Quante volte avete pensato nella vita di volervi mettere uno zaino in spalla e partire? A me è capitato, più di una volta. E questo è esattamente l’incipit di Old Man’s Journey, delicata e piacevole avventura grafica “punta e clicca” sviluppata da Broken Rules e disponibile su PC e Nintendo Switch e presto in arrivo su Playstation 4 (il 29 Maggio). Vi parlo oggi in particolare della versione Switch del titolo.
Iniziamo col dire che il genere specifico di questo titolo, il “punta e clicca”, non è il più congeniale alle console in generale, come da definizione. Tuttavia il porting, in questo caso su Switch, non fa risentire particolarmente della differenza, non essendoci azioni complesse o concitate da compiere.
Il nostro protagonista, un anziano signore dalla barba bianca che vive in una casetta in cima ad una collina nei pressi del mare, riceve un giorno una lettera dal postino. Non possiamo vederne il contenuto, ma il personaggio ne viene chiaramente turbato in qualche modo. Rientrato in casa, afferra poche cose, il proprio zaino ed il proprio bastone e parte. Verso dove non lo sappiamo, ma inizia a camminare. Subito veniamo quindi in contatto con le particolari meccaniche del gioco, che ci consentono di “interagire con l’ambiente” modificandolo per riuscire a proseguire. Con l’analogico sinistro o le frecce potremo muovere un cursore che appare a schermo come una piccola mano. Tenendo premuto il tasto A interagiremo con le cose, o potremo far spostare il personaggio cliccando in un punto, come se stessimo maneggiando un mouse. Inoltre se giocheremo in modalità portatile si potrà agire tramite l’uso del touch screen.
Sono stata subito colpita dalla bellezza delle illustrazioni che animano questo titolo. Colori caldi ma non troppo brillanti, delicati, uno stile semplice ma efficace e molto evocativo. Sembra di essere all’interno di uno di quei meravigliosi libri per l’infanzia illustrati da grandi artisti (conoscete la Fondazione Zavrel? Dateci un’occhiata per capire di cosa sto parlando). In ogni caso, il gioco prosegue, con il nostro protagonista che avanza nello scenario, grazie anche al nostro aiuto, e ogni tanto si ferma a riposare: in questi momenti egli viene come rapito dai propri ricordi e iniziamo a vedere immagini del suo passato. Vediamo sua moglie, il suo matrimonio, una figlia, una scelta. Ora però l’uomo è solo, starà andando alla loro ricerca? Le ha perdute? O abbandonate? Continuiamo il nostro viaggio, cercando la risposta.
Tra ricordi, piccoli enigmi ambientali e qualche ostacolo da superare, si delineerà quindi una storia passata di conflitto tra l’amore per il viaggio (e il mare) e gli affetti, l’amore per la propria famiglia. La scelta compiuta nel passato tormenta il nostro “Old Man”, e in questa possiamo forse ritrovare il senso di questo viaggio, anche della memoria. Viaggio che si delinea poi come una sorta di “ritorno a casa”, come veniamo a capire dai vari tasselli di ricordo che piano piano ci dipanano davanti una storia molto semplice, eppure narrata con garbo e delicatezza, senza l’uso delle parole ma tramite le sole immagini, cosa nient’affatto semplice. Elemento questo, inoltre, che mi sento di mettere in relazione con l’ottimo Last Day of June di Ovosonico, che recentemente ha fatto proprio il suo esordio su Switch. Titoli che possono anche essere paragonati a livello visivo, anche se utilizzano stili un po’ diversi.
Old Man’s Journey ci accompagnerà per poco tempo, essendo un’avventura che vi porterà via all’incirca due ore. Una volta terminato, potrete scegliere di ri-visitare lo scenario che preferite, anche solo per poter godere di nuovo dei bellissimi disegni.
Il filo conduttore in questa storia è il mare, che fin dall’inizio ci accompagna e che ci saluterà alla fine. Mare che può essere capriccioso, così come la vita e soprattutto il tempo che passa, altro grande protagonista in questa narrazione silenziosa. Una storia appunto semplice, a cui ognuno di noi, per un motivo o per l’altro, può avvicinarsi e sentirsi vicino ai personaggi, seppur per così poco tempo. Non c’è una morale, solo una storia che racconta come comunque il tempo passa, gli errori si fanno, ma si può porvi rimedio, se lo si accetta.
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