Pillars of Eternity II: Deadfire è il seguito diretto dell’acclamato Pillars of Eternity sviluppato da quei geni dei cRPG di casa Obsidian. Abbiamo nuovamente intrapreso le avventure dell’Osservatore di Caed Nua, questa volta nella versione console, nello specifico la versione PS4. Pillars of Eternty II: Deadfire è un GDR fantasy sviluppato dal team Obsidian Entertainment, figlio di una ricerca nel genere che parte da molto lontano.
Avviando il gioco, sin dalla primissima creazione del personaggio si respira quell’aria familiare che riporta alla mente i vari Baldur’s Gate. La stessa character creation richiama moltissimo i GDR pen and paper come Dungeons and Dragons, sia per i classici aumenti delle statistiche del personaggio, sia per la scelta del background narrativo dello stesso, meccanica che riesce ad impattare piacevolmente tanto nel gameplay quanto nei lunghissimi dialoghi che affronteremo nel corso del gioco. In tal senso, potremmo plasmare il nostro protagonista, scegliendo una fra le sei razze a disposizione: Aumaua, Nani, Elfi, Umani, Godlike e Orlan. Ogni razza ha le proprie peculiarità e tratti distintivi, ed anche se la scelta non sarà determinante ai fini del completamento del gioco, avrà delle ripercussioni più o meno importanti durante lo svolgimento della trama. Poi sarà il turno della scelta della classe che andremo ad interpretare o, per meglio dire, delle classi. Perché PoE II: Deadfire ha sapientemente introdotto il sistema di multiclasse, con la possibilità di intrecciare 2 classi, selezionandole preventivamente in fase di creazione del personaggio. In questo modo potremo dare sfogo alla nostra fantasia, creando le più improbabili combinazioni di classe, oppure optando per un classico ed intramontabile mago/guerriero. Ovviamente questa meccanica ha un limite: se è vero che multiclassare forgerà un personaggio dotato di un mix d’abilità derivate dalle due classi selezionate, è altrettanto vero che non permetterà di raggiungere i poteri ultimi e più potenti delle classi scelte. È puramente una scelta dettata dal bilanciamento, ma che garantisce vastissime vie di personalizzazione. Ma se siete appassionati che arrivano direttamente dal primo capitolo, potrete caricare il vostro vecchio salvataggio per riprendere l’avventura in Deadfire con il vostro Osservatore, potendo comunque modificarne l’aspetto e le classi, mantenendo così le importanti scelte intraprese nel vecchio capitolo.
Cinque anni dopo: un nuovo mondo, una vecchia minaccia
Pillars of Eternity II: Deadfire parte subito fortissimo, con Eothas, divinità già conosciuta nel precedente capitolo, che imbriglia la propria essenza nell’imponente statua situata nelle profondità di Caed Nua. Un’esplosione spezza decine di vite, tra cui quella del nostro Osservatore. Sarà poi Berath, la divinità della morte, a riportarci in vita per dare la caccia ad Eothas. Per farlo navigheremo verso l’Arcipelago di Deadfire, tra terre incontaminate, templi abbandonati, antiche civiltà e un oceano che pullula di pirati! L’ambientazione di questo nuovo capitolo è assolutamente eccitante, e si discosta totalmente dalla classica Valdoro del primo capitolo. Oltretutto nessuno ci vieterà di esplorare liberamente la mappa a bordo della nostra nave, la Sprezzante. Deadfire introduce la possibilità di navigare liberamente per i mari ed esplorare le terre emerse tramite l’intuitiva mappa d’esplorazione. Durante l’avventura conosceremo nuove fazioni, ognuna con i propri obiettivi, ma tutte coscenti della minaccia di Eothas al mondo dei vivi. Inoltre forgeremo alleanze con nuovi companion e ne incontreremo anche di vecchi, come il caro Edèr. In tal senso, sarà possibile intraprendere le romance con i compagni di party, anche grazie al nuovo sistema di relazioni introdotto in Deadfire.
“You must gather your party before venturing forth”
Il gameplay di Pillars of Eternity II: Deadfire si rifà ai classici GDR isometrici del genere. Il sistema prevede semplicemente il controllo di un gruppo di avventurieri, sia nelle fasi esplorative che in combattimento. Per i veterani del genere non v’è nulla di nuovo sotto al sole, ma per chi ci si dovesse avvicinare per la prima volta, parliamo di un sistema di gioco che premia il micromanagement delle risorse e delle abilità. Il gameplay è tradizionalmente in tempo reale con la pausa tattica, ma Obsidian ha introdotto la possibilità di cambiare a nostro piacimento il sistema di combattimento, optando per i turni, alla Divinity: Original Sin 2, o meno. Se giocate su console, come abbiamo fatto noi in occasione di questa recensione, vi invitiamo a provare il combattimento a turni: quest’ultimo risulterà molto più efficace tramite l’utilizzo del controller, e molto meno caotico di quello in tempo reale. Così avrete tutto il tempo di ponderare le vostre tattiche senza dover premere compulsivamente il tasto della pausa tattica. Battaglie e crescita dei personaggi sono anch’esse un retaggio d’un game design molto simile ai GDR da tavolo come D&D. Salendo di livello il nostro protagonista ed i comprimari, otterranno nuove abilità selezionabili tramite un discretamente variegato Skill Tree.
Uno degli aspetti più appaganti di Pillars of Eternity II: Deadfire, è l’esplorazione. Spostarsi da una parte all’altra dell’Arcipelago in cerca di avventura e tesori è divertentissimo, ma questi sono luoghi pericolosi ed il mare sa esserlo molto di più. Spesso subiremo attacchi da pirati o fazione nemiche, instaurando vere e proprie battaglie navali. Quella delle battaglie navali è forse la meccanica col maggior potenziale sprecato di tutto il gioco. Sebbene all’inizio apparirà divertente e dalla buona dose di difficoltà, alla lunga scadrà nella ripetitività. D’altro canto, il micro-management della nave e dell’equipaggio daranno soddisfazioni ai marinai più esperti, anche se una volta accumulata un’importante quantità d’oro, basterà investirla nei miglioramenti di nave ed equipaggio per risultare pressoché imbattibili.
Ottimizzazione canaglia
Il nostro test di Pillars of Eternity II: Deadfire ha avuto luogo su Playstation 4 Pro, ma abbiamo da subito notato quanto questa versione e la sorella su PC nascondano un abisso. Intraprendere un titolo del genere attraverso un controller non è comodo ed i menù, opportunamente studiati per la versione PC, non agevolano la navigazione. È pur vero che una volta padroneggiate le scorciatoie sul controller, risulterà molto più semplice ma sempre poco intuitivo. Ma non è questo il problema più importante. I tempi di caricamento!!! Non è possibile affrontare quasi un minuto di loading tra una zona e l’altra durante l’esplorazione. Interrompere così bruscamente il gioco, ne smorza tantissimo i ritmi, portando il giocatore ad una corsa agli obiettivi completabili nella zona corrente, per minimizzare i tempi di attesa. Fortunatamente questo porting sembra aver fatto tesoro dell’esperienza risultante dalla prima release su PC: abbiamo potuto apprezzare pochi bug e nessuno fra questi ha intralciato irreparabilmente il nostro incedere nella storia. Sfortunatamente la localizzazione italiana è un disastro sotto tutti i punti di vista, e vi invitiamo a giocarlo in lingua inglese. In ogni caso, recuperando la versione console, avrete accesso immediato ai tutti i DLC già usciti per Pillars of Eternity II: Deadfire.
Conclusioni
In conclusione la versione console di Pillars of Eternity II: Deadfire ci dimostra che, con i dovuti compromessi, è possibile apprezzare anche su console titoli come questo che risultano ancora oggi piuttosto i nicchia. Se vi piacciono di GDR occidentali, se siete appassionati di Dungeons & Dragons e state semplicemente aspettando Baldur’s Gate 3, questo è il titolo che fa al caso vostro!