Hunt: Showdown è l’ultima fatica prodotta da Crytek, uscita in anteprima già a febbraio 2018 su PC e precedentemente analizzata da noi proprio qui. In questa recensione approfondiremo l’analisi nella sua versione Game Preview disponibile per Xbox One nello store Microsoft.
Definire Hunt sotto un unico genere risulta essere davvero molto complicato, in quanto questo titolo è davvero un mash-up di generi e di stili diversi. Proviamo a mettere ordine per cercare di snocciolare il tutto, e per trovare e cogliere la vera essenza di questo titolo.
Un gameplay molto particolare
FPS, Battle Royale e Horror sono tutti e tre generi che possono essere associati ad Hunt: Showdown. Infatti in questo titolo impersoneremo dei cacciatori che, all’interno della mappa, dovranno scovare dei mostri (sui quali viene messa una taglia), ucciderli, ed infine riuscire ad evadere tenendo con sé la taglia. Detta così può sembrare facile, ma vi assicuriamo che non lo è assolutamente.
Nella mappa, oltre a voi, ci saranno altri hunters controllati da giocatori reali che potranno ovviamente decidere se andare a caccia delle loro taglie, oppure appostarsi e cercare di rovinare l’operato degli altri cacciatori, evitando che riescano ad uscire dalla mappa dopo l’eliminazione della taglia.
L’ambientazione in cui si svolgono le cacce è storicamente collocata nel periodo iniziale del XX secolo: questo chiaramente comporta una fucina coerente con il momento storico. Scordatevi fucili a ripetizione, mitragliette o armi automatiche di qualsiasi tipologia; inoltre la ricarica non è automatica, ma l’arma ricaricherà solo dopo aver premuto il tasto X; se proveremo a sparare con l’arma scarica, molto realisticamente la nostra azione non produrrà alcun risultato.
Oltre all’ambientazione storica e gli altri giocatori, l’ulteriore difficoltà deriva dai mostri presenti sulla mappa: la location è popolata da tantissime creature sovrannaturali che, se eliminate, vi daranno un surplus di esperienza al termine della partita; è possibile trovare bestie gigantesche con fattezze immonde, strane creature tentacolari acquatiche, mostruosi pesci ed altre terribili creature che effettivamente creeranno un’atmosfera agghiacciante durante tutte le vostre cacce.
Parliamo ora invece di quello che è effettivamente l’obiettivo di una partita di Hunt: Showdown: eliminare uno dei due mostri con una taglia. All’inizio della partita apparirete in un punto casuale della mappa, che in realtà non è per niente piccola, e per trovare la vostra taglia dovrete cercare degli indizi – esattamente 3 – che possano rivelarne la posizione; per trovare gli indizi vi verrà in aiuto l’abilità innata di ogni cacciatore: la “Dark Sight”, attivabile con la pressione del tasti RB, che di fatto vi segnalerà – tramite impronte o tracce sul terreno – gli indizi nelle vostre vicinanze: in questo modo riuscirete ad individuarli, e di conseguenza arrivare a trovare il boss più vicino alla vostra posizione iniziale. Le boss battle vi si presenteranno come battaglie PvE in luoghi chiusi, e risulteranno essere davvero ostiche; nel momento in cui finirà la battaglia, inizierà la parte più difficile: sfuggire agli altri giocatori che vorranno uccidervi per rubarvi la taglia del boss ed incassarla al posto vostro.
Questo, sommariamente, è il fulcro della Battle Royale di Crytek, ma c’è ancora un aspetto fondamentale da farvi notare: il Permadeath dei vostri cacciatori. Se verrete sconfitti durante una sessione di gioco, il vostro personaggio morirà in via definitiva e tutti i progressi fatti con lui svaniranno. Questo è sicuramente un aspetto che aumenterà notevolmente il livello di “ansia” durante le cacce, soprattutto quando il vostro cacciatore sarà ad un livello abbastanza alto. Il Permadeath, i vari mostri sparsi per la mappa, l’atmosfera generata dall’ambientazione, i boss e gli altri giocatori: tutti questi elementi sommati terranno altissimo il vostro livello di attenzione ad ogni partita ed è proprio questo, a mio modestissimo parere, che Hunt: Showdown vuole far passare ai giocatori con questa formula di gameplay.
Una conversione da PC… poco conversione e molto PC
Un aspetto che salta immediatamente all’occhio di Hunt è che Crytek sembra aver messo pochissimo impegno nella conversione da PC a Xbox One del suo titolo.
Si parte immediatamente a notare questa “imperfezione” di conversione direttamente dal menù principale: le varie tab non hanno la possibilità di essere cambiate tramite tasti dorsali (come per la maggior parte dei casi nei titoli per console), quindi sarete costretti a selezionare manualmente la tab di interesse e premere il tasto A per accedervi. Ulteriore pecca è quella di non aver inserito le classiche scorciatoie per avanzare o indietreggiare tra le sezioni con i tasti A e B, che solitamente sono utilizzati proprio per velocizzare lo scorrere delle varie impostazioni o scelte. Inoltre, quasi come ciliegina sulla torta, i menù sono totalmente privi di interazione con il d-pad, ma bisognerà spostare un cursore con l’analogico sinistro per selezionare qualsiasi cosa, esattamente come si farebbe con il mouse su PC. Si può considerare quindi il lavoro di Crytek come una “semplice” ricompilazione del codice per far girare il gioco su Xbox One, senza un minimo di accorgimento per gli utenti console.
Comparto Tecnico
Hunt: Showdown, dal punto di vista tecnico, ha davvero poco di sbagliato o fuori luogo. Visivamente il gioco è davvero ben fatto e l’ambientazione, i mostri e le armi sono davvero curati nei minimi particolari; di contro, forse i caricamenti risultano essere un tantino lunghi, il che è sicuramente dovuto al fatto che la mappa di gioco e tutto il suo contenuto sono caricati interamente prima di ogni caccia. Nonostante la nostra prova sia stata fatta su Xbox One X, i secondi passati nella schermata di caricamento sembrano decisamente lunghi. Il Crytek Engine regge davvero bene, e i frame per secondo risultano essere stabili anche nelle fasi più concitate delle varie battaglie, sia contro i boss che contro gli altri giocatori. Una piccola menzione va sicuramente fatta, in positivo, ai server che sono sicuramente performanti e che, con una buona connessione stabile, non presentano lag né nell’input dei comandi, né nelle fasi di gioco. Sicuramente un downgrade dei dettagli rispetto alla versione PC è presente, ma non si nota così tanto.
Il comparto audio è forse uno dei migliori del suo genere e degli ultimi mesi: il gioco va assolutamente giocato con delle cuffie in quanto qualsiasi rumore, soprattutto nelle fasi più “stealth” delle cacce, è assolutamente fondamentale. Un verso di un mostro, il crac di qualche ramo spezzato da qualche altro giocatore, il rumore dei passi dei mostri, sono tutti effetti sonori campionati alla perfezione e ben implementati nel gioco, e solo un buon paio di cuffie con Dolby 5.1 vi permetterà di coglierli alla perfezione e quindi sfruttarli per la buona riuscita della vostra partita. Anche gli effetti sonori delle armi sono ben riprodotti e fedeli a quelle che sono le rappresentazioni dell’arsenale a disposizione nel gioco. Le musiche, infine, sono ottime e vi caleranno davvero nella macabra caccia che Hunt: Showdown si prefigge di offrire. Nonostante le cattive acque in cui verte Crytek nell’ultimo periodo, qui non si è assolutamente badato a spese “pompando” davvero molto il comparto tecnico.
In conclusione
Hunt: Showdown non è un gioco per tutti, anzi oserei dire che si pone molto verso un pubblico di hardcore gamers. Il fattore ansia dovuto al Permadeath, e la difficoltà di abbattere mostri e giocatori avversari, sicuramente farebbero allontanare i casual gamer e chi cerca in un gioco più contornato da divertimento e tranquillità. Se non vi spaventano i mostri, e avete a disposizione tanta pazienza, Hunt è il gioco che fa per voi. Per ora il gioco è in Early Access su PC e nel programma Xbox Game Preview su Xbox One. In entrambe le versioni, la lingua disponibile è soltanto quella inglese. La speranza è quella che, una volta uscito dall’Accesso Anticipato, saranno apportate migliorie in ambedue le versioni.
Versione Provata: Xbox One X