Double Fine Productions, la software house di Tim Schafer recentemente acquisita da Microsoft, ha deciso di andare ad esplorare il genere roguelike pubblicando RAD su PC, PS4, Switch e Xbox One, in collaborazione con Bandai Namco.
Sappiamo bene come Double Fine abbia sfornato grandi titoli di generi diversi (Psychonauts, Brutal Legend, Massive Chalice e Iron Brigade su tutti) e questa volta la compagine capitanata dall’iconico Tim Schafer ha deciso di buttarsi su un genere per loro inedito: i roguelike, giochi tipicamente caratterizzati da generazione casuale delle mappe e morte “permanente” del personaggio una volta terminate le vite a disposizione.
Prendete una strana atmosfera anni ‘80, un gruppo di ragazzini sopravvissuti a 2 apocalissi nucleari e delle mutazioni genetiche dovute alle radiazioni rimaste nel mondo; bene, ora mischiate con cura questi tre elementi e la formula, con leggera derivazione hack&slash, dei roguelike ed avrete RAD.
Un minimo di storia c’è
Nel mondo di RAD la terra è stata sconquassata da 2 apocalissi nucleari, la prima come una scontata evoluzione delle guerre che imperversavano sul globo terrestre e la seconda del tutto inaspettata che ha definitivamente fatto sprofondare il pianeta nel più totale caos. Cosa può ristabilire un po’ di ordine in questo delirio di radiazioni? Ovviamente un gruppo di 10 ragazzini che, grazie all’aiuto di uno “stregone”, potranno respirare le radiazioni del mondo e trasformarle in nuova vita rigenerando così il pianeta. Seppur molto sintetica e ridotta all’osso questa, è la principale motivazione narrativa che vi spingerà a giocare a RAD per ore e ore.
Quando vi approccerete a RAD dovrete avere ben chiaro che il gioco ha un livello di difficoltà molto alto ed essendo un roguelike lo stile del gioco potrà portarvi a frustrazione e livelli di arrabbiatura decisamente elevati.
Gameplay e meccaniche di gioco
Una volta scelto il vostro personaggio (ce ne sono 10, 4 disponibili subito e 6 sbloccabili più avanti nel corso dell’avventura) avrete accesso al Villaggio, che funge come hub di gioco, dove potrete interagire con alcuni NPC e portare in salvo dalle varie run monete e chiavi che, in puro stile anni ‘80, sono rappresentate reciprocamente da audiocassette e Floppy Disk da 5 pollici (quelli giganteschi, per intenderci). Queste due risorse sono gli unici due elementi che potrete “salvare” tra una run e l’altra, dato che una volta morti nei dungeon e nei livelli i progressi verranno azzerati e dovrete ricominciare la vostra avventura proprio dall’inizio, perdendo tutto quello accumulato nella run.
I livelli sono creati proceduralmente ed è quindi pressoché impossibile che, tra una run e l’altra, troviate due mappe identiche. Per passare da un livello all’altro dovrete, oltre che sopravvivere agli attacchi dei vari mostri, attivare un certo numero di Respiratori (colonne infuse di potere che hanno una certa somiglianza con le statue dell’isola di Pasqua) che apriranno la via verso il Boss Dungeon. Una volta battuto il Boss potrete avanzare al livello successivo. Ci sarà anche la possibilità di avere dei “sub dungeon” (Tunnel sotterranei alla mappa principale) all’interno del livello che vi permetteranno di scovare e raggiungere zone della mappa altrimenti non raggiungibili e potenziamenti diretti.
Per combattere i nemici presenti nel mondo di RAD avrete a disposizione principalmente 4 attacchi di base oltre alle skill derivate dalle mutazioni, di cui parleremo in seguito. Un attacco con la vostra arma principale (inizialmente una mazza da baseball “magica”, ma potrete cambiarla sbloccando delle varianti accumulando ore di gioco), un attacco in salto, un attacco caricato ed infine un attacco schianto che può essere effettuato saltando e premendo il tasto Y/Triangolo. Anche se il gioco ha un livello di difficoltà davvero elevato il sistema di combattimento è molto intuitivo e ci metterete relativamente poco a padroneggiarlo al meglio.
In RAD la progressione del personaggio, che ricordiamo verrà azzerata ad ogni morte, avviene in un modo molto particolare ed interessante. Data l’ambientazione post apocalittica, quando la “barra dell’esperienza” del vostro personaggio si riempirà non avrete il classico level-up ma subirete una mutazione genetica randomica tra le tante disponibili, che aggiungerà al vostro personaggio una skill (attiva o passiva). Questa vi permetterà di migliorare le vostre prestazioni. Per le skill attive avrete assegnato un tasto dorsale (escluso LB/L1 che serve per la capriola) per l’attivazione invece delle le skill passive non dovrete fare nulla se non capitare nella situazione che le attiva (vista a raggi X, aumento del drop rate di energia o audiocassette, resistenza a determinati attacchi, etc). Inoltre se mai doveste arrivare ad ottenere più di 3 skill attive (molto difficile in verità) ci sarà la possibilità di rimappare i 3 tasti dorsali con la combinazione di abilità che più vi aggrada, lasciandone quindi qualcuna in panchina. Oltra alla barra di esperienza le mutazioni potranno essere acquisite anche attraverso l’attivazione di alcune stazioni, che spesso troverete all’intero dei sub dungeon nei vari livelli.
Oltre a quella che può essere definita la main quest di RAD troverete, esplorando i vari livelli, diversi NPC che vi chiederanno di compiere missioni secondarie in cambio di una ricompensa. Anche gli NPC dell’Hub potranno chiedervi di riportare al campo base degli oggetti o di compiere qualche determinata azione. Eseguire queste azioni, oltre ad ampliare l’esperienza di gioco, vi permetterà di acquisire tutti i Trofei/Obiettivi che il gioco propone.
Per rendere l’esperienza roguelike più immersiva inoltre RAD presenta il Tomo degli Anziani, che altro non è che un Enciclopedia del gioco, in cui dovrete sbloccare ogni voce (Mutazioni, Nemici, Boss e altre curiosità) “vivendola” direttamente in game. Chiaramente per sbloccare il Tomo al 100% dovrete investire molte ore di gioco, cercando anche di fare delle run il più longeve possibile. Più vi spingerete avanti e più possibilità avrete di trovare nuovi mostri, mutazioni o NPC che vi aiuteranno nella missione di completamento del Tomo.
Inoltre è da segnalare la totale assenza di multiplayer sia locale che online e la presenza di una modalità Sfida Giornaliera, che vi permetterà di affrontare una run con regole ed obiettivi particolari che cambiano ogni 24 ore e “competere” in una classifica online tra i giocatori di tutto il mondo.
Comparto tecnico
RAD si presenta con una visuale isometrica e uno stile 3D molto squadrato proprio a ricordare gli anni ‘80 da cui trae pesantissima ispirazione tutto il mondo di gioco. La grafica è ampiamente godibile, sicuramente non spettacolare o fotorealistica ma assolutamente adatta al tipo di gioco offerto e, in termini di framerate, il gioco è molto fluido e non subisce nessun tipo di calo tecnico anche durante i combattimenti più serrati e pieni di nemici sullo schermo.
La colonna sonora di RAD è davvero qualcosa di azzeccatissimo per il titolo in questione. Le musiche vi permetteranno di calarvi ancora meglio nel mood post apocalittico anni ‘80 che il gioco vi propone. Se non nella cut-scene iniziale e in poche altre, i dialoghi sono praticamente inesistenti e l’interazione con gli NPC sarà tutta tramite dialoghi a schermo e le poche frasi che sentirete all’interno del gioco sono ovviamente doppiate in inglese.
Conclusioni
RAD è sicuramente un’altra perla sfornata dalla software house del buon Tim Schafer, che non deluderà coloro che amano il genere roguelike. La difficoltà, nonostante sia davvero elevata, sarà proprio il carburante che vi farà rimanere attaccati al titolo per moltissime ore e se siete dei fanatici dei Trofei/Obiettivi avrete sicuramente il vostro bel da fare per poter completare questo gioco al 100%. Il titolo è consigliato sicuramente agli appassionati del genere e a tutti i giocatori che amano le sfide, nonostante possano sembrare ripetitive e frustranti.
Versione Provata: Xbox One X