Se i Battle Royale hanno raggiunto un simile successo lo si deve in buona parte a PlayerUnknown’s Battlegrounds. Il titolo sviluppato da PUBG Corp. è stato uno dei primi dedicati al genere, al successo del ha contribuito in modo determinante. A distanza di quasi due anni dall’uscita il gioco, che vede la collaborazione di ben tre sviluppatori (Bluehole e Tencent) sul progetto, è ancora uno dei più giocati su PC. Il motivo della sua fama è da ricercare sostanzialmente nell’idea di base impreziosita da un lavoro di implementazione che si è concluso da poco. A differenza del principale concorrente Fortnite, PUBG cerca un maggiore realismo sia nelle ambientazioni che nell’utilizzo delle armi, senza prendersi eccessivamente sul serio, come dimostra la fortissima padella. Altro fattore che lo differenzia fortemente dal colosso di Epic Games è la curva di apprendimento del gioco, che richiede molta pratica e svariate partite per essere padroneggiato.
Dopo la pubblicazione della versione Xbox One nello scorso dicembre, il gioco è approdato finalmente anche su PlayStation 4 e nella nostra recensione cercheremo di analizzare la qualità del porting e le eventuali differenze.
Gameplay
PUBG vede 100 giocatori paracadutarsi contemporaneamente su una delle enormi mappe disponibili (le tre presenti sulla versione testata sono: Erangel, Miramar e Sanhok, verranno presto raggiunte dall’ultima nata Vikendi). Lo scopo del gioco è quello di essere l’ultimo superstite in vita o di sopravvivere con la propria squadra. La meccanica di ogni partita è sempre la stessa: si sceglie un luogo in cui “precipitare” e una volta raggiunto si passano i primi minuti alla spasmodica ricerca di armi ed equipaggiamento. La fase di looting viene presto interrotta dal continuo restringimento della mappa che costringe tutti i partecipanti a convogliare verso l’unica area “vivibile”. Per farlo nel modo più veloce possibile il titolo prevede l’utilizzo di svariati veicoli sia terrestri che acquatici.
Cosa contraddistingue PUBG
La peculiarità di PlayerUnknown’s Battlegrounds è quella che ogni singolo errore si paga estremamente caro. Ad esempio correre noncuranti in un campo aperto, oppure muoversi in una buggy, il cui motore produce un forte rumore, è un segnale che allerta inevitabilmente i nemici, spesso appostati con armi a lungo raggio. Le prime sessioni che dedicherete al titolo saranno per forza di cose frustranti e vi capiterà molto spesso di morire in pochi minuti. La conoscenza delle ambientazioni e la capacità di muoversi con discrezione sono fattori fondamentali nell’economia del gioco, oltre ad una buona dose di fortuna nel reperire le bocche da fuoco migliori.
Gli sviluppatori hanno sempre riposto grande attenzione all’arsenale, e le armi presenti sono spesso una fedele riproduzione di quelle reali. Anche l’utilizzo di queste ultime richiederà molta pratica essendo tutte estremamente diverse tra loro. Gli accessori che potrete reperire nelle strutture posizionate sulle mappe o nelle casse degli approvvigionamenti hanno un ruolo fondamentale sia nello stabilizzare il rateo di fuoco sia soprattutto nel complesso sistema di mira. Anche in questo caso è necessario l’aiuto della buona sorte, visto che l’elenco dedicato possiede decine di elementi diversi non adattabili al proprio stile di gioco.
A differenza di altri titoli shooter, PUBG ha pochi elementi “arcade” e richiede un’approccio degno dei titoli più lenti e strategici. Il nostro consiglio è quello di giocarci quanto più possibile in squadra con gli amici oppure, in mancanza di questa possibilità, di partecipare alle sessioni che prevedono un team. La collaborazione facilita ogni aspetto del gioco e permette lo scambio di risorse, un fattore che attenua la componente casuale.
Per rompere la monotonia della modalità principale sono stati introdotti degli eventi a tempo che forniscono una variante spesso molto divertente. Purtroppo non esiste un calendario che ne annuncia la presenza e spesso le playlist “alternative” hanno la durata di poche ore. Come emerge da quanto descritto, il Battle Royale dei Tencent (che cura la versione mobile) è un’opera estrema, impostata ad un livello di difficoltà decisamente rivolto verso gli hardcore gamers, fattore che non lo rende adatto a tutti.
Se avete tempo e (tanta) pazienza da dedicargli, PUBG saprà regalarvi molte soddisfazioni, rivelandosi a suo modo longevo e divertente. Altrimenti vi consigliamo di rivolgere la vostra attenzione altrove, ad esempio la modalità Blackout di Call Of Duty: Black Ops 4 è vagamente simile, ma molto più accessibile.
Versione PlayStation 4
Dopo avervi proposto una panoramica completa del gioco, è ora di parlare nel dettaglio della versione PlayStation 4 di PlayerUnknown’s Battlegrounds, uscita il 7 Dicembre 2018.
Purtroppo dobbiamo dirvi subito che la console Sony non è il miglior luogo dove giocare a PUBG. Dall’aspetto tecnico fino ai comandi ci sono diversi problemi che affliggono in maniera abbastanza grave questo porting, soprattutto se consideriamo i diretti rivali che sono già da qualche tempo su PS4 (Fortnite: Battle Royale e la modalità Blackout di Call of Duty: Black Ops 4).
La dimensione del download di PUBG su PS4 è di 33,51 GB. Un dato davvero sconcertante quando si pensa che solo la mappa della modalità Blackout di Call of Duty: Black Ops 4 pesa all’incirca 40 GB. Ma dopo una prova approfondita del titolo abbiamo capito il motivo del peso fin troppo ridotto, nonostante questo sia composto da tre mappe, a differenza della singola presente in COD (o Fortnite). L’aspetto tecnico di questo porting su PS4 e PS4 Pro, poco ottimizzato e con una grafica non al passo coi tempi, ci ha davvero delusi. Sicuramente non siamo ai livelli del rilascio abbastanza catastrofico di un anno fa su Xbox One, ma non possiamo comunque essere soddisfatti di questo risultato. Sopratutto da una media lunga distanza qualsiasi oggetto sembra essere formato solamente da linee e non veramente da poligoni (e francamente, non sembrerebbero fuori posto in un gioco PS2). Anche da vicino però la situazione non migliora molto, con dettagli e texture a bassa definizione e pop-up dei modelli che compongono l’ambientazione davvero troppo invasivo e fastidioso, indipendentemente dalla mappa su cui ci si trova: Miramar, Sanhok o Erangel. Non presenta alcuni degli effetti introdotti nella versione di Xbox One X o PC, come una migliore illuminazione e fogliame più dettagliato.
Oltre a questi problemi, dobbiamo segnalare che, una volta che si è sull’aeroplano e ci si paracaduta verso terra, la mappa di PUBG impiega diversi secondi per mostrarsi con un dettaglio accettabile. Questo rende difficoltosa anche la scelta e la gestione della fase di atterraggio nella zona prestabilita, in quanto vi ritroverete spesso a premere la barra touch del vostro pad per consultare la mini-mappa. Sicuramente non si tratta di una cosa positiva. Avremmo potuto soprassedere a questi problemi tecnici, se fossero almeno serviti ad ottenere delle prestazioni in-game perfette. Invece l’ottimizzazione è un aspetto ancora più negativo di questa versione del gioco, con alcune partite davvero deficitarie. Pur avendo un massimo di fps fissato a 30, PUBG non riesce praticamente mai a raggiungerli.
Possiamo dire in definitiva che l’aspetto tecnico e l’ottimizzazione del gioco sono davvero il lato più deludente della produzione, considerando anche i diversi anni di sviluppo che ha alle spalle il titolo.
Il comparto audio invece è sicuramente la componente più riuscita. Gli effetti sonori sono davvero eccezionali: se si fa attenzione già dopo qualche partita si riesce a distinguere le varie bocche da fuoco in base ai rumori che si sentono nella mappa di gioco, anche se gli avversari si trovano ad una notevole distanza. Soprattutto l’audio direzionale è il vero fiore all’occhiello di PUBG. In ogni fase di gioco saremo in grado di sentire i vari passi dei nemici, capire da dove arrivino ed anche distingue ad esempio in che piano di un abitazione si trovino. Sicuramente vi consigliamo di giocare con un buon paio di cuffie così da godere appieno l’ottimo comparto sonoro, che vi può dare una grande mano nelle partite.
I comandi invece sono contraddistinti da luci e ombre. Da una parte possiamo dire con certezza che sono sempre molto reattivi, non essendoci praticamente input-lag. Però non possiamo dire che siano immediati e di facile assimilazione. Non è per nulla semplice quando ci si ritrova a dover aprire l’inventario in mezzo ad uno scontro, per curarsi o cambiare set di armi velocemente. Per eseguire ogni semplice azione bisognerà premere più tasti ed effettuare più passaggi, oltre che la necessità di scorrere la lista di oggetti posseduti per raggiungere il materiale desiderato, e questo comporta una perdita di tempo non indifferente che più volte causerà la sconfitta di fronte ad avversari che in quel momento non hanno necessità dell’inventario. Questo è un problema può venire in gran parte risolto con un po’ di pratica, ma a volte nemmeno questa basta quando è richiesta una certa velocità d’azione.
Una criticità (che non riguarda solo questa versione PS4) che abbiamo riscontrato durante le nostre partite è la posizione del loot nelle varie location. La sua distribuzione è talora variegata, talora estremamente monotematica; trovare nella stessa casa 3 o 4 giubbotti antiproiettile non aiuta ad ottenere un buon equipaggiamento. Inoltre abbiamo constatato la presenza di diversi bug dovuti a compenetrazioni di oggetti, oppure all’equipaggiamento reso disponibile diversi secondi dopo che eravamo atterrati in una certa zona.
In questo momento, PUBG su PS4 non è allo stesso livello della modalità Blackout di Call of Duty: Black Ops 4 e della Battaglia Reale di Fortnite, in quanto questi ultimi offrono esperienze molto più raffinate e definite. Detto questo, con il prezzo di 30 euro il gioco si trova ad essere a metà tra il free-to-play di Fortnite e il prezzo pieno di Call of Duty: Black Ops 4 (anche se è stata da poco annunciata una versione “economica” senza la modalità Zombie). Il prezzo più basso offre un certo margine di manovra, anche se è viene difficile credere che le console, ed in particolare PS4, abbiano titoli fantastici come God of War, Spider-Man e Uncharted 4, e ne presentino altri con l’aspetto tecnico di PUBG. Ciononostante, è una base abbastanza buona su cui costruire le future migliorie.
In conclusione, PUBG su PS4 è un titolo sì interessante ma ottimizzato male. Un anno fa sarebbe stato rivoluzionario. Al momento, si tratta solo di un buon Battle Royale con un ottimo gameplay ragionato e tattico però rovinato da una grafica ed un’ottimizzazione ai minimi termini.
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