Lo studio Flying Oak Games, già autore di Neurovoider, si è gettato nella realizzazione di un nuovo videogioco, denominato ScourgeBringer. Come la precedente produzione del team, il videogioco strizza l’occhio al “genere” del roguelite, che comunque ultimamente è spesso sotto i riflettori grazie alle recenti produzioni, come Dead Cell, West of Dead o Hades. Di conseguenza risulta fondamentale sapersi distinguere il giusto dalla massa di produzioni che ricalcano elementi caratterizzanti di una formula comune a molti. ScourgeBringer, nonostante non sia il primo della lista, si rivela comunque un videogioco che può aver catturato ben più di un utente pc e Nintendo Switch, considerando che è già disponibile a partire dal 21 di questo mese.
Trama
Chi conosce le produzioni di questo tipo, sa già che la storia o la narrativa in generale non rappresenta una dei punti di forza del gioco, ma, come in questo caso, può rappresentare un buon contorno. ScourgeBringer è ambientato in un mondo ormai distrutto con una popolazione sull’orlo dell’estinzione a causa della comparsa di un monolite alieno. Infatti, quest’ultimo, una volta giunto sul pianeta, ha cominciato a seminare morte e distruzione quasi del tutto incontrastato. L’unica forma di resistenza adottata è stata quella di organizzare delle spedizioni che una volta all’interno del monolite avrebbero dovuto distruggerlo da dentro. Dopo anni e anni di fallimenti, una tribù decide di inviare la protagonista Khyra nell’ennesima missione suicida ed è da questo punto che inizia l’avventura.
Passo dopo passo…
Durante l’esplorazione del monolite assieme ad una sorta di “assistente” robotico, Khyra incontrerà dei superstiti, dei mercanti e molte creature assai ostili. Proseguendo di stanza in stanza, si perpetua un ciclo di lotte, morte e rinascita che caratterizza ogni esponente di questo genere, la cui ripetitività è funzionale al miglioramento del personaggio. Infatti, dopo ogni morte si tornerà all’albero Risonante, l’hub del gioco, dove si possono sbloccare dei power-up permanenti in cambio di una specifica risorsa, ottenibile uccidendo i boss e miniboss che si incontreranno nelle stanze. Sarà compito del giocatore mettere a frutto in maniera ottimale i risultati dei propri sforzi, sbloccando precedentemente le abilità più utili al suo stile di gioco. Va sottolineato che rispetto alla versione in accesso anticipato è garantita una maggiore personalizzazione, dato che ora è possibile accedere in maniera totalmente libera ai primi sei rami dell’albero delle abilità.
Una volta potenziata la protagonista, viene il momento di gettarla nuovamente nell’azione, proseguendo di stanza in stanza, all’interno delle quali si affronteranno due ondate di nemici. Infatti, a meno di ottenere la mappa del livello in game, sarà possibile vedere solamente le stanze adiacenti a quella in cui si trova Khyra e a quelle precedentemente esplorate. Naturalmente, questa impostazione è condivisa per tutti i “livelli” di gioco, i quali sono generati proceduralmente e accessibili uno dopo l’altro, una volta eliminato il boss e il mini boss di ogni piano. Consapevoli che l’uccisione di questi nemici è un requisito indispensabile, gli sviluppatori hanno contrassegnato le loro stanze con dei simboli per distinguerle dagli altri.
Di stanza in stanza…
Di conseguenza l’esplorazione dei livelli è principalmente funzionale alla ricerca delle stanze più utili: quelle dei mercanti, dei boss, quella in cui affrontare più ondate nemiche in cambio di ricompense assai invitanti e quella di un santuario che dona una “benedizione” tra le tre disponibili. Tuttavia una volta trovate quelle più funzionali al gameplay, rimangono pochi motivi per addentrarsi in quelle non ancora visitate. Oltre alla raccolta di sangue, usato come valuta del gioco, non rimarrà altro che la speranza di droppare qualche oggetto dall’uccisione di un nemico, oppure di trovare dei resoconti delle vecchie spedizioni che approfondiranno la “lore” del mondo di gioco. A quanto descritto finora, si aggiunge un level design che non si attesta sopra il discreto, risultando funzionale ma non incisivo come poteva essere.
Come era facile aspettarsi, il titolo presenta ritmi molto elevati, scanditi da una colonna sonora convincente che si amalgama con i restanti aspetti della produzione. La protagonista disporrà di un numero ben preciso di strumenti di attacco: uno scatto aereo, un doppio salto, la possibilità di utilizzare armi da fuoco, un attacco leggero ed uno pesante realizzati con la spada. Naturalmente il come utilizzare questi elementi, garantisce più margine di manovra di quanto ci si possa aspettare, soprattutto se verranno potenziati, acquisendo le abilità sopra citate. Risulta altrettanto scontato dire che le possibilità date al giocatore saranno fondamentali per contrastare gli attacchi della discreta varietà dei nemici, tenendo a mente che ogni singolo esemplare possiede dei propri punti di forza e debolezza.
Grafica
Il videogioco tecnicamente si dimostra fluidissimo nonostante l’azione frenetica a schermo, anche grazie ad un stile grafico semplice e per nulla pretenzioso. I ragazzi di Flying Oak, consapevoli delle loro capacità, ha dato vita ad un videogioco che non possiede un’estetica tra le più stupefacenti, ma che comunque fa un buon uso di colori. La palette di colori, seppure non sia ampia, gioca appunto sul contrasto tra i colori accesi e quelli scuri. Tuttavia le ambientazioni che il giocatore si troverà dinanzi, risultano pensate maggiormente per risultare funzionali alla gestione dell’azione su schermo che a caratterizzare il videogioco.
Conclusioni
Alla fine dei conti, Scourgebringer è un videogioco che si mostra per quello che è, ossia un prodotto divertente nonostante alcuni punti di contatto con altre produzioni del mondo indipendente. L’azione scorre in maniera fluida, sostenuta da musiche azzeccate che accompagnano il giocatore tra un’uccisione e l’altra. Ovviamente, il gioco, conscio della bandiera che ha deciso di portare, offre un certo livello di sfida, in cui riflessi scattanti e una certa memoria muscolare saranno fondamentali. Di conseguenza non posso che consigliarlo principalmente agli amanti di questo tipo di produzione, i quali troveranno pane per i loro denti.