo di Camarilla Italia. Cosa è, chi è, Camarilla Italia?
Antonio Ferraro: Camarilla Italia è un’associazione che si occupa di divulgare la cultura del gioco di ruolo dal vivo. Principalmente attraverso la realizzazione sul territorio nazionale di performance ludico-teatrali aventi come soggetto il cosiddetto World of Darkness, ambientazione della casa editrice White Wolf di cui siamo fan club. Il gioco di ruolo, come certamente i vostri lettori sapranno, è un tipo di gioco di gruppo in cui ognuno recita il ruolo di un personaggio entro il contesto di una ambientazione di fantasia. Si tratta di una attività creativa che stimola le competenze linguistiche e sociali dei giocatori. Nella versione “dal vivo” i giocatori sono più numerosi e recitano la parte anche attraverso un costume adeguato in una scenografia coerente. L’ambientazione di gioco che proponiamo è una versione per così dire più oscura del mondo in cui viviamo, popolata da creature sovrannaturali. I giocatori interpretano questi personaggi affrontando tematiche che spaziano dall’avventura investigativa, allo scontro per il potere, al conflitto interiore. I nostri eventi locali, che si svolgono ogni mese in diverse città italiane, vedono una partecipazione media di 30 giocatori-attori. Quelli nazionali possono raggiungere le 200-300 unità. Dietro a questo c’è una organizzazione che coinvolge i soci da un punto di vista di partecipazione democratica e collaborazione volontaria, che rendono Camarilla Italia una grande palestra di socialità e di competenze gestionali e tecniche. Al momento Camarilla Italia conta circa 250 soci e cinque sedi (Milano, Roma, Bologna, Lucca, Potenza). Camarilla Italia, nonostante sia stata fondata nel 2004 continua a proporre novità e a partecipare a progetti in collaborazione internazionale, nell’ottica di una crescita culturale continua. Le nostre sceneggiature non si limitano comunque a quelle relative ai prodotti editoriali White Wolf. Da quest’anno abbiamo avviato una cronaca fantasy originale, Ascensus, che per noi è una novità assoluta che sta riscontrando un certo apprezzamento e ci sta dando molta soddisfazione. Da diversi anni inoltre giochiamo a Sine Requie, che è un gioco di ruolo italiano che ha avuto un grande successo e che abbiamo adattato alla giocabilità dal vivo con un regolamento originale.
NBG: Come è nata l’idea di creare un’associazione così grande? Camarilla Italia è un’associazione no-profit: che significato ha avuto, per voi, nel corso degli anni? Specialmente all’inizio di quest’avventura.
Antonio Ferraro: L’idea è nata dall’incontro fra tre grandi del nostro settore: Umberto Francia, che proveniva dall’esperienza della grande associazione di gioco di ruolo fantasy grvitalia; Claudio Antonio Forgione, un creativo sceneggiatore che aveva già dato prova di sé con le sceneggiature di gioco di ruolo dal vivo dei prodotti White Wolf; Roberto Petrillo di Raven Distribution. L’obiettivo era di creare anche per l’ambientazione horror-punk del World of Darkness qualcosa in Italia simile a GRVItalia. Umberto rappresentava questo trait d’union con l’esperienza di GRVItalia; Claudio l’esperienza nella nuova ambientazione di gioco; Roberto era il principale sponsor commerciale dell’iniziativa. Con il tempo Camarilla ha acquisito poi una sua particolare identità tanto dal punto di vista ludico che organizzativo. Ludico perché è parte del circuito internazionale di The Camarilla, il fan club ufficiale della White Wolf, e ciò consente l’esperienza unica nel nostro panorama europeo di partecipare col proprio personaggio ad un’unica grande storia, con occasioni di scambio con giocatori di ogni parte del mondo. Organizzativo perché, con l’esperienza, si sono creati dei modelli procedimentali unici che hanno mostrato grande efficacia negli anni nel favorire sempre partecipazione e ricambio generazionale, che sono un po’ un vulnus del terzo settore.
NBG: Immagino che, dal 2004, voi abbiate incontrato un’infinità di persone: penso che ci saranno stati dei visitatori che avranno chiesto spiegazioni riguardo l’attività. Cosa rispondete, solitamente, a chi vi domanda “Cosa è un gioco di ruolo/attività ludico-teatrale”? E quale è stata la loro reazione?
Antonio Ferraro: La prima cosa che proponiamo è di partecipare ad un nostro evento per toccare con mano. Sia per gli incontri locali che per quelli promozionali, come i tre che faremo giovedì, venerdì e sabato durante Lucca Comics & Games, il nostro team di sceneggiatori introduce a grandi linee la serata e assegna ai partecipanti un canovaccio con obiettivi da conseguire. Gli ospiti sono, quindi, seguiti e coordinati da giocatori già veterani appositamente incaricato, per assicurare che questa prima esperienza sia il più possibile completa e piacevole.
NBG: A proposito di Lucca Comics & Games: quali saranno i vostri programmi, nei giorni da te indicati? E in quale area sarà possibile trovarvi? Ovviamente se è possibile saperlo.
Antonio Ferraro: Ma certo. Come ogni anno saremo in area The Citadel con il nostro stand dove sarà possibile ricevere informazioni e iscriversi per gli eventi. In particolare quest’anno, oltre al classico appuntamento con Masquerade e Requiem, le nostre due principali sceneggiature, offriremo agli ospiti della Fiera una chicca: una sessione in anteprima, completamente non canonica, della nuova ambientazione di V5. Gli appuntamenti sono fissati dalle 21 circa presso i baluardi (giovedì e venerdi) e sabato per requiem nella meravigliosa cornice di Villa Bottini, gentilmente concessa per l’occasione. Inoltre ci sarà una proiezione di un documentario della White Wolf, ma non posso anticipare altri dettagli dato che ancora non è stata pubblicata la notizia ufficiale. Invito solo tutti i fan a non prendere impegni per domenica pomeriggio.
NBG: Hai parlato di ambientazione non canonica di V5: potresti spiegare meglio, per i nostri fan che non si sono mai approcciati a questo mondo?
Antonio Ferraro: È un elaborazione la quinta edizione di vampire The Masquerade. In questi ultimi mesi la White Wolf ha rilasciato delle versioni di test con dei cenni alla nuova ambientazione di gioco. Il nostro team creativo, da questi pochi elementi che sono circolati, ha costruito una cornice più ampia e ha ipotizzato uno scenario coerente da giocare a Lucca. Si tratta di un esperimento unico.
NBG: Parlando un attimo di programmazione: Camarilla Italia ha già dei piani futuri? A livello generale.
Antonio Ferraro: Nel corso del 2018 sono in programmazione due eventi nazionali, per la primavera e l’estate. Ma la novità principale saranno il restyling dei nostri applicativi web e l’avvio della nuova sceneggiatura di vampiri quinta edizione. Il nostro team di sceneggiatori sta già lavorando da un mese al nuovo manuale per i giocatori.
NBG: Ultimamente, nei vari social, sono spuntati, e spuntano, articoli contro il gioco di ruolo o verso attività ludico-teatrali. Quest’ultimi vanno a definire queste attività “deleteree per la psicologia della persona e per niente educativo”. Cosa risponde, Camarilla, a tutto ciò?
Antonio Ferraro: Si tratta di uno pseudoproblema che ha radici lontane, da un punto dì vista sia storico che sociologico. È ciò che non si conosce il problema: le cose fuori dalla media sono percepite come anormali: questo processo cognitivo di demonizzazione del diverso soddisfa l’esigenza di sentirsi rassicurati. Tutti gli hobby espressione di cultura minoritaria sono colpiti: videogiochi, boardgame, modellismo… il gioco di ruolo non fa eccezione. Da un punto di vista scientifico, poi, non c’è alcun lavoro che attesti una qualche rilevanza statistica fra il giocare di ruolo e avere i disturbi di cui parli. Se mai è il contrario. Fin dagli anni ’80 sono presenti studi che dimostrano il contrario, penso al più noto Gary Alan Fine (Shared Fantasy) o al nostro italiano Prof. Giuliano.
NBG: Per far parte di un’associazione come Camarilla si deve avere anche una grande passione, preparazione e conoscenza. Quali sono state le tue prime esperienze o giochi di ruolo?
Antonio Ferraro: Io personalmente sono un po’ un outlier, perché ho cominciato a giocare di ruolo molto presto, a 9 anni. Come quasi tutti i giocatori della mia generazione con Dungeons&Dragons. Poi quando mi sono trasferito a Roma per studiare mi sono imbattuto nel mondo del gioco di ruolo dal vivo e, con tre amici fuori sede come me, ho avviato la sceneggiatura di gioco di ruolo dal vivo di ambientazione Masquerade terza edizione, più longeva d’Italia. Questo mi fece conoscere dal primo consiglio direttivo di Camarilla Italia che mi volle in staff narrativo nazionale. Da lì poi sono successe tante cose, sono divenuto sceneggiatore nazionale e presidente dell’associazione fino a quest’anno che mi sono pensionato. Dd ogni modo, per iniziare, non serve nulla. Tutti possono aderire senza alcuna differenza di preparazione iniziale, età né altre variabili. Piano piano si impara e il nostro staff segue tutti passo passo.
NBG: Oltre a ciò, quali sono state le tue esperienze più significative. Nel bene o nel male o all’interno dell’associazione. E, per concludere: cosa significa, per te, giocare di ruolo?
Antonio Ferraro: La più significativa è l’onore di collaborare con i soci, membri del consiglio, dello staff e dell’associazione in generale. Risolvere assieme criticità ed elaborare scene e trame coinvolgenti per i giocatori. Chiaramente una organizzazione grande ha i suoi momenti negativi e in questi anni ci sono stati degli allontanamenti di alcuni validi collaboratori e partner. Fa parte del gioco. Si spera sempre di andare tutti d’accordo ma purtroppo non sempre è possibile. Per me giocare di ruolo è un modo per esprimere e provare emozioni che, nel quotidiano, non hanno occasione di venir fuori.