Finalmente ci siamo, dopo aver visto il capitolo conclusivo della saga degli Skywalker è arrivato un altro appuntamento importante per questo fine anno, il giorno dell’uscita della prima stagione di The Witcher, adattamento televisione dei romanzi di Andrzej Sapkowski (da quali sono tratti anche i videogiochi creati da CD Projekt RED).
Noi di Natural Born Gamers abbiamo visto in anteprima i primi 5 episodi (di 8 totali) della prima season dello show di Netflix, ecco la nostra opinione senza spoiler!
Cominciamo ovviamente parlando della trama di questa prima serie che non approfondirò più di tanto così da non rovinarvi il vostro binge-watching. Per chi non avesse mai letto uno dei libri o giocato ad uno dei videogiochi la storia è incentrata su Geralt di Rivia (Henry Cavill, la star di Superman), un essere umano geneticamente modificato grazie al cosiddetto Rito delle Erbe chiamato Witcher (o strigo in italiano), dotato di poteri magici di base, abilità fisiche superiori, una vista migliorata (che gli permette di vedere anche al buio) ed un addestramento tale che gli permette di sconfiggere i più temibili mostri della tradizione slava, sparsi in un continente immaginario diviso tra l’Impero di Nilfgaard e il Regno di Temeria.
La vita di Geralt è molto solitaria e viene scandita solamente dalle pericolose missioni che gli vengono affidate. Si tratta di un uomo che cerca di non schierarsi mai e di sguainare le sue spade solo se necessario e per combattere mostri. Anche se prova in tutti i modi di tenere le altre persone lontane Geralt incrocerà il sul cammino ed il suo destino con importanti personaggi, come la potente strega Yennefer (Anya Chalotra) e la giovane principessa Cirilla (Freya Allan) che nasconde un pericoloso segreto. In un mondo sempre più instabile e prossimo alla guerra, il trio rivestirà un ruolo fondamentale.
Questa storia viene narrata su diversi piani temporali (per questo molti avvenimenti non sono così chiari nelle prime puntate), scopriamo infatti le gesta passate di Geralt come Witcher fino a venire a conoscenza dei legami che uniscono i tre personaggi principali della serie TV, almeno in queste primi 5 puntate, ovvero lo strigo, Yennefer e Ciri.
Ogni personaggio ha il giusto spazio ed è stato caratterizzato alla perfezione, ho amato davvero ad esempio molto la “storia delle origini” di Yennefer, da “mostro” a potente strega ma non mi dilungherò molto. L’ingombrante presenza dell’elemento sovrannaturale incide molto sulla ricchezza tematica di The Witcher. Tra maghi, incantesimi e creature più o meno aberranti, la serie riesce a far convivere dentro di sé più anime, aprendosi anche a sfumature non sempre associate al fantasy.
La linea narrativa dedicata all’ascesa di Yennefer, ad esempio, ci porta alla scoperta di un sottobosco magico dai forti tratti esoterici. Un mondo parallelo e nascosto, che opera e trama nell’ombra, addestrando donne e uomini all’uso di una poco nobile arte oscura. Realtà altra, in cui abbondano deformità, sacrifici e cinismo. Le avventure di Geralt, invece, assumono spesso dei tratti tipicamente horror. Seguire le orme di un cacciatore di mostri ci conduce spesso in luoghi lugubri, dentro situazioni alquanto raccapriccianti, dinanzi ad entità molto respingenti. Non mancano momenti pieni di tensione e mistero, spesso seguiti da truculente mutilazioni con derive decisamente splatter. Insomma, il fantasy proposto da The Witcher è alquanto dark e contaminato da generi diversi.
La trama comunque segue abbastanza fedelmente le vicende presenti nei libri di Andrzej Sapkowski, apportando qualche modifica qua e là così da rendere ancora più avvincenti (o almeno più fruibili a livello televisivo) le gesta di Geralt di Rivia. Per il momento non ci troviamo di fronte ad un intreccio alquanto articolato ma alla presentazione della storia dei personaggi principali di un mondo fantasy ed un immaginario davvero complesso e stratificato.
Ma ora è il momento di rispondere ad una delle domande più rilevanti per una serie tv fantasy: la serie diretta da Lauren Schmidt è un degno erede di Game of Thrones?
Game of Thrones si è conclusa a maggio con un’ottava stagione da record su HBO (da noi su Sky) e dividendo l’opinione del pubblico e della critica. La sua eredità come “la serie TV fantasy di maggior successo nella storia” non è mai stata messa in dubbio. Netflix — e praticamente ogni altro servizio di abbonamento in streaming — ha lavorato per accontentare la crescente voglia di fantasy da parte del pubblico, portando un mondo fantasy con più mostri e magia.
La serie tv creata da David Benioff e D. B. Weiss ha cambiato il modo in cui il pubblico televisivo tradizionale percepisce il genere fantasy. The Witcher è la prima delle tante serie fantasy ambiziose e dall’alto budget che potrete guardare in TV ora e nel prossimo futuro. Amazon sta investendo miliardi di dollari in uno show basato su Il Signore degli Anelli di JRR Tolkien (la compagnia sta inoltre sviluppando serie TV basate su Conan the Barbarian e The Wheel of Time , una popolare serie di romanzi di Robert Jordan.) Showtime sta realizzando una trasposizione basata sulla serie di libri fantasy The Kingkiller Chronicle. E HBO, da parte sua, non è del tutto pronto a lasciar andare Westeros: ha già ordinato un prequel di Game of Thrones, intitolato House of the Dragon–
Sebbene siano passati quasi 20 anni da quando la trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson e i film di Harry Potter hanno reso il fantasy un genere cinematografico rispettabile (e redditizio), la TV è stata più lenta ad accettarlo a causa di vincoli finanziari. Ma grazie a HBO ed altri colossi del settore (così come alla Disney che è da poco entrata nel panorama dello streaming), i budget di produzione televisiva sono arrivati allo stesso livello delle produzioni di Hollywood e le reti sono più disposte a fare il salto finanziario ora che Il Trono di Spade ha dimostrato che questo genere può andare alla semplice nicchia di appassionati (di libri, fumetti o videogiochi). Il pubblico che ama il fantasy esiste, e ora i vari colossi del settore hanno anche i soldi a disposizione per realizzare opere di un certo spessore qualitativo.
A differenza di Game of Thrones, che notoriamente ha minimizzato molti dei suoi elementi fantasy e magici, The Witcher abbraccia appieno il genere di appartenenza portando su schermo la sua rappresentazione per niente edulcorata del mondo magico con mostri terrificanti, scontri epici, incantesimi, pozioni magiche e sortilegi. Nel fantasy la magia è spesso sinonimo di meraviglia, un elemento straordinario che dona potere alla persona che riesce a maneggiarla. Ecco, in The Witcher la magia è qualcosa di molto diverso, di molto meno piacevole e positivo. Attraverso l’esperienza traumatica e dolorosa di Yennefer, la serie ci conduce dentro un mondo magico molto oscuro, a tratti perverso. Un mondo che ti dà e ti toglie. Un mondo in cui la magia è un dono che richiede un necessario sacrificio. Come se la forza vitale di cui si nutre richiedesse la morte di qualcos’altro. Ecco quindi maghe forti ma spezzate, donne segnate dal loro percorso formativo tutt’altro che indolore. Nell’ascesa di Yennefer, infatti, impareremo a conoscere una maga indomita in apparenza, dentro cui ci sono ferite forse incolmabili e cicatrici forse inguaribili. Geralt stesso è un praticante di magia e non passa quasi un minuto senza che il personaggio lanci un incantesimo, abbattendo una bestia malvagia o cercando di rompere una maledizione. Ed in questo campo devo dire è stato fatto un lavoro davvero encomiabile.
Netflix è riuscita a ricreare alla perfezione l’immaginario creato da Sapkowski con mostri credibili, combattimenti ben coreografati, costumi coerenti ed effetti speciali di alto livello. Si notano inoltre chiari rimandi o comunque elementi presi direttamente dalla saga videoludica di CD Projekt Red.
Attraverso i cinque episodi a mia disposizione posso anche affermare che la serie tv di Netflix è meno incentrato sui discorsi politici della sua controparte della HBO, anche se forse ciò arriverà dopo che avrà gettato le basi del suo universo immaginario in questa prima stagione. In effetti, finora, la serie si concentra quasi esclusivamente su tre personaggi (due dei quali sono donne) e su come le loro storie si intrecciano. C’è violenza cruda, nudità e sesso. Se però Game of Thrones era un dramma complesso e pieno di scene di sesso (soprattutto nelle prime stagioni), The Witcher è un’avventura fantasy più semplice e classica (con qualche colpo di scena ovviamente).
Nonostante i dubbi per quanto riguarda il casting devo dire che sono rimasto molto soddisfatto dopo la visione dei primi cinque episodi. Cavill è riuscito ad immedesimarsi alla perfezione nello strigo, con lamenti sonori, movimenti ed espressioni di un personaggio rude e solitario ma al tempo stesso con una morale ben definita, il “male minore” di un mondo in cui è difficile vivere. Dalla voce roca e tenebrosa (molto simile alla controparte videoludica) fino a passare al lato prettamente estetico possiamo solo dire: ottimo lavoro Cavill e Netflix! Anche la Yennefer di Anya Chalotra mi ha stupito non poco, una maga potente ma al contempo fragile, sensuale e dal carattere ben delineato. Possiamo dire lo stesso anche Freya Allan per nei panni di Ciri e di tutti gli altri personaggi secondari.
Segnaliamo inoltre che il doppiaggio in italiano è di buon livello ma se avrete la possibilità di seguire la serie in lingua originale, vi stupirà per come Cavill sia stato in grado di esprimersi in quelle espressioni stizzite, brevi e dritte al punto, regolando il suo timbro vocale in modo da essere perfettamente identico al Geralt videoludico.
Poiché tutti gli episodi della sua prima stagione saranno resi disponibili agli utenti di Netflix contemporaneamente, The Witcher non avrà l’opportunità di costruire organicamente il suo pubblico come una serie settimanale (come Game of Thrones) ed aprire a speculazioni o dibattiti su cosa si vedrà nella puntata della settimana successiva. Ma potrebbe non essere necessario: Netflix ha già ordinato una seconda stagione dello show — qualcosa che il servizio di streaming non fa spesso, considerando che la prima stagione non è ancora disponibile — il che suggerisce che è sicuro del successo che riscontrerà la sua serie fantasy di punta.
Quindi in definitiva sono rimasto alquanto soddisfatto dei primi cinque episodi di questa rappresentazione televisiva di The Witcher da parte di Netflix. Si tratta di un’opera classica che mancava nel panorama dei show moderni. Tutto è curato nel minimo dettaglio, dalla sceneggiatura fino alle prove attoriali dei protagonisti. Adesso non vedo l’ora di vedere i tre episodi conclusivi di questa prima stagione, e ricordatevi sempre “Toss a Coin to Your Witcher“.
Tutti gli 8 episodi della prima stagione di The Witcher sono disponibili dal 20 Dicembre 2019 su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo, ricordiamo inoltre che la serie è già stata rinnovata per una seconda stagione.