Cari gamers, questa settimana la proposta di Indieland è la recensione di UnEpic. Bando alle ciance, e gettiamoci subito nell’azione!
Catapultati (letteralmente) nel GIOCO
Immaginate di stare giocando allegramente con gli amici a D&D in una serata come tante. Appena però interrompete per andare in bagno, la luce salta e vi ritrovate all’interno dello stesso gioco che stavate immaginando, ma più reale che mai con a disposizione solo un accendino… Questo è esattamente l’incipit di UnEpic, un platform RPG metrodivania, opera dello sviluppatore spagnolo Francisco Tellez De Meneses, che abbiamo provato per voi nelle sue versioni per Nintendo Switch, uscita a dicembre 2017, e PC. Il gioco è disponibile anche su Playstation 4, Xbox One, PS Vita, Linux e Mac OS.
Daniel, durante una serata con gli amici, si ritrova improvvisamente catapultato in un misterioso luogo, che gli ricorda molto quelli visitati con la fantasia durante le lunghe sessioni di roleplay. Convinto che si tratti di una potente allucinazione, il nostro protagonista, munito del suo fidato accendino, inizierà ad esplorare quello che si rivela essere un enorme castello, popolato da innumerevoli mostruose creature e da spiriti puri intrappolati contro la loro volontà, tutti assoggettati al misterioso signore Harnakon. Il nostro obiettivo sarà quindi trovare questo cattivone e suonargliele di santa ragione.
Daniel sarà affiancato durante la sua avventura da una misteriosa ombra che tenta di possederlo non appena giunto nel castello. Non riuscendoci, quello che poi sarà noto come Zera (il nome che Daniel dà di solito ai personaggi che crea nei giochi di ruolo), rimane intrappolato all’interno del suo corpo e inizialmente tenterà di tutto per ingannare il nostro protagonista in modo che ci lasci le penne ed infine lo liberi.
Un castello labirintico
Una delle prime cose che saltano agli occhi appena ci si avventura nel misterioso maniero, è la quantità di strade da prendere. La mappa, rigorosamente in 2d, è realizzata eccezionalmente bene, con bivi, scorciatoie e facilità per il giocatore di trovarsi incredibilmente indeciso su che direzione prendere. La mappa di gioco, consultabile tramite il testo Y, è piuttosto scarna e semplice e non aiuta per nulla il giocatore, essendo anche singola e interconnessa in modo piuttosto complesso, nello spirito del metroidvania. Questo non è un limite, si tratta semplicemente di una scelta che ci stimola a prestare attenzione alle strade che prendiamo e immagazzinarle, quando possibile, nella nostra memoria.
Avremo a disposizione una sorta di Nexus (cit.) centrale, in cui potremo curarci e accedere a diverse scorciatoie (naturalmente da sbloccare una ad una) utilizzabili per arrivare in varie parti del castello. Sparsi per la mappa ci saranno anche i classici “mercanti” che ci venderanno armi, oggetti, incantesimi e pozioni. Potremo anche crearli noi stessi, ad un certo punto nel gioco, in luoghi e con strumenti preposti (come ad esempio il calderone per le pozioni). Le ambientazioni sono abbastanza differenziate e caratterizzate, con luoghi come le fogne, i giardini o la biblioteca (le prime che si incontriamo) in cui cambia il colore, la musica e naturalmente il tipo di nemici che si incontra.
Let’s FIGHT
Una delle caratteristiche principali di un RPG che si rispetti è naturalmente il combat system e la crescita del personaggio. E la faccenda si fa interessante. Potremo infatti scegliere tra un’ampia varietà di armi, da quelle corpo a corpo (pugnali, spade, asce, mazze, martelli, lance) a quelle a distanza come gli archi e magiche come le varie bacchette. Inoltre mano a mano che saliremo di livello grazie all’esperienza accumulata, potremo spendere i punti guadagnati in numerose caratteristiche, che andranno a modificare la salute, la forza e tutte le varie statistiche del personaggio, arrivando ad un livello di personalizzazione notevole. Detto ciò, ne consegue che anche la pianificazione degli scontri andrà ragionata attentamente, considerando anche che il livello di difficoltà più alto rappresenta una vera sfida.
Passiamo quindi a parlare dei nemici. La mappa di gioco è naturalmente infestata da creature di vario genere, dai semplici pipistrelli, fino ai classici scheletri, piante carnivore, sanguisughe e nient’altro che possa mancare ad un maniero fantasy che si rispetti. Ma non solo. Per proseguire nella storia e sbloccare nuove parti della mappa grazie a specifiche chiavi, dovremo naturalmente sconfiggere i vari Boss, ognuno dei quali è unico e richiede una strategia specifica. Questo è uno degli elementi migliori di UnEpic, che seppur non brillando per eccelsa originalità, regala una buona varietà e una sfida strategica. Di certo non si vincerà andando all’assalto all’arma bianca. Nemmeno nella modalità più facile.
La gestione dei comandi e del menu è forse un po’ macchinosa (e i caratteri! Un po’ più piccoli no, eh? Soprattutto pensando a giocare in modalità portatile con Switch…), ma è resa più immediata dalla possibilità di assegnare a diversi pulsanti i vari oggetti, come scorciatoia per l’utilizzo. Questo vale per le pozioni, le armi, gli incantesimi e i “pet”. Si tratta di una sorta di “famigli” (cit.) che potrete ottenere in vari modi e che, equipaggiandoli, vi aiuteranno combattendo al vostro fianco. Attenzione però, che anche loro hanno una barra della salute (possono comunque essere rianimati grazie ad un oggetto specifico) e dell’energia, che rende quindi gli attacchi limitati ad un certo numero, fino al recupero.
Graphic & Sound
A livello di grafica e suono non siamo naturalmente a livelli stratosferici, non essendo questa una produzione che necessita qualità di questo genere. Il sound design è comunque piuttosto ispirato, anche se si potrebbe trovare una certa monotonia nella musica di accompagnamento andando avanti nel gioco. Graficamente non ci sono molte cose da dire, lo stile è retrò ma con alcuni dettagli ben definiti, senza naturalmente voler puntare al realismo. Ottimo il gioco di luci, che in caso di luoghi non illuminati (quasi tutte le stanze del castello), sarà reso con l’unica fonte di luce che è il nostro accendino. Potremo comunque via via accendere braceri, torce e candele che troveremo nelle varie stanze. Questo è anche un ottimo modo per “tracciare” la strada già seguita.
Citazioni Nerd
Uno degli elementi certamente più divertenti del gioco, al di là della paradossale situazione in cui si trova il protagonista, è la ricca presenza di citazioni, grandi e piccole e soprattutto dal piacevole connotato assurdo, dal mondo nerd (anche da saghe videoludiche) e dalla cultura pop degli anni ’80 e ’90. Per fare degli esempi: appena vi avventurerete nelle fogne, uno spaurito dott. Zoidberg (direttamente da Futurama) vi passerà davanti fuggendo da qualcosa. All’inizio del gioco ci sarà un’esilarante citazione a Metal Gear Solid. Un piccolo NPC a cui chiediamo aiuto parlerà esattamente come un personaggio di una certa trilogia… Ma non andiamo oltre, per non rovinarvi quelle che sono delle piacevoli ed esilaranti sorprese. E una gioia per gli occhi degli appassionati!
Anche su PC
UnEpic, passando al suo formato PC, è un gioco che in parte, controllato con mouse e tastiera, rispetta ironicamente il suo titolo. Nonostante mi sia sforzato davvero per ore a memorizzare tutti i comandi, il titolo ha davvero delle meccaniche un po’ troppo ingolfanti e che spezzano l’azione perché troppo numerose.
Ovviamente si rifanno alla gloria del gioco di ruolo con i dadi, vecchia scuola, dove è presente una fittissima scheda di caratteristiche. Ma nel mondo del gaming semplificato e degli smartphone, delle meccaniche simili risultano avulse da qualsiasi collegamento gentile e graduale da parte dello sviluppatore nei confronti dell’utenza, costringendolo ad un cambio troppo grande, dal giorno alla notte, dai comandi semplici a quelli molto complicati.
Tutto ciò spezza l’azione, ovviamente, in maniera un po’ tediosa, visto che si è costretti a guardare più volte la tastiera magari in cerca del tasto giusto di guarigione durante una battaglia. Ma si apprezza in ogni caso la disciplina con cui sono gestiti i tasti, molto ordinati anche nell’interfaccia, che riescono a mitigare in po’ la noia del non ricordarsi cosa premere, aiutando almeno un po’ l’utente. Insomma, il riferimento tematico, in questo caso azzoppa abbastanza il sistema di controllo ed è un po’ un peccato.
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