Three Fourths Home è un’avventura narrativa, sviluppata da Bracket Games, che sta per essere pubblicata su Nintendo Switch nella sua Extended Edition, il giorno 10 maggio. Ho provato quindi la versione del gioco, che è già disponibile su PC, PS4 e Xbox One, proprio sulla console Nintendo.
Iniziamo col dire che ci troviamo davanti a qualcosa che non è semplice definire “videogioco”. Anche in questo senso, la valutazione di voto sarà in relazione a questo elemento, come lo è stato per The Thin Silence, di cui abbiamo parlato poco tempo fa. E’ una (breve) esperienza narrativa interattiva che ci mette davanti alla realtà di una famiglia e dei rapporti interni tra i suoi membri, in un momento difficile della loro vita. Un breve scorcio nella loro esistenza, costruito tuttavia con tale maestria che è in grado di farci immergere in profondità nelle sensazioni e nelle emozioni dei personaggi.
La protagonista, Kelly, è ritornata a casa dei genitori nel Nebraska. La troviamo all’inizio che si appresta a tornare a casa in macchina dopo un giro a visitare il luogo in cui è nato il padre. Salita in macchina, inizierà una conversazione al telefono prima con la madre, poi con il padre e con il fratello, mentre all’esterno inizia a imperversare una tempesta. Tempesta che fa da sfondo ed esprime il nugolo di emozioni dei personaggi, che inizieremo a conoscere grazie a questa lunga conversazione. Vi sembrerà di trovarveli davanti, tutti loro, con la loro storia, i loro dubbi, il loro dolore, il senso di colpa, ma anche l’affetto che provano l’uno verso l’altro.
Il gioco consiste in questo, sostanzialmente: un’abile ed efficace scrittura costruisce per noi una storia di rapporti familiari segnata da un terribile incidente, da fallimenti ma anche dalla voglia di superare il momento negativo per stare meglio. Noi, impersonando Kelly, avremo anche la possibilità di scegliere risposte diverse, le quali condurranno ad un cambiamento del rapporto e dell’evoluzione della conversazione con i familiari. Il tutto si svolge mentre la protagonista guida verso casa: noi stessi potremo, tramite il tasto ZR fa avanzare l’auto e nel contempo il dialogo. Se lasciamo il pulsante, il tutto si stopperà, compresa la conversazione. Una scelta di meccanica interessante: potreste trovarla scomoda e macchinosa in un primo momento, tuttavia è stata pensata specificamente per questo. Infatti Kelly sta guidando e telefonando nello stesso momento, operazione, oltre che scomoda, anche pericolosa, aggiungendo la componente di tempo atmosferico non favorevole. Il giocatore dunque viene messo il condizione di gestire un controllo niente affatto agevole, che trasmette abbastanza efficacemente la sensazione di scomodità. Questa è comunque l’unica meccanica del gioco, insieme alla possibilità di scelta di una risposta tramite A e di tornare indietro alla domanda tramite B.
Visivamente la scelta grafica degli sviluppatori è stata “essenziale”. Ci troviamo davanti ad un paesaggio in bianco e nero, con effetti minimi, seppur realizzati molto bene ed estremamente efficaci nel trasmettere l’atmosfera emotiva. Lo stesso si può dire per la colonna sonora, opprimente al punto giusto e molto coinvolgente.
Il porting su Switch è totalmente da promuovere, e il gioco è godibilissimo anche in modalità portatile, che ovviamente dà il piccolo svantaggio delle linee di dialogo di dimensioni un po’ minori, ma niente di proibitivo. La Extended Edition inoltre include un’aggiunta rispetto alla prima versione del gioco: un “epilogo”, in cui vestiremo sempre i panni di Kelly in un periodo precedente alla telefonata principale. Epilogo che aggiunge ulteriori dettagli al rapporto della ragazza con la sua famiglia e ad alcuni eventi avvenuti in precedenza.
Il “gioco” di Bracket Games è quindi estremamente riuscito, esponente di un genere – quello dei videogiochi esclusivamente narrativi – che sta conoscendo un periodo di grande creatività e risultati, pensate solo a quel capolavoro di What Remains of Edith Finch, premiato recentemente anche ai BAFTA. Che questi titoli si possano considerare videogiochi nel senso stretto del termine, è un tema complesso e che nella mia personale opinione necessita di un serio dibattito, che possa forse condurre ad una nuova definizione di queste esperienze, che si discostano in maniera prepotente dalle esperienze “classiche”, che però in parte si stanno ispirando alle prime per realizzare esperimenti narrativi di alto livello.
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