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Pine – Recensione Switch

a cura di Maddalena Golia 21 Dicembre 2019
a cura di Maddalena Golia 21 Dicembre 2019
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Pine è un titolo indipendente creato da Twirlbound Studios, uscito qualche mese fa su PC e ora disponibile su Nintendo Switch. Siamo qui per valutare questo porting e in generale la qualità del titolo. Le premesse all’annuncio erano senza dubbio interessanti, nonostante una parvenza di “già visto”, ma alcuni elementi mi avevano convito a tenere d’occhio questo titolo, nonostante la modesta produzione. Il risultato è purtroppo un po’ deludente, soprattutto considerati i limiti tecnici con cui mi sono trovata a scontrarmi.

Tra “già visto” e spunti interessanti

Pine può essere definito uno “zeldalike”, in quanto si ispira molto soprattutto all’ultimo titolo della saga, Breath of The Wild. Il giocatore si troverà nei panni di Hue, un giovane umano costretto a superare i confini del territorio della propria tribù e avventurarsi nel mondo esterno. Il titolo di Twirlbound ci presenta dunque un open world liberamente esplorabile, con diversi biomi e abitanti al suo interno. Uno degli elementi più interessanti è la presenza di vere e proprie fazioni, ognuna di una razza particolare, con le quali potremo avere un rapporto, il cui tenore decideremo noi: il modo principale per farlo sarà donare determinati oggetti o provviste, per aumentare il loro gradimento nei nostri confronti. Non sarà ovviamente così semplice, poiché se avremo un rapporto di amicizia con una fazione, un’altra potrebbe invece essere ostile ed attaccarci a vista.

Il mondo di Pine quindi non è senz’altro accogliente e a nostra disposizione avremo un arsenale di armi melee (come spade e bastoni) da alternare con armi a distanza (archi e fionde). Quello che purtroppo non funziona, almeno per quello che riguarda questa versione Switch, è il sistema di combattimento. Quest’ultimo infatti risulta eccessivamente macchinoso e caratterizzato da un fastidioso input lag che potrebbe rendere gli scontri frustranti, oltre che delle hitbox non propriamente precise. Potrete anche equipaggiare uno scudo, dotato di una specifica resistenza che calerà nel parare gli attacchi nemici, e avrete a disposizione una schivata veloce e il roll. Non esiste una vera e propria progressione del personaggio, in quanto l’unico modo per migliorare la propria efficienza e resistenza sarà quello di ottenere equipaggiamento sempre migliore.

È presente anche una componente di crafting in una specifica voce del menù di gioco, che sarà piuttosto importante soprattutto per realizzare equipaggiamenti sempre migliori. Creare un oggetto è molto semplice, basterà aprire il menù e andare nella sezione dedicata alla creazione. I materiali utili per craftare saranno ottenibili semplicemente dalla raccolta, dall’uccisione di determinate creature ma anche dal commercio con i mercanti di fazioni amichevoli. Le “ricette”, che in questo caso vengono denominate “idee”, possono essere ottenute trovandole in alcuni luoghi della mappa oppure completando delle missioni secondarie. Quello infatti su cui non lesina Pine sono le missioni presenti: oltre ad una storia abbastanza longeva, ci sono infatti anche diverse secondarie. La struttura di queste ultime è piuttosto classica, ma è interessante l’inserimento di alcuni puzzle ambientali, risolvibili con un’attenta esplorazione dell’ambiente.

Limiti tecnici

Ho specificato precedentemente che Pine è un vero e proprio open world: si tratta certamente di un progetto piuttosto ambizioso e purtroppo nel caso della versione Switch ci troviamo davanti a dei limiti tecnici molto evidenti. Innanzitutto il caricamento iniziale risulta essere veramente troppo lungo, anche se poi in game non sono quasi presenti altri caricamenti. Una volta entrati nel gioco, questo elemento emerge anche in diversi altri ambiti: innanzitutto è evidente il calo grafico rispetto alla versione PC, il fondale è sostanzialmente spoglio e l’ambiente circostante ridotto ai minimi termini. Inoltre sono presenti numerosi cali di framerate, che rendono l’esperienza di gioco frustrante in alcune circostante. Quanto detto vale sia per quanto riguarda la modalità portatile che quella docked. Anche l’audio presenta alcuni problemi, risultando a volte fuori sincro.

L’esplorazione forse è l’elemento più piacevole presente nel titolo: la mappa è molto ampia, e sono presenti alcuni luoghi abbandonati da esplorare in cui trovare equipaggiamenti e ricette utili. Sono poi presenti i diversi villaggi delle varie fazioni, che risultano però tendenzialmente uguali tra di loro. Sono incappata purtroppo spesso anche in alcuni bug, uno dei quali mi ha costretto proprio a riavviare la partita (ripartendo dal dolorosamente lungo caricamento iniziale).

In conclusione

È sempre un peccato dover criticare un prodotto, soprattutto quando è il frutto del lavoro di uno studio di sette persone, tutti giovani talenti del settore. Tuttavia in questo caso il limite più evidente è il porting non all’altezza sulla console Nintendo, poiché sono certa del fatto che su PC la situazione è di gran lunga migliore. Per concludere comunque, senza dilungarmi troppo nella critica, la versione Switch di Pine non può risultare sufficiente, viste le carenze tecniche eccessive e una giocabilità di fondo che purtroppo non risulta né fluida né troppo piacevole, per via dei problemi già sottolineati.

Pine - Recensione Switch

Pine - Recensione Switch

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  • Voto finale
    5.5
Pro
  • Alcuni spunti interessanti
  • Piacevole l'esplorazione
Contro
  • Tecnicamente non ci siamo
  • Sistema di combattimento macchinoso
  • Poco fluido in generale
5.5
indieindie gameNintendo Switchpinepine nintendo switchtwirlbound
Maddalena Golia

Videogiocatrice da più di vent'anni, archeologa e alla ricerca di qualsiasi esperienza videoludica significativa. Perché non è mai "solo un gioco". Caporedattrice di Naturalborngamers dal 2017.

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