I giochi con la grafica creata con la pixel art sono tra i più amati fra i videogiocatori e attualmente questo stile viene utilizzato molto spesso nei giochi indie. E i prodotti finiti fanno breccia nel cuore dei giocatori avvantaggiati, forse, da questo senso e stile un po’ retrò. Iconoclasts ha una grafica colorata, particolare, piacevole da vedere e non è solo questo ciò che lo ha reso un piccolo, grande, capolavoro, ma anche grazie a tutto ciò che il gioco offre.
Inizialmente doveva chiamarsi Ivory Springs; la sua è una storia di ben 7 anni, fra cambiamenti e genialità che hanno portato Joakim Sandberg a creare l’Iconoclast che abbiamo oggi, uscito il 23 gennaio 2018. Disponibile su PC, PS4 e PSVita a un prezzo di €19,99.
Un metroidvania 2D che ha fatto discutere la community – Generale.

Iconoclast – Le Difficoltà
Da quando il gioco è uscito, i videogamer si sono fatti sentire con discussioni accese sui pro e i contro di Iconoclasts. Il gioco è ben fatto, molto bello da giocare e da guardare, ma presenta anche dei piccoli difetti che, in realtà, possono essere causati dalla categoria di cui fa parte il gioco: un puzzle metroidvania 2D. Per avanzare, durante l’avventura, sarà necessario risolvere dei piccoli puzzle, come: smuovere colonne e come fare per farlo, oltre che trovare nuove vie per poter trovare luoghi nascosti e impensabili. Joakim Sanberg – Konjak – ha disseminato in vari punti di Iconoclasts delle piccole guide visive per aiutare il giocatore durante la partita, rispondendo ad alcuni punti dell’elenco prima citato, ma spesso ci ritroveremo a non sapere cosa fare perché, appunto, saremo privi di queste guide indispensabili. E questo è stato un punto molto toccato dai videogiocatori, in quanto fecero notare come alcuni suggerimenti fossero a dir poco scontati e inutili, mentre altri fossero totalmente assenti.
Però, essendo un puzzle game, non sempre possiamo avere quel piccolo aiutino che ci può tirare fuori dai “guai”. Per questo motivo, il punto in difetto citato può essere inserito nella lista dei pro che Iconoclasts possiede. Il gioco, anche se giocato in Standard Mode, non da nulla per scontato e anzi, riesce a non farti sentire il livello più facile del gioco come, appunto, quello più facile. Pochi giochi riescono in questo intento, nonostante all’inizio ci fosse stato un piccolissimo dubbio causato dalla pistola auto-puntata verso i nemici.
Ma non è l’unica stranezza trovata durante la partita; il sistema di salvataggio di Iconoclasts è “strano”, ma perché? Una volta salvato, i forzieri aperti rimarranno aperti, mentre respawneranno i nemici che, ovviamente, dovranno essere sconfitti ancora una volta. Una curiosità che si vede più avanti nel gioco, quando cominceremo a capire l’importanza dei materiali e delle abilità che si possono sbloccare con essi. E, anche questo, è stato uno dei punti toccati dalla community videoludica.
Affronteremo quest’avventura ben equipaggiati – La Storia.

Iconoclasts – Pixel Art
All’inizio del gioco saremo provvisti di una pistola che ci aiuterà contro i primi nemici sul percorso. Per lo più, saranno creature facili da abbattere e di una difficoltà quasi inesistente anche grazie all’auto-mira che la pistola super tecnologica possiede. Un particolare che ha causato un bel po’ di domande, una fra tutte è la seguente: “L’auto-mira è stata impostata perché, al momento, siamo al livello più facile del gioco?”. Più avanti si andrà e più questo dubbio verrà cancellato.
A sconfiggere i nemici ci sarà una diciassettenne, bionda, e orfana di padre. Noi, quindi, saremo Robin e in tutto il gioco non la sentiremo mai parlare, tranne per una singola volta in cui risponderà in una maniera alquanto insolita e particolare: nella vignetta di Robin apparirà un pettirosso che, in inglese, viene tradotto come Robin. Un modo originale per rispondere alle domande più sentite nei videogiochi: “Come ti chiami?” e “Chi sei?”. Il padre, a quanto viene detto subito, era un meccanico della The One Concern, organizzazione che troveremo far visita alla protagonista quasi subito. Ci sarà un piccolo dialogo da parte loro e, una volta che ci avranno lasciati, inizierà la nostra avventura.
Ci avventureremo in mappe colorate e dettagliate – Grafica.

Iconoclasts – Deserto
Come detto all’inizio, la grafica e l’intero gioco è stato creato con la pixel art e abbiamo già nominato anche il solo creatore di tutto ciò: Konjak. Infatti, in questi anni ha sviluppato completamente da solo Iconoclasts, curando anche gli ambienti in ogni minimo dettaglio.
La nostra avventura girerà in luoghi dove l’organizzazione religiosa The One Concern ha un ruolo dominante e dove, a quanto pare, essere un meccanico è sul limite della legalità. Ma, la prima cosa che viene in mente dopo aver scoperto questo, e dopo aver osservato bene il mondo di gioco, è che essere un meccanico è più importante di quanto si possa pensare. Infatti, in mezzo alla natura troveremo riferimenti a ingranaggi e spesso, per avanzare, avremo bisogno di azionare delle leve che solo con una chiave inglese potremo attivare. Finiremo in mezzo a tanti problemi proprio per il semplice fatto di essere un meccanico, ma questa nostra professione ci porterà anche tante soddisfazioni; incontreremo tanti personaggi che ci racconteranno la storia di questo mondo e di come, The One Concern, sia riuscita a conquistare tutto il territorio anche grazie alla religiosità del luogo.
I personaggi sono un mix fra divertimento e serietà; anche loro risultano essere curati quasi quanto la grafica. Tante personalità in luoghi diversi e, spesso, i vestiari dei personaggi rappresentano la cultura dell’ambiente da cui provengono. Infatti non avremo solo l’iniziale bosco, come prima tappa, ma affronteremo deserti, mari e tanti altri luoghi che, seppur già visti in altri giochi, non dispiacciono.
Tanti luoghi e tante musiche belle da ascoltare – Sonoro.

Iconoclasts – Opzioni
Una nota di merito va alla colonna sonora in cui, la musica, cambia da luogo a luogo, da momento a momento; a volte è possibile notare una similitudine con la canzone precedente, ma è talmente tutto ben omogeneizzato che si riesce a farci caso solo con un orecchio ben allenato. I suoni non spiccano, a differenza di tanti altri giochi, ma riescono a non far stancare il giocatore, dando così ancora più colore e vivacità a Iconoclasts; molto importante, in quanto sentiremo la camminata della protagonista per la maggior parte del tempo, che differenzia dalla camminata da accovacciata solo per il semplice fatto che sentiremo i palmi delle mani “sbattere” a terra.
Un’anteprima di ciò che potrete aspettarvi all’interno del gioco la potete trovare direttamente nel trailer. Come potete ascoltare, si tratta di una musica vivace, da combattimento, ma che presenta anche molti particolari che non rendono il suono piatto.
Un’avventura da circa dieci ore – Conclusione.
Possiamo dire che Iconoclasts può essere considerato un Signor Gioco, che presenta dei difetti e dei pregi che, nel loro insieme, bilanciano bene il gioco e lo rendono facile al divertimento. Consigliato per chi ama i generi come i metroidvania o i puzzle game, ma anche per chi vuole giocare qualcosa fuori dalle ultime uscite.
Ormai, i giochi di Konjak risultano essere quasi una certezza, ricordando anche il successo presentato con i vecchi titoli e siamo stati lieti di potervi portare un gioco simile. Joakim Sanberg è riuscito a mettere tutto sé stesso all’interno di ogni singolo pixel, rispettando il suo desiderio di voler trasmettere questa sua passione attraverso giochi di questo genere.
Impegnativo al punto giusto, tranne quando si rimane bloccati senza capire come poter continuare, e rilassante in molti punti della partita. Vi potrete innamorare delle meccaniche di combattimento, imparerete come affrontare innumerevoli nemici – anche fra i più bizzarri – e non potrete più fare a meno di muovere questa giovane ragazza con la coda a forma di calamita o ferro di cavallo.
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