Una nuova Rubrica si aggiunge alla nostra variegata rosa: The Cake is a Lie. Questa nuovo bisettimanale sarà completamente incentrato sulle classifiche, quindi potranno essere sia Top che Flop.
La prima puntata della rubrica riguarderà i migliori videogiochi di questi primi 4 mesi del 2018, quindi da Gennaio fino ad Aprile. Il 2018 videoludico è sicuramente partito con il botto, regalandoci già da questi primi mesi molti titoli interessanti che, probabilmente, saranno tra le nominations del GOTY di quest’anno.
In questa classifica non saranno considerati DLC, remake, remastered, titoli usciti i mesi scorsi su piattaforme diverse e gli Indie (già trattati nella rubrica Indieland). Tengo a specificare che tutti questi titoli sono molto validi quindi le posizioni magari, per gusti personali, saranno diverse rispetto alle vostre aspettative.
Bando alle ciance, godetevi questa TOP 10 dei migliori titoli di inizio 2018.
10 – Lost Sphear
Lost Sphear è un titolo molto nostalgico, pieno di idee ispirate agli rpg anni ’90, sviluppato da Tokyo RPG Factory. Il titolo narra la stora di Kanata e i suoi amici Lumina e Locke che, di ritorno da una battuta di caccia, scoprono che il loro paese è scomparso nel nulla, sostituito da una nebbia bianca intangibile. Kanata, che negli ultimi tempi ha cominciato a fare strani sogni, in qualche modo ha il potere di materializzare i ricordi e di ripristinare tutto ciò che scompare a causa di questo fenomeno inspiegabile. Il sistema di combattimento in Lost Sphear è molto tattico e ruota tutto intorno al posizionamento dei personaggi e dei nemici sul campo di battaglia: si svolge a turni, come in I am Setsuna o in qualsiasi Final Fantasy ad Active Time Battle per intenderci, ma i personaggi attaccano delle aree che cambiano a seconda dell’abilità scelta, perciò è possibile colpire più nemici contemporaneamente.
Un titolo molto classico che però grazie ad una trama misteriosa, un vasto e affascinante mondo da esplorare, tanti tocchi di classe tipici di Square Enix ed un atmosfera ed effetti grafici di ottima fattura è riuscito ad essere in questa classifica.
C’è chi dice che la minestra riscaldata non sia mai buona, ma in questo caso ci sta di più “Squadra vincente non si cambia”, inteso come l’insieme di elementi presi da altri giochi Square Enix e riproposti qui, in un rpg vecchio stile come ai bei tempi. E se aveste dubbi dopo aver letto recensioni contrastanti di altri siti, lasciate perdere quanto detto qui dal sottoscritto e fate una cosa costruttiva di cui non vi pentirete: andate a casa di un amico che lo abbia già comprato e provatelo per almeno un’ora. E quando sarete in negozio a guardare i giochi esposti per decidere quale comprare, siamo certi che i ricordi della vostra partita a Lost Sphear riaffioreranno in pochi secondi proprio come quelli appena toccati da Kanata. Nella speranza che darete fiducia a questo interessante, e coraggioso, Lost Sphear. Un gioco da ricordare.
9 – Sea of Thieves
Sea of Thieves non appena è uscito sul mercato ha spaccato letteralmente il pubblico. C’è chi l’ha adorato e si sta ancora divertendo nei mari del gioco di Rare ma ci sono anche molti che hanno accusato il gioco di eccessiva ripetitività (qualsiasi gioco però, se giocato 10 ore al giorno ininterrottamente, diventa ripetitivo) e scarsi contenuti, altri rimpiangono l’assenza di una vera modalità single player e così via.
Senza ombra di dubbio però Sea of Thieves è una delle migliori e più innovative IP degli ultimi mesi, ed una buonissima esclusiva PC ed Xbox One. Tra i pro del titolo abbiamo sicuramente il setting dei pirati (sfruttato poco nel media videoludico), il senso di libertà immenso che si prova, il divertimento a non finire in modalità cooperativa, il mare più bello mai visto in un videogioco e graficamente è stupendo anche se ha uno stile molto semplice e cartoon. Tra i contro invece abbiamo riscontrato una scarsa personalizzazione, quest un po’ tutte uguali tra di loro ed un prezzo di lancio un po’ troppo eccessivo (anche se in soccorso di questo c’è il Game Pass).
Speriamo che i prossimi aggiornamenti aggiungano una buona dose di contenuti al titolo perchè sarebbe un peccato vedere un così bel mare senza bucanieri all’orizzonte.
Sea of Thieves è qualcosa che non si vedeva da tempo. Il gioco ha i suoi difetti, e alla lunga potrebbe risultare ripetitivo, ma questo dipende anche dal giocatore stesso, che nel mare di libertà creato da Rare può trovare innumerevoli avventure. Necessiterà comunque di un supporto importante, e su questo Rare non deve toppare.
8 – Moss
Moss è, senza alcun ombra di dubbio, uno dei titoli migliori e più affascinanti tra quelli che compongono il catalogo di PlayStation VR ed uno di quei titoli per cui valga davvero la pena comprare un VR. La trama, pur priva di rocamboleschi colpi di scena, sa intrattenere con la stessa efficacia di una favola ben raccontata. Quill si rivela una protagonista ben caratterizzata, mossa da animazioni che creano immediatamente empatia. Ogni ambientazione, infine, offre scorci indimenticabili, dipinge veri e propri acquerelli vibranti di vita, si alimenta di piccoli e grandi dettagli che introducono ad ulteriori storie nella storia.
Si tratta, insomma, di un’avventura che va assaporata a poco a poco, lasciandosi cullare dalle suggestioni che sa regalare il paesaggio, godendosi il rapporto che si creerà progressivamente con la simpatica Quill, protagonista che reagirà con coerenza non solo di fronte ai percoli che le si pareranno di fronte, ma anche nel restare ammaliata, come il videogiocatore, di fronte alla bellezza della natura che la circonda.
Moss è capace di farvi chiudere gli occhi per sognare, ma in quel momento vi renderete conto che chiudendoli uscirete dallo stupendo mondo incantato nel quale siete. Il rapporto tra il lettore e Quill è il punto di forza del gioco, il legame stesso tra voi e quel piccolo roditore diventa una fiaba scritta nella pagine di un libro capace sin da subito di rapirvi non appena vi adagerete davanti a esso in quell’enorme biblioteca. Il primo titolo di Polyarc Games riesce a centrare l’obiettivo portando nel panorama VR un nuovo modo di raccontare una storia. Moss è un gioco adatto veramente a tutti, persino ai neofiti della VR e a chi soffre di motion sickness, problema che non si presenta anche dopo lunghe sessioni di gioco.
7 – A Way Out
A Way Out è sicuramente una delle più grandi sorprese di questo 2018. Per molti è considerato un Indie, anche se è stato pubblicato da EA ma, a mio parere, sarebbe stato un crimine non inserirlo in questa classifica.
Il gioco è stato sviluppato da Hazelight Studios, un piccolo team svedese di sviluppatori guidato dal regista Josef Fares. Fares e diversi membri del suo team hanno già lavorato in passato al titolo Brothers: A Tale of Two Sons. Il team, con l’idea di voler creare un gioco cooperativo unico e diverso, non ha optato per il tradizionale formato cooperativo di drop-in e drop-out, messo in risalto principalmente nei giochi cooperativi tradizionali, ma per un gioco completo che deve essere giocato in cooperazione con un altro giocatore. Secondo Fares, il gioco è stato il progetto che lo ha appassionato di più, tanto da aver cancellato lo sviluppo di un suo film per dedicare più tempo al gioco.
Nonostante si focalizzi sulla modalità multiplayer, il videogioco è una “avventura emotiva”. Di conseguenza, i filmati saranno presenti anche durante il gioco online, per garantire che i giocatori possano comprendere la storia dell’altro personaggio. A Way Out presenta una vasta gamma di sequenze diverse, dallo stealth alla guida, per garantire che i giocatori siano spesso presenti a diverse situazioni e che, in generale, rendano il gioco e i suoi personaggi più interessanti.
Quindi in definitiva è un videogioco molto particolare che regala una bellissima storia, un titolo che permette di riassaporare il vero spirito dei giochi cooperativi.
6 – Yakuza 6: The Song of Life
Yakuza 6 è l’epilogo delle avventure di Kazuma Kiryu, il quale dovrà combattere ancora una volta contro fazioni del Tojo Clan e proteggere Haruka, la quale è stata ridotta quasi in fin di vita a causa di uno strano incidente accaduto ad Onomichi. La ragazza, dopo aver abbandonato la vita da idol girl, ha anche avuto un figlio di nome Haruto, del quale Kiryu dovrà prendersene cura. La mafia cinese e la mafia jingweon sudcoreana faranno il loro ritorno.
Questo capitolo conclusivo è ambientato nel quartiere a luci rosse di Tokyo, Kabukicho, accuratamente ricostruito e rinominato in Kamurocho, e nella cittadina storica di Onomichi, nei pressi della città di Hiroshima. Il sistema di combattimento è lo stesso dei capitoli precedenti, con un’aggiunta di maggiori effetti speciali e con la possibilità, non appena riempita un’apposita barra dell’energia, di attivare una modalità denominata Ultimate Hit Mode, che permette al giocatore di effettuare ulteriori Heat Actions sugli avversari e di combattere con l’ausilio di innumerevoli oggetti. I combattimenti si svolgono anche all’interno di negozi e mini market, consentendo al giocatore di devastare l’ambiente circostante. Kazuma Kiryu dovrà anche edificare una propria gang per respingere gli attacchi dei clan rivali e detenere il controllo delle varie aree. Per quanto riguarda l’attiva di svago, Yakuza 6 introduce numerose attività come il baseball, le sale giochi (Club Sega), le live chat, le freccette e il cacciatore subacqueo.
All’interno dei Club Sega, sarà possibile giocare alla versione completa di Virtua Fighter 5: Final Showdown (compresa la modalità multigiocatore per un massimo di 2 giocatori) e ad una vasta gamma di videogiochi retro come ad esempio Puyo Puyo. Per la prima volta nella saga, il giocatore potrà accedere alle aree internet ed interagire con alcune cam girls via webcam: la conversazione con la ragazza sarà resa possibile dall’esatta selezione di tasti da parte del giocatore. Ovviamente si potrà anche frequentare gli Host Club e i locali karaoke. Kiryu, disponendo di un moderno smartphone, potrà scattare delle foto e dei selfie.
Yakuza di certo non è una saga che ha bisogno di presentazioni, The Song of Life è una degna chiusura delle peripezie di Kiryu.
(A breve sul sito sarà disponibile una recensione del gioco)
5 – Far Cry 5
Simile ai suoi predecessori, Far Cry 5 è uno sparattutto in prima persona ambientato in una mappa open world che il giocatore può esplorare a piedi o con l’ausilio di veicoli. Questo ultimo capitolo è ambientato nella regione immaginaria di Hope County, in Montana, dove un predicatore di nome Joseph Seed è salito al potere. Seed crede di essere stato scelto per proteggere la gente di Hope County da un ”inevitabile catastrofe” e ha fondato una setta chiamata “il Progetto a Eden’s Gate”.
A differenza dei titoli precedenti dove il personaggio era fisso, in questo capitolo si può creare il proprio personaggio e modificare a piacimento il suo aspetto. Il giocatore avrà una varietà di armi a distanza ed esplosive per combattere contro i nemici; è stata aggiunta una gamma più ampia di armi da mischia per avere più varietà nel combattimento ravvicinato
Il gioco include anche un sistema di reclutamento, con il quale il giocatore può reclutare persone della contea per combattere al suo fianco. Il giocatore può anche domare gli animali selvatici. La fauna addomesticata aiuterà il giocatore in combattimento e seguirà i suoi ordini. Diversi animali avranno diversi schemi di combattimento. È stata introdotta anche la pesca, con una grande varietà di pesci. La campagna è giocabile sia da soli sia in coppia con un amico.
Il gioco include un editor di mappe gratuito chiamato Far Cry 5 Arcade. Esso permetterà ai giocatori di costruire e condividere piccole mappe con degli obiettivi per giocatore singolo, duo o co-op.
Far Cry 5 ha molti aspetti positivi: le attività da compiere sono davvero moltissime, Joseph Seed potrebbe essere il miglior villain della serie, Hope County è reale, anche grazie al Dunia Engine però di contro ha una struttura di gioco fin troppo simili ai precedenti capitoli ed un’ IA addirittura peggiorata rispetto agli scorsi capitoli.
In conclusione consiglio l’acquisto di Far Cry 5 solo a coloro che non hanno mai avuto modo di provare un altro titolo della serie, o a chi (come me) non si è ancora stancato di questa formula. Se invece non avete apprezzato i precedenti, o se siete stanchi della solita minestra, non sarà questo quinto capitolo a farvi cambiare idea. Resta comunque un titolo valido e divertente che vi saprà regalare molte ore di svago.
4 – Ni No Kuni II
Il destino di un regno è ambientato centinaia di anni dopo gli eventi di Ni no Kuni: La minaccia della strega cinerea.
Dopo un colpo di stato che lo ha privato del suo trono, il giovane re Evan decide di affrontare un’impresa straordinaria per fondare un nuovo regno, unire il suo mondo e proteggere i suoi abitanti dalle forze oscure che li minacciano.
Ni no Kuni II è un JRPG classico. Il giocatore deve completare le missioni con obiettivi stabiliti per progredire nella storia. Al di fuori delle missioni, i giocatori possono vagare liberamente in un mondo open world, dove esplorano città, villaggi, prigioni sotterranee e altri luoghi pericolosi disseminati in tutto il mondo.
Il sistema di combattimento non è a turni, le battaglie si svolgono su un campo di battaglia aperto, consentendo ai giocatori di vagare liberamente per la zona. Durante le battaglie, i giocatori comandano un singolo alleato nel loro gruppo; un party è composto da tre personaggi scelti, che possono essere cambiati in qualsiasi momento durante la battaglia. Gli altri due personaggi che il giocatore non comanda combattono liberamente da soli. Per combattere i nemici, i giocatori usano attacchi corpo a corpo , abilità magiche ed i cioffi. I cioffi sono piccole creature che esistono in varie forme, che rappresentano uno dei sei elementi, ognuno con le proprie forze. I giocatori possono avere fino a quattro in una festa alla volta. Un’altra aggiunta di questo nuovo capitolo è la possibilità di costruire e gestire il regno di Evan.
Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno è un’opera d’arte ed è insieme un film d’animazione degno dello Studio Ghibli e dalla trama ricca e coinvolgente, con una cura per i dettagli visivi innegabile, e un JRPG dal gameplay ricchissimo e divertentissimo.
Grazie ai tanti incontri e missioni secondari e all’ espansione del regno, potrete aggiungere moltissime ore di gioco alla vostra esperienza, arricchendola anche di tante informazioni utili sul mondo di gioco. Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno è una piccola stella che brilla di luce propria e che illuminerà il tempo che trascorrerete con lei.
3 – Dragon Ball FighterZ
Fighterz riporta in alto la qualità delle trasposizioni videoludiche di Dragon Ball. Il Gameplay creato dai ragazzi di Arc System Works di Dragon Ball FighterZ è quello di un picchiaduro completo. Inizialmente, anche per i neofiti, è molto semplice prendere confidenza con i comandi, anche grazie ai tutorial all’interno dello Story Mode e nella sezione di Allenamento disponibile all’interno del gioco. Con il passare delle ore il giocatore viene spinto, quasi senza volerlo, a cercare la combo migliore, a provare e sperimentare nuove mosse con l’aiuto dei compagni di team.
Il gioco segue le meccaniche della serie Marvel vs. Capcom in termini di controlli e squadre. Ogni giocatore sceglie tre personaggi che formano una squadra. È possibile far combattere un giocatore alla volta e usare i compagni per attacchi assistiti. Per vincere è necessario mandare KO tutti i personaggi della squadra avversaria.
La trama si colloca dopo gli eventi della saga di Trunks del futuro, N° 16 torna misteriosamente in vita ed alcuni androidi con l’aspetto dei protagonisti e antagonisti di Dragon Ball Z stanno attaccando la Terra. Una misteriosa scienziata, l’androide N° 21, sembra essere dietro a tutto ciò. La storia è divisa in tre archi distinti: l’Arco dei Super Guerrieri dove Goku e i suoi amici sono i protagonisti, l’Arco dei Super Cattivi dove i protagonisti sono Freezer e Cell e l’ultimo arco, l’Arco di Androide N° 21, dove i protagonisti sono N° 18 e N° 16; in quest’ultimo arco si scopre il vero e proprio finale e, nel frattempo, si scoprono maggiori dettagli sulla storia e sugli obiettivi di N° 21.
A livello grafico probabilmente siamo di fronte alla miglior realizzazione tecnica per un gioco di Dragon Ball. Personaggi animati benissimo, con degli sprite decisamente migliori di quelli della serie animata.
Dragon Ball FighterZ è un must have sia per gli appassionati del manga/anime sia per gli appassionati di picchiaduro. Un comparto tecnico di tutto rispetto accompagna un gioco dall’ottimo gameplay, la storia inedita scritta con la supervisione del Maestro Toriyama dona quel tocco di epicità al titolo che non ve lo farà dimenticare facilmente.
2 – Monster Hunter World
Partiamo dal principio: Monster Hunter World è un action-rpg in cui vestirete i panni di un cacciatore di mostri, le cui parti del corpo andranno a creare il vostro futuro equip: armi, armature, accessori. Ma non sarete soli. Godrete infatti della compagnia di un Lynian (anch’esso personalizzabile), un simpatico gatto da non sottovalutare: sarà lui a tirarvi fuori spesso dalle situazioni peggiori. Ogni singolo nemico vi offrirà la possibilità di craftare un armor set, per voi e per il sopracitato micio, ma per completare un set ovviamente non vi basterà cacciare un solo mostro per specie.
La trama del gioco ruota intorno all’avvenimento noto come la “traversata degli anziani“, una migrazione dei draghi anziani verso un continente in gran parte inesplorato chiamato “Nuovo Mondo”, che si ripete ogni dieci anni. La gilda dei cacciatori decide quindi di formare una commissione di ricerca con il compito di far luce su questo strano fenomeno, inviandone periodicamente i membri verso il nuovo continente. Tra i cacciatori inviati con la quinta flotta troviamo il protagonista dell’avventura.
I giocatori impersoneranno un cacciatore appartenente alla quinta flotta spedita nel nuovo continente. Tramite un apposito editor sarà possibile scegliere il sesso e definire l’aspetto del cacciatore, oltre a quello del proprio “palico” (un compagno dalle fattezze feline che potrà accompagnare il giocatore nel corso delle battute di caccia). Tutte e quattordici le armi introdotte nei capitoli precedenti faranno il loro ritorno, accompagnate da nuove meccaniche e combo.
Il gioco presenta una notevole interazione con l’ambiente circostante, anche grazie all’introduzione della fionda, uno strumento utile per lanciare differenti tipi di oggetti contro i mostri o contro elementi dello scenario oppure per agganciarsi a essi; con la fionda sarà inoltre possibile catturare alcuni piccoli animali che potranno essere in seguito lasciati vagare liberamente nella propria dimora. In questo modo sarà possibile per i giocatori utilizzare l’ambiente a proprio vantaggio, facendo crollare porzioni dello scenario sui mostri o utilizzando contro di loro elementi naturali. Si potrà inoltre sfruttare la territorialità delle diverse specie di mostri presenti nel titolo, portando le creature a scontrarsi tra loro.
Graficamente parlando non si può dire che Monster Hunter: World brilli particolarmente, ma i luoghi fantasticamente realizzati, assieme ad un ottimo sistema di luci sviluppato sull’intero ciclo quotidiano di sole e luna, non fanno mancare granché nemmeno all’occhio.
Monster Hunter: World è un nuovo gioiello, degno di questa eccezionale saga. Da soli o in multiplayer, il senso di immersione nei panni di Cacciatore di Mostri è stimolante all’ennesima potenza. L’appagamento dovuto alle scelte effettuate nelle fasi di combattimento e nelle decisioni intraprese sulla preparazione alla caccia è quasi unico nel suo genere: merito di una costante ricerca dell’equilibrio globale tra tutte le sfaccettature e le feature offerte dal titolo. Al di là di qualche incertezza grafica e sonora, e di qualche dettaglio generale sicuramente migliorabile, Monster Hunter: World ha un’invidiabile propensione a non avere grossi difetti. Capcom è nuovamente sulla buona strada, e potrà confermarlo definitivamente nei mesi a venire con gli aggiornamenti promessi.
1 – God of War
Su questo God of War c’erano molti dubbi, dal cambio di setting fino alla presenza di Atreus. Dubbi che già dopo un paio di ore vengono polverizzati davanti alla magnificenza dell’ultima opera di Santa Monica.
Lasciatosi alle spalle la sua sete di vendetta verso gli dèi dell’Olimpo, Kratos ora vive nella terra delle divinità e dei mostri norreni. È in questo mondo ostile e spietato che dovrà combattere per la sopravvivenza e insegnare a suo figlio non solo a fare lo stesso, ma anche a evitare di ripetere gli stessi errori fatali del Fantasma di Sparta. Questa sorprendente rielaborazione di God of War contiene tutti gli elementi caratteristici dell’iconica serie (combattimenti brutali, scontri epici con i boss e dimensioni mozzafiato) uniti a una narrazione intensa e commovente che getta una nuova luce sul mondo di Kratos.
Nella sua veste di mentore e protettore di un figlio intenzionato a conquistare la stima del padre, Kratos ha davanti a sé l’inaspettata opportunità di imparare a gestire la rabbia che lo ha sempre caratterizzato. Interrogandosi sull’eredità oscura trasmessa al figlio, spera di poter rimediare alle mancanze e agli orrori del proprio passato.
God of War è un qualcosa che possiamo definire tranquillamente “un capolavoro imperdibile”. Uno di quei titoli che ripaga ogni lunghissimo secondo di attesa, capace di annullare ogni ritaglio di vita sociale rimasto e di catapultare il giocatore all’interno di una mitologia, quella norrena, oggi più bella ed avvincente che mai. Applausi, applausi scroscianti a Santa Monica Studio per il coraggio avuto nel rivoluzionare sin nelle fondamenta un franchise adorato da milioni di giocatori, rinnovando un’opera mastodontica senza mai tradire il solco della tradizione e della continuità. Cory Barlog aveva ragione, “non vi sembrerà da subito un God of War, ma cambierete idea non appena stringerete il pad tra le mani“: ebbene, è esattamente quello che è successo a noi, vittime di un titolo dal fascino magnetico, dal gameplay sensazionale e dalla sceneggiatura profonda, matura e toccante come mai prima d’ora
Di tutti gli scenari potenzialmente ammissibili per il prosieguo della saga, quello realizzato dallo sviluppatore rappresenta forse il miglior punto di partenza per una seconda giovinezza dell’intero franchise. Sfrontato, coraggioso, profondo, God of War rappresenta una potenziale summa teologica destinata a divenire paradigma per tutto il genere action a venire. I puristi del franchise, legati alle meccaniche originarie hack&slash, lamenteranno probabilmente un tradimento dei dogmi portanti ed una perdita di “originalità distintiva” che, da due generazioni di console, contraddistingueva il brand. Ma se saprete guardare oltre il glorioso passato di questo eroe e anzi, sarete in grado di scorgerlo in tutta la propria magnificenza in quello che, a tutti gli effetti, è il nuovo corso di Kratos, quello che troverete è un titolo destinato all’Olimpo ad imperitura memoria. Kratos, il padre di Atreus, è tornato: e non è mai stato così divino.
Questa prima puntata della nuova rubrica “The cake is a lie” finisce qua. Spero che via si piaciuta e vi ricordo tra due settimane tornerà con una nuova Top o Flop!