Non vi nascondo che per me sedermi davanti al PC e scrivere la recensione di Rememoried (titolo sviluppato da Vladimir Kudelka, disponibile su Steam e ora anche PS4) sia risultato estremamente difficile. Più di quello che pensavo quando ho deciso di affrontare questo titolo indipendente. Un prodotto che mette in crisi, come molti ormai oggi, la definizione di “videogioco” e trascende l’elemento puramente ludico, per proporre un percorso intimo e personale alla persona che va a “giocare”. Un’esperienza difficilmente interpretabile, ma che ognuno può prendere come desidera, ponendo il proprio punto di vista come facente parte a pieno di quello che avviene su schermo.
Ciò che questo tipo di esperienze fanno, ciò che fanno i loro ideatori e sviluppatori, è creare una realtà. Una realtà esistente, sebbene virtuale. Vi spiego il mio punto di vista: per quanto non si tratti di un luogo fisico, si tratta di un luogo emotivo, in cui le sensazioni e le emozioni sono reali e si manifestano nel corpo di chi “gioca”. Questo per me è sufficiente per classificare questi luoghi come “reali”.
Detto questo, ci troviamo comunque davanti ad un prodotto acquistabile, che deve quindi essere valutato per ciò che offre a quello che è l’acquirente, ciò noi videogiocatori. Anzi, noi persone.
Rememoried è quello che potremmo definire, nel modo molto banale offerto dalle categorie, un “walking simulator” con elementi platform. In quanto la meccanica fondamentale porterà il giocatore a dover semplicemente avanzare, a volte facendo anche uso del pulsante di salto. Accanto però a questa meccanica base, se ne aggiunge una sorprendente, non semplice da capire all’inizio.
Forgetting is the way
Come dice il titolo, Rememoried è un gioco che “parla” della memoria. E in quanto tale, nel gioco è stata inserita proprio una meccanica che riguarda il dimenticare. “Forgetting is the way”, recita una delle voci che ci accompagnano. Così dimenticare diventa l’unico modo per continuare. In che termini di gameplay si traduce questo? Il giocatore avrà la possibilità di modificare l’ambiente semplicemente voltandosi e poi ritornando a guardare quel punto. Questo attiverà un “gioco della memoria”, che andrà appunto a cambiare l’ambiente permettendoci di avanzare. Che questa modifica siano ricordi che vengono cancellati o che riaffiorano, sta al giocatore deciderlo. Si tratta di un elemento che, per quanto all’inizio può non essere di semplice approccio, risulta sorprendente. Non è solo il nostro sguardo che plasma il mondo di gioco (come succede ad esempio in Shape of the World), ma si inseriscono anche i ricordi e la memoria.
Forgetting is the way… che cosa significa? Non viene spiegato, naturalmente. Dimenticare è il modo per proseguire, per andare avanti. Un dimenticare che sembra essere importante per raggiungere uno stato dell’essere più elevato, ma che verso la fine diventa indefinito, e potrebbe invece benissimo essere indicato come il suo opposto, cioè ricordare. D’altronde, la modifica ambientale che innesca la meccanica di cui abbiamo parlato, potrebbe benissimo inserirsi in un discorso che riguarda il recupero di un ricordo, più che di una perdita. Penso che questo sia stato un preciso intento dello sviluppatore, giungere ad un messaggio non univoco.
Si tratta in generale di un’esperienza piuttosto breve, anche se a seconda di quanto tempo deciderete di passare a guardarvi intorno la cosa potrà cambiare. Non è neanche semplice capire all’inizio ciò che si deve fare per proseguire, ma questo penso che faccia a parte a pieno dell’esperienza. Se uno vuole dimenticare, deve prima ricordare.
La memoria, i ricordi, sono ciò che ci definiscono in quanto individui. Così come la memoria collettiva definisce una comunità. L’ascensione che propone Rememoried è in sostanza un’esperienza onirica, in cui il giocatore è invitato a perdersi e a lasciarsi trascinare in un sogno. “A memory becomes a dream, a dream becomes a memory“. E così, tra sogno e realtà, il ciclo (il gioco) finisce e ci riporta con i piedi per terra. Con quali ricordi, sta a noi deciderlo.
In conclusione, voglio sottolineare una cosa per quanto riguarda il criterio di votazione, considerato che ormai il “voto” è ciò che conta di più in una recensione. Rememoried è un gioco indipendente. Quasi per propria definizione, i titoli indipendenti fanno ciò che raramente i titoli tripla A si permettono di fare, cioè sperimentare e cercare di creare esperienze diverse. Facendo riferimento a ciò, Rememoried è un titolo che lo fa in maniera egregia. Sperimenta implementando meccaniche, magari non particolarmente complesse, ma che vengono applicate in modo nuovo, o comunque inaspettato. Il gioco è coerente con se stesso e non ci sono elementi che “stonano” nell’architettura finale. Rimane se stesso, nel bene e nel male, e non si snatura. Resta onirico, senza sentire il bisogno di dare punti di riferimento concreti, che ormai sembrano essere sempre e comunque necessari, ma non è così. Prendendo questi criteri come riferimento, ho ritenuto di dare la valutazione finale che troverete in calce.
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