Nel 2015 il regista cinese Tian Xiaopeng fece uscire nelle sale cinematografiche Monkey King: Hero is Back, una rivisitazione della leggenda del Re Scimmia. Il film ebbe un grandissimo successo tanto da diventare il film d’animazione con il maggior incasso in Cina (poi battuto da Zootropolis e Kung Fu Panda 3). Ebbene, 4 anni dopo THQ Nordic ha deciso di realizzare un tie-in basato sulla trama del film, aggiungendo però qualche nuovo particolare. Scopriamo insieme se questo prodotto merita o meno.
Una scimmia, un bambino e un maiale
Sun Wukong, anche detto Dasheng, è il Re Scimmia. Ha una potenza fuori dall’ordinario, tanto da voler combattere gli dei stessi per potersi sedere insieme a loro, ma niente va come previsto. La loro potenza è troppa anche per un guerriero come lui e quindi viene spogliato da tutti i suoi poteri e dal suo fidato bastone magico e rinchiuso in una prigione di cristallo per cinquecento anni. Un giorno però un ragazzino di nome Liuer, cercando di scappare da alcuni mostri, tocca per sbaglio il cristallo in cui è imprigionato Dasheng e, per qualche motivo, quest’ultimo si libera ma viene “incastrato” da un bracciale di ferro indistruttibile. L’unico modo per toglierlo e riavere i suoi poteri è quello di aiutare le persone e fare del bene. In quel contesto la Scimmia viene quindi a sapere che i bambini stanno venendo rapiti da una figura misteriosa e portati in un luogo sconosciuto per un motivo non ben definito. Di conseguenza, dopo aver conosciuto anche Pigsy (un generale trasformato in un maiale antropomorfo), i tre partono per un viaggio alla ricerca dei bambini scomparsi.
Questo è l’incipit di Monkey King: Hero is Back, un’avventura basata su un viaggio e sull’amicizia che andrà a crearsi tra i tre protagonisti. Non mancheranno ostacoli da dover superare e momenti di sconforto, ma è inutile negare che sappiamo già tutti come andrà a finire: il bene trionferà. Anche per questo motivo la trama del titolo non fa gridare al miracolo, ma anzi risulta abbastanza banale e priva di veri colpi di scena. Vero è anche che il gioco, così come il film, vuole avere come pubblico i bambini, ma qualcosa in più si poteva certamente fare.
https://youtu.be/u81UrGqHM1U
Facile, facile, facile
Monkey King è un gioco facile. Non ci sarebbe nient’altro da aggiungere, se non che presenta qualche abilità da sbloccare e tre statistiche da migliorare, previo il ritrovamento di determinati NPC nascosti. Pochissima varietà di nemici (quelli base saranno 5, ma che aumentano se si considerano le varianti con skin diverse, e 5 boss), un gameplay estremamente intuitivo e una progressione sempre ben delineata. In combattimento avremo un attacco leggero (che andrà a creare delle combo), uno pesante, la schivata e un tasto per fermare il tempo e scegliere la tecnica da usare. Gli attacchi veloci e lenti, se premuti al momento giusto, possono far partire due animazioni diverse per sconfiggere più agilmente gli avversari. Tutto qui. Ogni mostro rilascerà “anime” rosse, gialle o verdi, utili per guadagnare punti esperienza, mana o vita; i punti esperienza, poi, potranno essere utilizzati per sbloccare e migliorare le varie abilità.
Ma il problema più grande del gioco non è né il gameplay né la varietà dei nemici. Bensì i continui caricamenti per spostarsi da un’area all’altra. Ebbene sì, Monkey King è diviso in aree, più o meno grandi, da esplorare. E non ci sarebbe nessun problema se solo al termine di una zona ci fosse il caricamento ma, purtroppo, anche all’interno delle aree stesse vi sono dei tempi di attesa. Per entrare e uscire da un edificio e anche semplicemente per proseguire nella stessa mappa. Qualcosa di inammissibile nel 2019 e con una compagnia come THQ Nordic dietro. Una leggerezza che rende il titolo estremamente lento e mal gestito. Anche per eseguire alcune azioni dovremo vedere una schermata nera (seppur per pochissimi secondi), come nel salire e scendere da una scala. Impensabile veramente.
Bellino ma con riserva
Monkey King: Hero is Back è sicuramente bello da vedere per un bambino. Estremamente colorato, animazioni più che buone e una ilarità di fondo che non può che far piacere, in un mondo invaso sempre più da storie tristi e strappa lacrime. Tradotto e doppiato in italiano in maniera egregia e accompagnato da musiche ed effetti sonori in linea con la produzione. Frame rate fisso e nessun crash. Ma anche in questo caso ci sono dei problemi: a volte il gioco si bugga e si è costretti ad uscire e rientrare. Non sarebbe un grosso problema se il gioco disponesse dell’autosalvataggio. Esatto, avete capito bene: nel caso in cui doveste far ripartire il gioco ma aveste salvato diversi minuti (se non ore, nel caso in cui vi foste dimenticati) prima, dovrete rifare tutto. E non dovete meravigliarvi, perché il gioco è così semplice e mette save point così vicini che a volte nemmeno vorrete salvare pur di non vedere un’altra schermata nera.
Per non parlare delle cutscene, sia quelle con la grafica del gioco che quelle disegnate a mano. Nel primo caso saranno lente, in quanto tra una fase e l’altra passeranno anche diversi secondi; nel secondo, invece, le scene saranno proprio brutte da vedere perché non sono animate e quindi i movimenti risultano legnosi. Tanti problemi che rendono Monkey King quasi noioso da giocare. Fortunatamente il titolo dura poco (meno di 10 ore) e la parte conclusiva è epica e ben realizzata in modo tale da far dimenticare, in parte, i problemi sopra citati.
In conclusione Monkey King: Hero is Back risulta essere un vero e proprio gioco per bambini. Facile, colorato e con una trama banale ma divertente. Sono però troppi i problemi tecnici, soprattutto la presenza di tutti quei caricamenti anche dentro la stessa area. Un problema che nel 2019 (quasi ’20) non dovrebbe esistere, a maggior ragione se dietro c’è una compagnia come THQ Nordic. Insomma un tie-in che nel suo piccolo funziona ma che sicuramente non lascerà il segno, né su PlayStation 4 né su PC. La nostra prova è stata effettuata su PS4 Pro, quindi speriamo che sulla versione base della console i caricamenti rimangano uguali e non siano addirittura più lenti.