Ormai è palese a tutti come il mercato delle piccole produzioni sia spesso foriero di titoli che non deludono. Uno dei prossimi arrivi sarà Memorrha. Si tratta di un puzzle game con visuale in prima persona, sviluppato da StickyStoneStudio, che sbarcherà il prossimo 27 settembre su Steam, Nintendo Switch, PlayStation 4 e Xbox One. Abbiamo provato una versione demo del videogioco di debutto di StickyStone Studio ed ecco le prime impressioni.
Memorrha: dualismo perfetto?
In sostanza ci viene presentato un puzzle game che promette una discreta longevità, fortemente incentrato sul connubio tra risoluzione di enigmi ed esplorazione degli scenari. Nella demo era presentata un’unica mappa divisa in sezioni, alle quali si poteva accedere una volta risolti i vari enigmi di quella precedente. Difatti il level design mette in risalto gli oggetti con cui interagire per risolvere i diversi puzzle, mentre il paesaggio ed altri elementi sono utilizzati per dare uno specifico contesto ambientale. Da un lato Memorrha non nasconde un’ispirazione a The Witness nella combinazione di esplorazione ed enigmi, ma dall’altro anche a RiME per un’estetica quasi eterea ed evanescente. Il suo comparto visivo mostra una certa bellezza, anche se il senso di familiarità con altri titoli assale prepotentemente il giocatore. In maniera analoga il comparto sonoro segue la linea artistica di quello estetico, ma soprattutto per le musiche è presto dare un giudizio definitivo.
Gli enigmi proposti sono legati all’uso di tecnologia concepita da una popolazione sconosciuta. Nei vari scenari sono inserite testimonianze di questa civiltà, come graffiti o tavolette incise, che possono fungere anche da guida nei confronti del giocatore. Infatti il gioco dà a disposizione uno scanner, con cui analizzare meglio i vari simboli raffigurati, che talvolta sono fondamentali ai passaggi necessari per venire a capo dei rompicapo. Quest’ultimi, nelle sezioni provate, seguono pochi schemi reiterati. Ad esempio posizionare nella maniera corretta il giusto numero di sfere su dei meccanismi o l’uso e la combinazione di tavolette. Tutto questo in base ad una simbologia ben precisa. Sebbene questo possa offrire il fianco ad una certa ripetitività di fondo, ciò che potrebbe rompere tale sensazione è il livello di difficoltà proposto. Infatti ognuna delle sezioni era caratterizzata dalla riposizione di uno schema specifico, ma con un enigma dalla difficoltà diversa.
In sostanza sarà necessaria una discreta quantità di logica e ragionamento per avere la meglio sulle singole porzioni di ogni puzzle. Certamente sarebbe gradita ulteriormente anche di una maggiore variazione sul tema man mano che si prosegue. Un altro elemento che va sottolineato è il fatto che il gioco dovrebbe presentare un sistema di checkpoint che, vista la sua breve durata, nella demo non era presente. Tuttavia sarà vitale un’attenta gestione di questo elemento, dato che potrebbe inficiare sulla godibilità del titolo.
Conclusioni
Memorrha promette di essere un titolo che fa tesoro dei positivi influssi di lontani cugini, appartenenti allo stesso genere. Chiaramente, allo stesso tempo cerca di trovare il proprio posto al sole. Perciò non posso dirmi che sufficientemente colpito per quanto mostrato, anche se solo il tempo potrà confermare l’effettiva bontà del titolo. Il videogioco debutterà in un mese pieno di titoli degni di nota, ma consiglio di appuntarvelo su un taccuino e aspettare la nostra recensione.