Un corridoio abbandonato, un PC acceso con una finestra di chat aperta, un ragazzo di nome Quinn. Così si apre STAY, titolo di Appnormals. Quinn viene svegliato nella notte da una presenza nella sua stanza. Un uomo lo colpisce alla testa e il nostro povero Quinn non ricorda più nulla. Si risveglia nel sopracitato corridoio abbandonato, con un PC acceso e una finestra di chat aperta. Il vero protagonista sembrerebbe proprio Quinn da questo incipit narrativo. E invece no. Il vero protagonista di STAY… siamo noi. Esatto. Il giocatore è il vero protagonista di STAY, in un gioco narrativo in cui viene portato a interpretare nient’altro che… se stesso.
Proprio così, in STAY saremo l‘ancora di salvezza di Quinn che, spaesato e turbato dalla sua notte “movimentata”, si affiderà totalmente a noi per riuscire a capire dove si trova e a fuggire. Va da sé che il gioco, per propria definizione, offre ben poco gameplay. Il fulcro del gioco è la vostra interazione con Quinn, le parole che userete e il suo stato d’animo. Quinn ci scriverà tramite il computer e noi dovremo dargli delle risposte scegliendo tra quelle offerte dal gioco. Spesso, però, la possibilità di scelta è totalmente illusoria e in realtà la scelta da fare per tenere in vita il nostro Quinn sarà unica. Spesso, infatti, le altre scelte potranno sembrare corrette ma porteranno inevitabilmente ed inesorabilmente alla morte del personaggio e, di conseguenza, a dover ricominciare l’intero capitolo daccapo.
Particolare è la scelta artistica fatta dagli sviluppatori. STAY presenta una buona pixel art. L’interfaccia di gioco, a parte alcune sezioni, sarà la finestra di un programma non meglio specificato di videochat. Potremo vedere “in tempo reale” le espressioni facciali di Quinn mentre ci scrive, tramite la webcam del “suo” computer. STAY, comunque, presenta una sorta di cutscenes che altro non sono che una sequenza di immagini in pixel art a tutto schermo che mostrano Quinn in esplorazione nel corridoio, o dei flashback della sua vita prima del terribile rapimento.
Un aspetto che aggiunge un netto realismo al titolo è il tempo di “non gioco“. STAY calcola il tempo che passate senza aiutare Quinn. Nella vostra vita reale potrete giocare ad altro, andare a dormire, fare faccende domestiche… in tutto questo tempo, è come se Quinn rimanesse in quel corridoio in attesa di vostre direttive. Mettetevi nei suoi panni: l’unico umano a cui fate affidamento, l’unica interazione che avete, la vostra unica ancora di salvezza, vi abbandona di punto in bianco lasciandovi soli in un corridoio abbandonato. Non vi sentireste traditi? Proprio così. Provate a non toccare il gioco per qualche ora e vedrete che Quinn si infurierà per averlo abbandonato. Fate passare qualche ora in più ancora e Quinn, deluso e amareggiato, non ci penserà due volte a distruggere il computer terminando per sempre qualsiasi possibilità di interazione con voi. Game over, si ricomincia il capitolo. Inoltre, ogni capitolo ha una scelta fondamentale. La risposta che daremo determinerà l’esito del capitolo e, alla fine del capitolo, il gioco ci informerà di quanti giocatori hanno compiuto la nostra stessa scelta. Un aspetto che ricorda i titoli Telltale Games.
L’aspetto del rapporto con Quinn è ben strutturato e particolareggiato. Premendo “triangolo“, vi si aprirà un menu in cui potrete consultare: il livello di fiducia che Quinn nutre nei vostri confronti, il rapporto di amicizia costruito e, infine, il suo stato d’animo, segnalato da quattro indicatori. La fiducia di Quinn e il vostro rapporto di amicizia cambieranno in base alle scelte che compirete. Ma, ancora, si tratta di scelte totalmente arbitrarie. Un’opzione che sembrerebbe ragionevole potrebbe far crollare a picco la fiducia che Quinn nutre nei vostri confronti o viceversa. Ogni volta che ci sarà una variazione in questi due parametri, le corrispondenti icone si illumineranno di rosso o di verde.
L’aspetto che amplia il gameplay di STAY che altrimenti sarebbe paragonabile ad una visual novel, è la presenza dei puzzle. Di tanto in tanto, durante le varie “indagini” di Quinn nel corridoio vi troverete dinnanzi a dei puzzle da risolvere. Si tratta della parte meno ispirata del titolo. I puzzle sarebbero anche interessanti ma, inseriti come in STAY, sono spiegati male, mancano di logica e, inoltre, manca qualsiasi tipo di indizio dato ai giocatori per capire cosa bisogna fare. Impossibili da risolvere senza guide su internet. Una grande occasione persa.
In conclusione…
STAY è un titolo originale, senza grosse pretese ma sorretto da un’idea molto interessante. La realizzazione in pixel art è azzeccata per il titolo, mentre l’atmosfera da visual novel è interrotta volutamente dai puzzle, per non far cadere il titolo nella monotonia. Operazione riuscita. Tramite i puzzle, STAY non cade nella monotonia ma… nella frustrazione. E non è comunque un bene. Altra piccola nota negativa: STAY non è localizzato in italiano. Quindi, o avete una buona conoscenza dell’inglese, o vi toccherà di armarvi di un dizionario e tanta, tanta pazienza. Per il resto il titolo coinvolge, e avere Quinn che aspetta un vostro messaggio non vi farà dormire sogni tranquilli se non prima di aver portato il gioco a termine, facendoci sentire un senso di responsabilità addosso non indifferente per tutte le sue sei ore circa di durata.
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