Arriva Little big Workshop, un gestionale abbastanza semplice, con meccaniche già riviste e molto basilari e un gameplay non proprio profondo. Vero però che, se non si ha mai giocato al genere, questo può essere un buon punto di partenza per i neofiti.
Trama: si poteva fare di più
Non si può dire che i ragazzi di Mirage Game Studios non ci abbiano provato, ma forse sarebbe stato meglio se non ci avessero provato proprio. Il risultato resta una trama inesistente, come in altri gestionali, ma almeno qui sembrava potesse esserci un qualcosa di davvero interessante. Inizia su un piano di lavoro che appare come quello di un impiegato edile, in cui il modello 3D di una fabbrica prende vita insieme ai propri “pupazzetti” a forma di gnomo.
Il giocatore verrà chiamato da alcuni clienti interessati ad affidargli del lavoro. Dovrà rispondere con il telefono dell’ufficio, come se il giocatore interpretasse il proprietario della scrivania. Quindi questo poteva, almeno inizialmente, sembrare un viaggio onirico di un impiegato annoiato che si diverte con i suoi giocattoli. Questo tema però non viene mai affrontato, ma finisce con l’intro del gioco che parte proprio con la scena che ci mostrerà come la fabbrica inizierà a prendere vita.
La trama viene quindi ridotta ad una semplice gara tra aziende stilata da Ferb’s (simpatica parodia Forbes). Il “cattivo” del gioco è invece il titolare della Nemesis Inc., al quale viene lasciato solo il compito di fare al giocatore qualche chiamata irritante, offendendo lui stesso piuttosto che la sua fabbrica.
Gameplay ripetitivo e già visto
Il gameplay di Little Big Workshop non è particolarmente profondo ed è la base di ogni gestionale. Comprare materia prima, possedere il macchinario giusto, avviare la lavorazione e vendere il prodotto finito. Questo tipo di gameplay è sempre stato alla base del genere, ma è anche vero che dovrebbe essere consuetudine l’aggiungere qualcosa di nuovo per dare un po’ di pepe al titolo. Little Big Workshop non aggiunge niente di trascendentale, rimanendo così piuttosto anonimo. Una nota positiva è la modellazione della fabbrica, che permette di avere piena libertà e di realizzare, quindi, la fabbrica dei propri sogni.
Il livello di difficoltà del titolo viene dato dalla gestione delle lavorazioni e alla loro pianificazione. Il problema è che una volta realizzata una lavorazione, il piano di lavoro resterà salvato e lo si potrà andare a riutilizzare all’infinito, quindi “fatto una volta, fatto mille volte”.
Ripetitivo risulta anche il lato delle sessioni di costruzione, dato che i 4 clienti fissi della fabbrica lanceranno sempre delle sfide più o meno uguali. Quest’ultime non sono altro che lavorazioni da realizzare in un determinato tempo. Visto che i guadagni sono alti, il giocatore si troverà spinto a fare sempre queste, piuttosto che ricorrere al mercato generale.
Missioni e sistema di leveling
Le missioni del gioco sono divise in quattro gruppi più il tutorial, e sono le solite che si ripetono spesso nel genere. Niente di nuovo nemmeno qui: nessuna gara con un’azienda concorrente per la produzione di un articolo X, ad esempio, ma semplicemente un “amplia questo, guadagna X, vendi Y o fai sì che il valore dell’azienda sia Z”.
Il sistema di leveling in Little Big Workshop è molto lineare e semplice da capire. Missioni e migliorie della fabbrica, o semplicemente la vendita sul mercato e le sfide, vi assegneranno un tot di punti esperienza. Ad ogni livello verranno conferiti dei punti abilità con i quali sarà possibile sbloccare determinate specializzazioni per i propri operai, o semplicemente delle migliorie per facilitare alcune operazioni.
Minigiochi passatempo, nota positiva
In Little Big Workshop esistono molti tempi morti in cui il giocatore sarà portato a stare davanti al monitor senza niente da fare. Per affrontare questi momenti, Mirage Game Studios ha deciso di inserire dei minigiochi molto divertenti che si traducono in alcuni problemi per la fabbrica. Si parla ad esempio di infestazione di topi o gnomi, operai spie della Nemesis inc., operai infestati da lumache cerebrali (chiaro riferimento a Futurama) oppure infestazioni di muffa. Tutto questo dovrà essere sgominato dal giocatore con apparecchi forniti direttamente dal gioco. Oltre a far passare del tempo, che altrimenti sarebbe morto, questi minigiochi servono anche per tirare su qualche soldo.
Gestione dei lavoratori, punto fondamentale di Little Big Workshop
I lavoratori sono l’olio che fa girare la macchina, e senza questi le lavorazioni saranno lente. Inoltre, sarebbe davvero difficile portare a termine le sfide lanciate dai clienti. Attenzione però a non assumerne troppi, visto che gli stipendi saranno la causa più comune di fallimento. Vi consigliamo inoltre di erigere una zona relax congrua ai lavoratori presenti, fondamentale se non si vuole che i propri “pupazzetti” finiscano a terra stremati dalla fatica.
Fallimento: poteva essere più duro?
Una volta scesi sotto la soglia dei -5000, arriva il fallimento: i lavoratori saranno stufi di ricevere assegni scoperti e se ne andranno, riportando così il giocatore alla schermata iniziale del gioco. Qui arriva la semplificazione del titolo, poiché basterà premere continua per ricominciare da prima dell’errore che ha portato al fallimento. In questo punto si poteva e si doveva fare di più, facendo scegliere magari al giocatore tra vari livelli di difficoltà con varie soglie di fallimento, che se raggiunto costringesse a ricominciare tutto da capo. Sembra esagerato? No, visto che l’attuale meccanica porta a provare e rischiare senza che ci sia effettivamente una vera punizione dovuta alle pessime scelte. Perché un giocatore dovrebbe vendere un macchinario per salvarsi, quando può semplicemente fallire e ripartire da prima che l’errore si presentasse?
Comparto grafico e sonoro di Little Big Workshop
Graficamente il titolo è in stile cartoonesco, non troppo articolato ma soddisfacente alla vista. Colori con un contrasto forse troppo accentuato, che dopo ore di gioco possono dare fastidio. Ciclo giorno/notte da rivedere, poiché diviso dal semplice scurirsi dei colori.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, l’analisi è da dividere in due: se da una parte il titolo presenta una musica di sottofondo piacevole, e i rumori delle varie lavorazioni siano effettivamente fedeli alla realtà, dall’altra quando si accelera il tempo – quindi sempre – l’audio stesso accelera, diventando fastidioso. Nota positiva, invece, la localizzazione totale in italiano e in altre lingue, che permette a tutti la facile comprensione del titolo.
Conclusione
Little Big Workshop si presenta come un gestionale molto lineare, a tratti anche piatto, che non va ad aggiungere niente di nuovo al genere. Il gameplay poco profondo e una trama inesistente fanno passare male le prime ore di gioco, dove il giocatore avrà molte pause e tempi morti. La libertà del titolo viene meno quando missioni e sfide obbligano a compiere determinate operazioni. Il titolo è consigliabile per chi non si è mai avvicinato al genere, ed essendo molto semplice e facilmente intuibile, è adatto per farsi le “ossa”. I giocatori più “navigati” non troveranno però niente di stimolante o di innovativo per cui valga davvero la pena passare ore e ore su Little Big Workshop.
Little Big Workshop è disponibile da oggi, 17/10/2019, su PC.