MercurySteam, dopo aver riportato in grade stile il brand di Castlevania con Lords of Shadow (lavoro meno riuscito con il secondo capitolo) e aver pubblicato Metroid: Samus Return, cambia totalmente rotta. Raiders of the Broken Planet è uno sparatutto in terza persona molto particolare che sicuramente non mira a spodestare i grandi del genere ma va a proporsi come una valida alternativa in termini di formula e sviluppo.
Un titolo che vuole sfidare l’industria videoludica
Raiders of the broken planet è un videogioco che vuole rinnovare il mercato videoludico con una meccanica di lancio a metà tra il free-to-play e il rilascio episodico. Il gioco può essere scaricato gratuitamente, in cui questa versione si potrà provare il prologo. In caso di interesse del giocatore allora si potrà acquistare o la prima ed unica campagna per ora disponibile oppure il pacchetto con tutte e 4 le campagne previste. Il costo di ogni singola campagna è di 9,99€ che consiste in un totale di quattro missioni da completare in circa 5 ore di gioco complessive. Un rapporto qualità/prezzo molto interessante se consideriamo l’alta rigiocabilità del titolo e l’imprevedibilità delle varie missioni basate non soltanto sui membri della squadra ma anche sulla componente multigiocatore.
Le basi narrative di Raiders of the Broken Planet sono particolari ed eccentriche. Nel pianeta nativo dei Raiders ,in un diverso sistema solare a diversi anni luce dalla terra, è presente in grandi quantità un minerale dall’inestimabile valore chiamato Aleph, il quale permette di ridurre in maniera drastica la durata degli spostamenti interstellari. L’umanità, una volta scoperto questo materiale preziosissimo, ha sfruttato talmente tanto questi giacimenti da far collassare l’intero pianeta, fino a ridurlo a poco più di macerie tenute insieme dal solo nucleo, pronto ad esplodere da un momento all’altro.
Da questo incipit iniziano le avventure dei Raiders di diverse fazioni mercenarie, il cui scopo principale è cercare di salvare il loro pianeta cacciando la razza umana da esso. La storia, consci del fatto che comunque non ci troviamo dinanzi ad un prodotto particolarmente profondo per quanto riguarda il comparto narrativo, è originale e sopra le righe. MercurySteam ha puntato parecchio sulla caratterizzazione estetica e caratteriale dei propri eroi, coadiuvati da una regia frenetica e scomposta che pervade ogni singola inquadratura delle scene d’intermezzo, numerose e narrativamente interessanti.
Carta, forbice e sasso
Il gioco alla prima occhiata si presenta come uno shooter cooperativo (a 4 giocatori). L’avventura non segue però gli schemi classici del genere, in cui si percorre dei lunghi livelli lineari tra vari scenari che si avvicendano uno dopo l’altro. Come detto prima, la campagna è divisa in quattro capitoli, ognuno dei quali è composto da una due o tre arene molto aperte, in cui bisogna svolgere delle quest insieme al nostro team, come far fuori un obiettivo specifico, azionare qualche dispositivo, cercare un punto della mappa particolare, di sopravvivere e così via. Anche l’ Aleph, oltre a livello narrativo, è un elemento fondamentale del gameplay. La nave che ci trasporta nei vari livelli è ricca di questa sostanza e sarà quella che ci permetterà di rientrare in gioco in caso di morte. Abbiamo infatti un numero limitato di vite, una volta terminate dovremo sopravvivere per pochi minuti così da ricaricare il contatore. L’Aleph serve anche direttamente al nostro personaggio, va ricavata dall’ uccisione a mani nude di alcune tipologie di nemici. Pur essendo sostanzialmente uno shooter, Raiders of the Broken Planet varia il suo gameplay con una componente action/melee. Le munizioni non sono infinite, e una volta terminati i proiettili nel nostro caricatore, dobbiamo per forza recuperarli uccidendo i nemici con attacchi ravvicinati. Seppure il sistema di combattimento sia molto semplice permettere di inframezzare la fasi di shooting.
Possiamo definire il combattimento come una sorta di sfida a “carta, forbice e sasso” in quanto una presa vince su una schivata, una schivata vince su i pugni e i pugni vincono su una presa. Un sistema abbastanza semplice da capire ma più complesso da assimilare e padroneggiare, soprattutto nelle situazioni in cui si rischia di morire, ma è senza dubbio innovativo per il genere. Così anche ad esempio un cecchino che agisce in lontananza può essere letale anche a brevi distanze.
Oltre alla campagna giocabile online con altri 3 giocatori esiste anche la modalità Antagonista. Una modalità in cui si impersonerà un Raider che avrà lo scopo di rallentare e fermare una squadra di 4 giocatori impegnata in una delle missioni della campagna. A differenza dei buoni, l’Antagonista avrà diversi punti di respawn e un numero di vite illimitato. Nelle mie prove ho riscontrato un buon bilanciamento delle partite, anche se con l’Antagonista in gioco si alza di molto il livello di sfida.
Un elemento distintivo del gioco è sicuramente la natura e la gestione delle caratteristiche dei suoi protagonisti. Al lancio Raiders ha un poster di sei personaggi, ma un’altra mezza dozzina è già in lavorazione. Ogni personaggio ha un equipaggiamento molto simile e scenderà in campo con un’arma da fuoco e un’abilità. Le tipologie di eroe sono molto distinguibili: ci sono i tank, i cecchini, gli assalitori.
Le abilità sono anch’esse molto importanti, perché, anche se meno determinanti rispetto ad un più classico gioco basato sulle classi, sono l’unico elemento di differenziazione a disposizione dei personaggi. Ad esempio il tank Konstantin, ha un’abilità che gli permette di emanare un’aurea circolare riesce a spingere via i nemici, ovvero una mossa più difensiva che offensiva. Alicia invece ha la possibilità di saltare e camminare sui muri che la rendono una scelta ideale per scappare velocemente dai pericoli o rincorrere facilmente gli avversari in fuga. Le abilità, inoltre, hanno un tempo di ricarica molto corto che rende le strategie e le giocate a loro legate più utili che letali.
Un’altra componente di cui vale la pena parlare è quella che riguarda la personalizzazione. Essa costituisce una parte significativa dell’esperienza di gioco, un sistema fatto di carte e potenziamenti permette al giocatore di assegnare ai vari eroi diverse abilità o equipaggiamento una volta che si possiede l’oro necessario o la valuta acquistabile attraverso denaro reale. Le micro-transazioni riguardano solamente il lato cosmetico del titolo, mettendo a disposizione una gamma di skin ben disegnate che rendono i personaggi ancora più belli da vedere. Il taglio artistico di Raiders of the Broken Planet sfrutta appieno il concetto di estremo e di grottesco, in modo molto similare a Borderlands, riesce ad instillare quell’ironia tragicomica capace di strappare più di un sorriso. I giocatori amanti del genere andranno sicuramente pazzi per le varie citazioni, easter eggs e per la pazzia in generale che permea l’intera opera non soltanto dal punto di vista dei dialoghi e del character design ma anche da quello artistico, grazie ad uno stile fantascientifico molto interessante e pieno di spunti. Da un punto di vista puramente tecnico, Raiders of the broken planet riesce ad offrire una resa grafica molto pulita che mette in evidenza il taglio artistico particolare del titolo.
Il gioco vale la candela?
Il modello di vendita di Raiders of the Broken Planet si adatta perfettamente alla struttura narrativa elaborata dagli sviluppatori: ogni campagna racconta una storia a sé stante, parallela agli eventi delle altre, che può essere giocata in qualsiasi ordine e svelerà il suo vero finale solo incastrandolo con quello delle altre campagne. Così facendo si potrà acquistare una campagna singola diversa dalla prima uscita senza perdere lo spirito del gioco.
L’ unica pecca che può inficiare l’esperienza di gioco sulla lunga distanza è una ripetitività di fondo. Pur essendo un gioco destinato alla cooperazione e alla crescita del personaggio, non c’è modo di variare le partite per accumulare punti, e si tratterà sempre di rifare le stesse identiche missioni con gli stessi identici obiettivi.
MercurySteam sta facendo tutto quello che non sembrava possibile fino a poco fa, proponendo prezzi e scelte totalmente a favore dell’utente. E se non siete convinti e non volete spendere i 10 euro utili per portarvi a casa almeno 5 ore di gioco, beh, c’è il prologo gratuito che dura un’oretta.