Prima di tutto, ecco a voi una breve sinossi della serie: Love, Death & Robots è una raccolta di racconti animati autoconclusivi che abbracciano i generi di fantascienza, fantasy, horror e commedia. Con un approccio audace alla narrativa di ogni storia, gli episodi sono pensati per essere facili da guardare e difficili da dimenticare.
È passato molto tempo da quando abbiamo avuto qualcosa di decisamente adulto nel mondo dell’animazione come Love, Death & Robots. Creato dal regista di Deadpool Tim Miller e prodotto da David Fincher, questa antologia di 18 cortometraggi proviene da un gruppo eterogeneo di cineasti e studi di animazione che hanno cercato di reinterpretare i temi dell’amore, della morte, e della vita artificiale. La durata degli episodi è molto variabile, ci sono episodi che durano poco più di 5 minuti, ma ce ne sono altri che ne durano quasi 20. Sicuramente la durata e i diversi stili di animazione fanno in modo che la serie sia molto godibile e di facile fruizione. E certamente, si tratta anche di un modo per mettere in evidenza giovani cineasti e narratori che potrebbero non aver ottenuto una chance di rilievo, come Netflix invece è in grado di offrire.
Con un variegato mix di stili, da quelli che ricordano i migliori videogiochi AAA fino a classici anime giapponesi, dall’ animazione in cel-drawn ad una CGI di alto budget, questa antologia offre davvero di tutto, senza mai attenersi a una singola definizione per il genere che sta coprendo. Alcuni episodi, come “Sonnie’s Edge“, vengono riprodotti come fossero delle cutscene di alcuni nuovi giochi Playstation o Xbox, ma con una trama (seppur abbastanza semplice) che riesce a raccontare comunque una storia nella sua brevità. Altri, come la “Alternate Histories“, hanno un aspetto meno realistico e con temi più comici ed irriverenti. Ma ciò che si ritrova praticamente in ogni storia sono i litri di sangue che vengono mostrati a schermo, una cosa che raramente si vede nei film convenzionali, a parte in qualche horror o splatter movie. Ci sono addirittura molte scene con genitali, che gli animatori sono riusciti a replicare davvero bene.
Sicuramente tutta la serie, per quanto riguarda la qualità dell’animazione, si attesta su altissimi livelli. Una piccola eccezione si può trovare nelle sezioni in CGI, in cui si nota la differenza da film live action, un po’ come succedeva con il (sottovalutato) film Final Fantasy: The Spirits Within. Tuttavia, questa serie è riuscita a regalare momenti in cui davvero non si riesce a capire se si tratti di attori in carne ed ossa e riprodotti tramite motion capture, o completamente creati da zero dall’ottimo lavoro degli animatori. Ma, per quanto impressionanti possano essere le tecnologie che spingono al limite della tecnologia CGI, mi sono divertito molto anche negli episodi disegnati a mano. Un esempio è l’eccellente “Sucker of Souls”, che ci dà una bella svolta in un racconto di vampiri pieno di battute spiritose e molto umorismo. Seppur si tratti di una serie tv di animazione destinata ad un pubblico adulto, c’è anche una buona dose di scene comiche che si mescolano perfettamente ai temi più forti di alcuni episodi. Il merito è sicuramente dovuto agli sceneggiatori di questa serie tanto quanto agli animatori, perché ho avuto il desiderio praticamente in ogni episodio che le storie raccontate potessero essere adatte anche a puntate più lunghe. Forse questa è la benedizione dei cortometraggi, che possono mantenere la trama focalizzata e ricca senza avere tempi morti o riempitivi.
Se c’è un aspetto di questa serie che potrebbe non essere apprezzato da tutti, è che alcuni episodi sembrano spingere troppo verso scene di nudità e sulla violenza solo per il gusto di farlo. Sicuramente noterete che alcuni episodi hanno dedicato molto più impegno alla qualità grafica rispetto alla scrittura, ma fortunatamente questi sono in minoranza. Anche se personalmente non ho problemi con sangue e nudità varie, potete immediatamente individuare le produzioni che si basano in maniera massiccia su questi elementi ed evitarli, se li riterrete troppo eccessivi. Mentre il coinvolgimento di Miller e Fincher non è nella capacità di un regista, gli stili che impiegano nei loro film arrivano forti e chiari anche in questa particolare antologia. La serie ricorda le opere delle ormai sorelle Wachowski, George Miller, David Lynch, David Cronenberg così come lo stesso Fincher, riuscendo a regalarci una serie tv d’animazione fresca ed originale.
Love, Death + Robots è una serie assolutamente piacevole su molti livelli, e spinge oltre i confini della tecnologia e della narrativa di genere. Con l’intera stagione che può essere conclusa in circa tre ore, potete tranquillamente gustarvi l’esperienza in una sola seduta, ma le storie e gli stili d’animazione molto differenti divideranno sicuramente il pubblico su quali siano effettivamente gli episodi migliori. Fortunatamente, Netflix li presenta in modo episodico, quindi potrete scegliere benissimo in base ai vostri gusti personali. Personalmente, mi sono divertito a vedere Hitler essere ammazzato più e più volte in modo creativo e vedere uno Yogurt che ha, in primo luogo, salvato l’umanità per poi lasciarla in balia di sè stessa. Ci sono molti motivi per amare questa originale serie tv e, anche se non tutti gli episodi sono così memorabili, il prodotto finale è sicuramente un altro centro (quasi) perfetto di Netflix.
Love, Death + Robots è ora disponibile in streaming su Netflix.