Introduzione
Di recente, il Comitato Internazionale Olimpico ha riconosciuto gli eSports come attività sportiva, aprendone le porte alle Olimpiadi. Tra le reazioni degli sportivi più noti, hanno suscitato clamore le dichiarazioni di Federica Pellegrini di cui abbiamo parlato qui. E poiché i videogames sono al centro del dibattito, abbiamo deciso di dire la nostra su quanto sia giusto considerarli come sport veri e propri. Sport vs eSports, ecco come la pensiamo noi!
Mrs Potato
Sport ed eSport sono termini molto usati, almeno negli ultimi anni, e il loro significato è molto più simile di quanto si possa immaginare. Nello sport, come tutti sanno, ci vuole grande preparazione sia fisica che mentale, e nell’eSport la storia non cambia molto; alla fine, nonostante ci sia un effettivo apparecchio elettronico di fronte alla persona, ciò non significa che non ci sia allenamento, concentrazione, strategia, riflessi sempre pronti e un grande senso sportivo. Esatto, perché si parla anche di questo: di sportività.
Coloro che dedicano anima e corpo a risultare nella classifica dei migliori giocatori online in grado di partecipare a competizioni a livello mondiale, per chi non lo sapesse, dedicano parte delle loro ore ad allenamenti continui. Per primeggiare su tutti ci vuole una concentrazione tale da poter pianificare strategie senza farsi influenzare dal proprio stato d’animo, a prevedere l’avversario e avere fiducia cieca verso il proprio team. Questi concetti si basano anche sul gioco degli scacchi, in cui l’attività mentale è molto in fermento. Come in tutti gli altri sport. E, come da altre parti, si deve avere un grande controllo sul proprio fisico, come i piloti della Formula Uno: chi mai si aspetterebbe un allenamento fisico anche da parte loro? Eppure c’è, e non è semplice come si possa pensare e, a livello di eSport, non parlo solo di riflesso occhio-mano, ma anche di respirazione, postura e della tensione muscolare che solo con un allenamento fisico si possono controllare.
E’ ovvio e palese che non saranno mai uguali ai tradizionali sport, e per questo sono felice che si parla di eSport come una categoria parallela. E sono contenta del riconoscimento che è stato dato loro, concordando con i miei colleghi per l’avanzamento tecnologico che ciò comporta e comporterà.
Kaine90
Come spesso accade, credo che la verità stia nel mezzo. Se bastasse anche solo andare a cercare sul dizionario la definizione di Sport, e decidere chi o cosa può farne parte, avremmo già finito di discutere. Ma non è così. Ebbene, sono del parere che nel 2017, anno nel quale la tecnologia è sempre più struttura e parte dell’essere umano, bisognerebbe ridefinire ciò che sappiamo dello Sport. Non si tratta di snaturare un’attività millenaria, ma di riplasmarne il concetto. Basti pensare quanto, e la storia lo insegna, sia cambiato lo Sport assieme a tutte le sue accezioni. Badate bene, non voglio fare un excursus storico, nè un’analisi semantica, ma vorrei che ci riflettessimo su mettendo da parte pregiudizi di ogni sorta.
Che lo si voglia o meno, l’eSport ha un’anima in comune con lo Sport in generale, o quello al quale siamo abituati a riferirci come tale. Dico questo perchè, in parte, c’è chi non tollera l’accostamento eSport/Sport per definizione. E’ vero, a mio parere questi due sono mondi equidistanti, ma dotati di iperboli che, spesso e volentieri, si incontrano. Personalmente vorrei andare oltre al dogmatismo, soffermandomi su ciò che eSport e Sport condividono. Al di là dello sforzo fisico che caratterizza gli Sport motori, questi due mondi attecchiscono e si alimentano della stessa sostanza. La comunione, l’amicizia, la competizione, l’ebrezza della vittoria ed il clamore della sconfitta, l’incitamento dei sostenitori. In una parola: emozioni. Non riesco ad immaginare uno Sport senza questa caratteristica, ed è qui che veramente l’eSport fa centro. Le emozioni che regalano questi due mondi, tanto diversi ma quantomai uguali, sono le stesse. Sono veicolo e carburante per la collettività, la nostra parte migliore, ciò di cui veramente dovremmo andare fieri. Io credo che Sports ed eSports siano le facce della stessa medaglia – per rimanere in tema – e sono contento che qualcuno se ne sia accorto.
Link88
Il mio è un parere un pò bivalente. Da una parte, essendo stato sportivo a livello agonistico, non riesco proprio, neanche lontanamente, a paragonare gli sport cosiddetti “canonici” agli eSports. Il quantitativo di sforzo fisico e mentale per arrivare a raggiungere le vette di atletismo, tecnica e mentalità sono veramente alte. Le variabili da controllare sono moltissime, non starò qui ad elencarle ma basta soltanto che qualcuno abbia anche solo per sbaglio fatto 2 passi di corsa per poterne cogliere le differenze così tanto ampie. Questo non toglie che primeggiare negli eSports sia poi tanto facile. La preparazione mentale deve essere perfetta, e la coordinazione occhio-mano deve essere allenata a livelli stratosferici. Ma resta dopotutto troppo divario, perchè no anche filosofico, tra Sport “tradizionali” ed eSports. Per rimanere in tema, invece, vi mostro l’altra faccia della mia personale medaglia.
Gli eSports esistono da parecchio tempo. I primi tornei con decine di migliaia di partecipanti iniziano già negli anni ’80 (ovviamente negli USA), e la loro evoluzione si è realizzata in pochissimo tempo fino ad arrivare ai nostri giorni, nei quali stanno iniziando ad essere eventi rilevanti nel mondo mediatico. Quindi una bella spinta per far sì che gli eSports diventino uno show per molti non farebbe che bene al movimento videoludico che ultimamente, in Italia soprattutto, non gode di grande fama e credibilità. In sintesi, nello scontro fra Sport e eSport, non può uscire un vincitore perchè molto semplicemente i mondi a cui appartengono sono in realtà parallele che mal convivrebbero tra loro. Ben venga però un pò di pubblicità positiva per un sano aumento di visibilità degli eSports, che di sicuro male non fa.
Emilio
Avrei ben 300 caratteri per esprimere la mia contrarietà nei confronti dell’entrata degli eSports tra i veri e propri sport (guarda caso in prossimità delle olimpiadi giapponesi) ma ce ne metterò molti di meno. Da videogiocatore e da sportivo consumato direi infatti, in maniera lapidaria, che nessuna sessione di gioco, competitiva o meno, può raggiungere neanche lontanamente il grado di benessere psicofisico che conferisce un vero sport. Un benessere che si traduce in un divario qualitativo importante che comprende una rigenerazione mentale che abbatte universalmente lo stress, la rabbia e la frustrazione, oltre che prendere la forma di un aiuto fisico nel potenziamento dei muscoli, del cuore, della circolazione e della respirazione (tutte utili all’armonia universale della persona). Sarebbe diverso se i videogiochi si occupassero esclusivamente di controlli con il sensore di movimento, ma il loro entrare nel mondo degli sport con i controlli tradizionali, che non vanno a colmare quel divario di benessere con le vere discipline sportive (mani, occhi, mente), non riesce proprio a farli essere accettabili nella comunità degli sport.
Delio Spartaco “The Quiet” Boncristiano
“I videogiochi sono per chi non ha nulla da fare. Se avessi con me una pala ed un piccone, ti darei io qualcosa da fare. “
A molti di voi apparirà strano, che un articolo possa cominciare con queste righe citate sopra, ma è proprio di questo che si parlerà oggi, ossia i videogiochi alle olimpiadi.
Ciò di cui andremo a parlare oggi sarà di come questo mondo, per alcuni sconosciuto mentre per altri invece amato e reso una vera passione, sia cambiato nell’arco di tutti questi anni. Quando alcune persone che non conoscono questo mondo, così affascinante e allo stesso tempo istruttivo, lo paragonano ad una perdita di tempo, dove solo un bambino possa capirne i pregi, non sanno che in realtà è un mondo che non ha bisogno di età, quindi parlando in modo soggettivo ed esprimendo la mia idea, tengo a precisare che sono assolutamente favorevole all’entrata di questo mondo assolutamente da scoprire, per chi ancora non lo conosca, in questo evento così importante chiamato Olimpiadi, riportando così il motivo di questo mio elogio verso tale evento.
Partendo dal presupposto che ogni uomo o donna che si rispetti possa dire che lo sport è solo ed esclusivamente fisico, mi duole dirlo, ma quanto si sbagliano. Tra tutti gli sport che si possano praticare mettendo in moto muscoli, nervi, tendini, resistenza fisica e fiato, in un altro sport dove si possa accendere l’ingegno, tutto l’apparato oculare e qualche tendine delle mani, credo fortemente che non sia assolutamente da meno a tutti gli sport fisici, tenendo presente che ci sarà stress, sudore, e tanta acqua per potersi rifocillare, così facendo, anche quelle persone che prima dicevano che non è fattibile, far sì che possano appunto cambiare idea arrivando a pensare che, forse, questo sport che appassiona milioni di persone non rimarrà mai senza ammiratori.
Gaetano “Morfeus” Deleo
A mio parere l’argomento va trattato in modo trasversale senza fissarsi troppo sulla definizione tradizionale di sport, ma osservando il tutto in un contesto più volto ad una trasformazione di alcuni aspetti della società che per forza di cose sarà necessario affrontare con il progredire della tecnologia.
Considerare gli eSport alla stregua degli sport tradizionali, a mio parere, non sminuisce lo sforzo fisico e mentale che si rende necessario per praticare uno sport a livello agonistico, anche perchè ognuno di noi è a conoscenza (anche se non ha mai praticato sport ad alti livelli) dell’impegno a necessario a livello fisico e mentale per raggiungere dei risultati in qualsivoglia sport. Gli eSport non richiedono un vero e proprio sforzo fisico ma necessitano comunque di grande dedizione a livello di tempo di concentrazione, di strategia e di coordinazione con i propri compagni di squadra. Gli eSport hanno conquistato sul campo e con fatica la popolarità che pian piano sta diventando sempre più ampia, e che in alcuni paesi del mondo è arrivata a toccare vette altissime (superando a livello di pubblico e business alcuni sport) anche grazie allo spettacolo proposto e all’intensità delle sfide che si tengono sul campo virtuale. Inoltre la “consacrazione” degli eSport potrà contribuire a dare (finalmente) ai videogiochi la dignità che meritano, portandoli ad un livello superiore in termini di percezione e facendo sì che venga abbandonata definitivamente quella definizione di “giochi per bambini” che si portano dietro dai tempi del Famicom e che ora sta veramente stretta.
Pongy
Secondo me sarebbe giusto ampliare il concetto di Sport, trasformandolo in un insieme più vasto rispetto a quello tradizionale. Fare sport dovrebbe essere un diritto di tutti; e con “tutti” non mi riferisco soltanto a chi è già in grado di praticarne uno, ma anche a chi è limitato o impossibilitato a farlo per problemi fisici, età avanzata, malattie e altro ancora, oltre a chi preferisce fare un eSport per il semplice piacere di farlo. La mente è una parte importantissima degli esseri umani, e poiché grazie ad essa cresciamo, impariamo e comunichiamo durante tutta la nostra vita, sarebbe giusto darle importanza anche nell’ambito sportivo. Certo, in tanti sport ci vogliono schemi e tattiche che comportano un certo ragionamento, ma è comunque con il corpo che compiamo le azioni che determinano il risultato sportivo; in questo caso si parla di sport fisici.
Basterebbe dividere lo sport in categorie diverse: gli sport fisici (tra cui Calcio, Basket, Tennis, Nuoto etc) e sport mentali (i videogames o gli scacchi, per citarne alcuni). Con la dovuta divisione in categorie e contesti diversi, si eviterebbero polemiche come quelle di questi giorni: da un lato ci sarebbero campioni di sport fisici tra cui la già citata Federica Pellegrini, Cristiano Ronaldo o Roger Federer; dall’altra ci sarebbero campioni di videogames e discipline mirate ad allenare riflessi, concentrazione, intelligenza, intuito, furbizia, logica, cultura, rispetto e sportività.
E’ doveroso sottolineare quanto gli eSports aiutino tante persone a fare nuove amicizie, a sentirsi considerati come parte integrante di una squadra, ad aumentare la propria autostima, ad esaltarne le qualità mentali, ad aumentarne i riflessi o, nel caso di giochi non doppiati in italiano, a migliorare il proprio inglese scritto e parlato. E’ per questi motivi che ci vuole più apertura mentale. Dovremmo considerare lo Sport come un qualcosa non più limitato al solo sforzo fisico ma molto, molto più ampio. Sport vs eSports? Se mai preferisco dire Sport & eSports, cioè coesistenza e rispetto reciproco. Entrambi vanno collocati in contesti diversi, ma ritengo giusto che venga data loro la stessa importanza.