È da ormai quasi 10 anni che Devolver Digital ci offre ogni anno ben più di un titolo che, se proprio non possiamo definire “must buy”, è solo per il fatto che ognuno di noi ha gusti diversi, e potrebbe esserci qualcuno capace di non apprezzare mezzo videogioco appartenente alla lista. Discutibile, ma lecito.
Quello di Devolver è un successo arrivato inizialmente tramite l’aver dato nuova vita alla storicissima serie Serious Sam del Croteam, e continuato poi alla grande con altri titoli di spessore, tra cui non possiamo assolutamente non citare il divino Hotline Miami, protagonista della strada del successo assieme a Shadow Warrior, The Talos Principle, e tanti altri. Sicuramente i fan più accaniti di questo publisher sanno bene quanto ampia sia la rosa dei titoli relativamente ai generi proposti, ed anche stavolta non riceviamo certo una delusione: Observation, il titolo sviluppato da No Code che andremo a vedere oggi, è un gioco assolutamente unico in cui veniamo messi nei panni dell’IA (Intelligenza Artificiale) di una stazione spaziale. Chi ha giocato Tacoma – e probabilmente lo ha apprezzato – starà rizzando le orecchie: e non a torto aggiungo, ma sappiate che i due titoli sono, per quanto simili su vari aspetti, allo stesso tempo molto lontani e separati da vitali differenze.
Observation è, videoludicamente parlando, basato su esplorazione e qualche semplice rompicapo, e potrei persino dire che in realtà il suo vero nucleo sia composto al 90% dalla narrazione e dall’alternanza dei ritmi magistralmente gestita da No Code: il problema è che, se lo facessi, vi offrirei un’imprecisione non da poco. Per quanto infatti la componente narrativa di Observation sia vitale, non sarebbe nemmeno lontanamente così tanto apprezzabile senza il tipo di gameplay adottato, a dir poco perfetto per il concept in questione. Ho inoltre un’ultima precisazione per voi: per ragioni legate alla natura del titolo stesso, ho le mani molto legate su quanto potrò scendere nei dettagli, dato che il prodotto in questione è assolutamente, obbligatoriamente da esplorare con le proprie forze senza alcuno spoiler, anche minimo. Ora è tutto chiaro, quindi possiamo iniziare ad analizzare questa gran fatica di No Code e Devolver Digital, di cui ho recensito la versione PS4.
Observation ci mette nei panni non di un equipaggio, ma della stazione spaziale stessa che lo ospita: il nome del nostro protagonista è S.A.M. (System Administration Maintenance), l’I.A. della struttura che funge da addetta al controllo di tutti i dispositivi utili al superamento delle fasi di gioco – o quasi. Il primo membro in carne ed ossa con cui interagiremo nei panni di S.A.M. sarà la dottoressa Emma Fisher, con cui cercheremo di capire insieme cosa sia successo alla struttura e in quale stato sia dopo l’incidente. Parlo al plurale perché anche noi saremo vittima di una perdita di dati, il che è un po’ l’equivalente elettronico di un’amnesia.
Il controllo di S.A.M. si può dividere in due modalità principali: la modalità fissa e la modalità mobile. La prima ci mette nei panni del vero e proprio cuore della stazione, di cui ci mostra lo status per ogni modulo di cui è composta, informazioni sulla condizione dell’equipaggiamento, o ancora ci dà accesso alla diagnostica per eventuali problemi, e ci dona la vista tramite le telecamere presenti in ogni area. La seconda invece, come potrete immaginare, è offerta da un dispositivo mobile, sferico, con cui potremo esplorare l’intero scenario in prima persona. Il tutto è semplicemente perfetto ai fini dell’esplorazione, date la varietà e la libertà sul come approcciarla.
Le fasi di esplorazione sono già di base incredibilmente stimolate dalla meticolosità eccelsa adottata nel design degli interni della stazione: basteranno letteralmente cinque minuti di gioco per sentirci parte integrante della struttura, provare per credere. L’esplorazione è poi resa ulteriormente invitante da collezionabili in forma di dati ottenibili tramite laptop, o documenti affissi alle pareti: una componente a primo impatto sì classica, ma che ci offre preziose informazioni per dipingere quale fosse la situazione prima dell’incidente, sul funzionamento di certe componenti elettroniche, e non solo. Il tutto, inoltre, avendo il pieno controllo di tutti i moduli, esplorabili istantaneamente tramite la sfera o dalle fidate telecamere.
Al di là dell’esplorazione, l’unica altra parte prettamente videoludica sul piano delle interazioni è data da dei semplici enigmi con cui avremo a che fare di tanto in tanto con il progredire della storia. I puzzle (spesso semplici interazioni di qualche step coi vari macchinari) non sono definibili complicati, affatto, ma sono comunque resi interessanti dall’assenza di “tutorial” o ripetizione di elementi precedenti: in tantissime situazioni ci troveremo a dover sistemare una determinata componente della stazione tramite l’uso di un pannello, che dovremo osservare attentamente in modo da cercare di attribuire ad ognuno dei suoi elementi una funzionalità. Ripeto, non sarà mai un compito arduo, ma l’assenza di una vera sfida è comunque mascherata magistralmente dalla struttura delle interazioni necessarie per compiere suddetti incarichi, sia nell’estetica che nel cadenzamento. E ad essere onesto, devo anche citare i momenti in cui sarete molto più interessati dal prossimo sviluppo della trama piuttosto che dall’affrontare un enigma.
A proposito della trama e di tutto il suo sviluppo, tanto di cappello a No Code, che già con Stories Untold aveva dimostrato di non scherzare affatto sul piano qualitativo riguardo alla scrittura, e su quello concettuale nell’aspetto videoludico. Ancora una volta, lo studio riesce a centrare il bersaglio e ci offre quello che davvero dovrebbe sovvenzionare il giocatore quando decide di godersi un’avventura grafica: coinvolgerlo con la trama ed invitarlo a procedere sempre di più. Se la classica risposta – spesso gratuita e senza cognizione di causa – del videogiocatore tipo in ambito avventura grafica è “a questo punto mi guardo un film”, o “si può solo camminare”, dal canto mio scommetto tutto su No code e sul fatto che non daranno modo di pronunciare né il primo, né il secondo stereotipo. Observation non è “come giocare un film”, Observation dà una nuova luce al concetto di “giocare un film”, compito immensamente più arduo, ma in cui riesce a pieni voti creando un ibrido ben delineato e solido tra film e videogioco molto più di come non abbiano provato a fare altri, come ad esempio Brooker con Bandersnatch.
Bisogna aggiungere un’ulteriore menzione positiva all’atmosfera che vige nella stazione spaziale, resa ulteriormente densa dal grandissimo impegno dedicato alla cura dei dettagli, acusticamente e visivamente parlando. La fotografia è semplicemente ottima, per non parlare di alcune chicche tra cui la distorsione della visuale tramite la sfera mobile, sempre più accentuata in base a quanto spesso andremo a sbattere durante le manovre. E proprio qua troviamo l’unico lato non troppo convincente di Observation, che non vi sorprenderà di certo: quello tecnico, spesso e volentieri una ghigliottina per le realtà non troppo affermate. Per nostra fortuna, No Code riesce a fare di questo lato negativo un neo più che una cicatrice. I problemi stanno infatti in sporadici cali di fps durante le fasi di esplorazione mobile, che potrebbero però essere eliminati se giocassimo su una PS4 Pro – a differenza del sottoscritto – o su PC. Al di là di questo, alcune espressioni dei membri dell’equipaggio non convincono, ma le scene in cui questo fattore pesa sull’atmosfera sono effettivamente una o due: anche qua, danno piuttosto limitato. L’ultimo lato “negativo” da citare è la localizzazione, di per sé non di livello basso o mediocre, ma che a volte non regge il confronto qualitativo con le altre componenti di gioco.
Per rendere un po’ di onore al senso di precisione, devo citare una cosa su cui ho riflettuto un po’ prima di etichettarla o meno come difetto: il controllo della sfera mobile. Se da un lato si potrebbe assolutamente riconoscere che il controllo della suddetta non sia tra i più comodi e precisi del mondo videoludico, dall’altro bisogna per forza considerare quanto poco Observation sia un videogioco – canonicamente parlando. Anche solamente dandovi un’occhiata intorno, in qualsiasi modulo voi siate, non avrete mai la sensazione di essere in “una porzione di mappa”, non starete “giocando”, starete vivendo su una stazione spaziale con gli occhi di qualcun altro. E di conseguenza, anche quando guiderete la sonda mobile, solo inizialmente penserete “eh però, che controlli scomodi”, per poi capire da soli in pochissimo tempo che – quasi sicuramente – rendere estremamente fluidi ed appunto “videoludici” quegli spostamenti avrebbe potuto compromettere il senso di immersione derivato dal lavoro di No Code. In poche parole, una situazione simile in altri videogiochi ci avrebbe fatto sbuffare o storcere il naso, ma qua riesce a farci stare muti e piuttosto pensare “beh ma cosa pretendo, siamo nello spazio, non in un videogioco”. Anche qua, diamo a No code quel che è di Cesare.
Non mi rimane molto altro da dire, come vi ho anticipato inizialmente: le meccaniche di gioco sono pochissime, e tutto ciò che potrei aggiungere sarebbe in un certo senso un bello spoiler – che siano dettagli sulla trama, sulla varietà degli ambienti, e così via. Observation è un progetto basato su pochissimi obiettivi da parte degli sviluppatori, ma dico questo senza nessuna accezione negativa né accusa di pigrizia: per quanto pochi, questi step sono tutti molto complicati da realizzare e da sposare insieme, specialmente nell’ideazione e progettazione. E non poco.
Mi rende quindi fiducioso il potervi garantire che No Code sia effettivamente riuscita a perseguirli tutti fino all’ultimo, mantenendosi per il 95% della durata del gioco sullo stesso binario a levitazione magnetica ed abbandonandolo per il classico vecchio ferro arrugginito solo in alcuni minimi frangenti. Nelle sue 3-6 ore di gioco (in base a quanto sarete in vena di esplorare) non proverete mai noia o staticità, ma solo curiosità mista a tante altre umanissime sensazioni. E mi piace da impazzire, data la mia convinzione sul fatto che questo dovrebbe essere esattamente lo scopo da perseguire quando si idea un’avventura grafica. Vi lascio quindi alla decisione legata al suo acquisto, ricordandovi che Observation è disponibile all’onesto prezzo di 24.99 € sul PS Store e a 20.99 € sull’Epic Games Store.
Dategli una chance anche se non vi dovesse piacere alla follia il genere, e compratene tre copie nel caso opposto.