L’uscita della serie di Dark Souls fu uno spartiacque nella storia del videogame, dando inizio ad un nuovo paradigma su cui si basa anche The Surge 2. Deck 13 non ha mai nascosto il suo interesse verso la formula dei soulslike, sia con Lords of the Fallen che col primo The Surge. Progetti che non spiccano per la loro qualità complessiva tra la massa di progetti simili. Tuttavia con The Surge gli sviluppatori tentarono di forbire un’identità ben definita al proprio prodotto, abbandonando le ambientazioni dark fantasy per proporne una futuristica in stile cyberpunk. Ebbene ripartendo da lì, in The Surge 2 Deck 13 ha sistemato alcuni dei difetti più evidenti e lasciato invariato ciò che funzionava. Il risultato finale è arrivato su Pc, PlayStation 4 e Xbox One lo scorso 24 settembre.
Benvenuti a Jerico City
La storia è ambientata all’interno di una fatiscente Jericho City, piegata da una malattia originatasi dalle nanomacchine. Il protagonista, personalizzabile tramite un editor non molto entusiasmante e con poche opzioni, è vittima di un disastro aereo. Un’improvvisa tempesta causa lo schianto dell’aereo su cui stava volando, ma il protagonista riesce a sopravvivere, perdendo però la memoria. Inoltre The Surge 2 ripresenta l’ormai canonico eroe, fedele al suo voto di silenzio. Quest’ultimo dopo esservi risvegliato dallo schianto si ritrova in un centro di massima sicurezza, da cui dovrà scappare e cercare degli indizi sul suo passato. Non si tratta della migliore trama che un videogioco possa mai avere, ma riesce a suscitare un minimo d’interesse nel giocatore anche grazie all’ausilio di audiolog che ampliano ulteriormente il background narrativo.
Jericho City, idealmente concepita come una città utopica, diventa il fantasma di se stessa, presentandosi come un decadente scenario distopico. Al suo interno si hanno nove settori interconnessi da esplorare, sbloccando scorciatoie e sconfiggendo macchine impazzite e nemici dotati di innesti ed esoscheletri. Il design delle mappe si dimostra di ampio respiro, avvalendosi di strutture complesse e intelligentemente collegate tra loro. Bisogna però considerare che in molti casi per accedere a specifiche sezioni di alcune aree, sarà necessario ottenere alcuni dispositivi utili a sbloccarle. Di conseguenza sarà necessario un po’ di backtracking e così, ritornando sui nostri passi, potremo utilizzare ascensori magnetici, un eso-cavo che funge da teleferica ecc..
Il level design di The Surge 2 ha giovato della scelta di un’ambientazione urbana, che ha permesso appunto una struttura più labirintica, con una maggiore verticalità e una minore linearità. Nonostante ciò le aree presentato peccano nell’essere d’impatto, in quanto estremamente generiche e con pochissimi elementi in grado di attirare l’attenzione del giocatore. L’unica vera eccezione è rappresentata da Gideon’s Rock, unione tra una lussureggiante foresta e dei presidi ultra tecnologici.
L’arte della sopravvivenza
Il sistema di combattimento di The Surge 2 risulta convincente e offre una buona gamma di possibilità. Una delle meccaniche proposte è legata al lock dei nemici. In sostanza è possibile mirare alle diverse parti del corpo, così facendo si può individuare i possibili punti deboli degli avversari. Quest’ultimi risultano piuttosto banali e incapaci di rendersi memorabili, ad eccezione di alcuni decisamente più riusciti e meglio studiati. La loro intelligenza artificiale si è dimostrata sia abbastanza caparbia nell’attaccare, anche dalla distanza, che migliorabile sotto alcuni punti di vista. Di conseguenza, soprattutto se si livella il necessario il proprio personaggio, il picco di difficoltà si palesa solamente negli scontri contro i boss.
La meccanica legata al lock dei nemici, di cui si è parlato poc’anzi, permetterà anche una maggiore personalizzazione delle armature ed esoscheletri indossabili. Se un nemico possiede un “vestiario” di vostro interesse, potrete impossessarvene dopo aver smembrato la parte del corpo del nemico coperta dall’oggetto in questione. In questo modo si ottengono armi, protezioni per arti, busto, testa, addirittura potenziamenti e bonus in relazione all’affinità dell’equipaggiamento.
Un altro elemento convincente del combattimento in The Surge 2 è la parata direzionale, che aggiunge profondità e strategia alle battaglie. Questo meccanismo è supportato da un innesto iniziale che permette di vedere in tempo reale la direzione di un attacco, così da direzionare opportunamente la parata. Inoltre con il giusto tempismo si può sbilanciare i nemici più pericolosi, anche se contro alcuni è necessario deviare i loro attacchi più volte. Magari non è una caratteristica fondante come per altri giochi tra cui Sekiro, ma accompagnata dalle schivate e da una serie di contrattacchi, può essere una potente arma nelle mani del giocatore.
Ciò che resta
L’elemento che si apprezza di più in The Surge 2 è la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di personalizzazioni disponibili. Di conseguenza il giocatore ha gran spazio di manovra nel costruire la build più adatta al suo stile di combattimento, migliorando caratteristiche come la rapidità e la potenza bruta. Inoltre una scelta accurata degli innesti e quella di build complete o parziali, può conferire dei bonus ad altre caratteristiche, ad esempio la salute o la stamina.
Sarà possibile realizzare degli upgrade alle armi di base o quelle che si ottengono durante l’avventura. Naturalmente tali potenziamenti e quelli per la salute, la batteria e la resistenza sono realizzabili nelle stazioni Medbay. Esse sono l’equivalente dei falò in Dark Souls, divenendo quindi delle preziose alleate dove usando le risorse accumulate si può incrementare il proprio livello, creare nuovi pezzi di armatura o potenziarle assieme ad armi e impianti. Quest’ultimi permettono di equipaggiare iniettabili che servono per recuperare salute oppure ottenere bonus passivi, tra cui un maggiore recupero della stamina o una maggiore resistenza contro alcuni attacchi.
Differentemente sul versante tecnico il risultato finale non è della stessa qualità. La prova del gioco è avvenuta su PC, dove le textures sono risultate spesso poco ispirate, non esaltanti e mal curate. In generale l’aspetto di The Surge 2 è indietro rispetto sia alle produzioni contemporanee che ad altre che, seppure appartenenti a tale generazione di console, hanno qualche anno sulle spalle.
Nuove aggiunte rispetto al precedente capitolo riguardano meccaniche che hanno come scopo quello di fornire al videogioco un aspetto più “social”. In primis l’implementazione di un sistema di messaggi che i giocatori possono scambiarsi tra di loro in maniera asincrona. In pratica durante la partita ci si può imbattere in dei graffiti, realizzati con un preset di simboli, che possono essere lasciati agli altri giocatori riguardanti pericoli o altre indicazioni. Inoltre si può nascondere uno stendardo raffigurante il proprio personaggio che sfrutterà fino a cinquemila scarti se nessuno degli altri giocatori riuscirà a trovarlo in un certo lasso di tempo.
Conclusioni
Deck 13 ha miscelato in questo secondo capitolo alcune buone idee, insieme ad altre ereditate nel bene e nel male dal passato. Tuttavia The Surge 2 pecca sul proprio carisma sebbene cerchi di staccarsi sotto certi aspetti dalla formula a cui si inspira. Chiudono la circonferenza di un cerchio imperfetto, le musiche. Esse purtroppo risultano un mero accompagnamento, con alcuni picchi di qualità soltanto durante gli scontri con i boss. Insomma The Surge 2 non è assolutamente memorabile, ma tra bassi e alti confeziona un’esperienza che diverte e tiene impegnati i giocatori.