Ebbene sì, eccoci qui a recensire They Are billions, un altro gioco sugli zombie. Sappiamo cosa state pensando ma non allarmatevi: questa volta non si tratta del classico survival horror o open world pieno di morti viventi, bensì di un RTS vecchio stile! Numantian Games infatti si allontana dai classici schemi per proporci un gioco di strategia che ricorda i vecchi C&C, Warcraft e Starcraft, in cui questa volta assumeremo la guida degli umani per fronteggiare la minaccia sempre crescente dei morti viventi.
Nella tetra oscurità del lontano futuro c’è solo guerra…
Come si nota dal trailer, il titolo era già stato reso disponibile in early access su PC il 13 dicembre 2017, ma è stato definitivamente rilasciato il 18 giugno 2019 per poi approdare anche su console (Xbox One e PS4) il 1 luglio scorso. La versione su PC comprende anche un’estesa campagna di ben 48 missioni per oltre 60 ore di gioco, mentre sfortunatamente la versione su console ne è sprovvista, almeno per il momento. Gli sviluppatori hanno fatto sapere che nel prossimo futuro questa importante feature del gioco verrà aggiunta anche su PS4 e Xbox One, ma per il momento bisognerà avere pazienza e per questa recensione ci concentreremo su quello che il gioco ha da offrire nella versione testata su PS4. Non si tratta magari di un difetto sostanziale grave, ma è comunque importante sottolineare quanto questa scelta non convinca molto: piuttosto che rilasciare un prodotto palesemente incompleto e limitato, sarebbe stato senz’altro meglio prendersi più tempo per farlo uscire in versione completa, ma per il momento dovremo accontentarci.
Il titolo, dunque, si configura come uno strategico di sopravvivenza ambientato in un mondo post-apocalittico. Lo stile del gioco è davvero molto curato, e dato che per il suo genere non è richiesta una grafica clamorosa riesce a proporre una spiccata natura futuristica steampunk molto convincente, specie per gli edifici e i ritratti delle nostre unità. Come tutti gli esponenti del genere, all’interno del gameplay riveste un’importanza cruciale la costruzione della nostra base, da realizzare il più velocemente possibile (è possibile mettere in pausa il gioco quando volete impartire ordini) raccogliendo il maggior numero di risorse, divise in sette categorie principali: cibo, oro, legno, ferro, pietra, energia, petrolio e numero di lavoratori. Per quanto riguarda i viveri, li potrete accumulare costruendo alcune strutture come le fattorie o quelle per caccia o pesca; l’oro lo otterrete periodicamente dal centro di comando, il legno dalle segherie, ferro e pietra dalle miniere, energia dai mulini o dalle centrali elettriche ed infine il numero dei lavoratori disponibili lo potrete aumentare costruendo tende e nuove case. Il petrolio, dal canto suo, rappresenta una risorsa molto rara che potrete estrarre: vi raccomando quindi di farne buon uso, specie nelle fasi avanzate del gioco! Starà infatti all’abilità del giocatore sfruttare al meglio quanto accumulato per difendere la base ed ampliare le proprie strutture e truppe, suddividendo i lavoratori nelle varie attività e strutture, che spesso richiederanno un certo numero di braccianti. L’aspetto chiave delle risorse è piuttosto complesso in They Are Billions, in quanto generalmente per titoli simili sono presenti al massimo 3 o 4 risorse principali da gestire, ma dopo averci fatto bene la mano risulterà più semplice e performante di quanto sembri a prima vista. Nel caso più che probabile che siate in stallo, ricordate che all’occorrenza potrete distruggere alcune strutture ricavando la metà di quanto speso per esse e sarà anche possibile fermare la produzione di alcune strutture (come segherie o miniere) per liberare i lavoratori da utilizzare per altre mansioni.
L’aspetto di base building, insomma, convince globalmente, nonostante recitino un ruolo fondamentale soprattutto le torrette difensive, data la natura delle missioni offerte. Queste fondamentali costruzioni vi garantiranno la difesa della vostra base, e soprattutto (insieme alle mura) argineranno una delle maggiori difficoltà del gioco: l’infestazione degli zombie nemici. Tutte le strutture (tranne mura e torri appunto), dopo alcuni attacchi, verranno infettate e diventeranno inattive o, nel peggiore dei casi, genereranno altri mostri! Ricordate dunque di proteggere tutte le strutture che contengono lavoratori (specie le tende), altrimenti vi ritroverete presto sommersi dagli zombie e non avrete modo di arginarli: anche un piccolo attacco di poca importanza può risultare fatale, dateci retta e non sfidate la sorte.
Un ultimo aspetto importante da sottolineare è quello delle ricerche: grazie ad alcune strutture, come la falegnameria o il tagliapietre, sarà possibile spendere denaro per portare avanti alcuni studi, in modo tale da accedere ad alcune strutture o unità molto potenti, come la devastante torretta lanciafulmini, o soldati speciali quali i cecchini. Inutile dire che una volta costruite le strutture principali, questa sarà la vostra priorità, dato che senza tecnologie avanzate sarebbe troppo dura fronteggiare un’invasione estesa di zombie, che dopo un po’ di tempo comprenderà anche mostri temibili come le terribili banshee.
Sopravvivenza ad ogni costo
Dopo aver parlato delle principali caratteristiche del gameplay, vogliamo spendere alcune parole sulle modalità del gioco. Nella sua versione su console, al momento il titolo offre due modalità: la Weekly Challenge e la Survival Mode. Per quanto riguarda la prima, essa consente di giocare una mappa una volta sola e di pubblicare il proprio punteggio all’interno di una classifica. Non differisce di molto la seconda, dato che grazie alla modalità Survival Mode potremo scegliere una mappa generata casualmente (battendo la prima mappa potremo andare avanti per sbloccare gradualmente le altre) dove dovremo appunto fondare una base e un esercito per resistere per una durata che varia dagli 80 ai 150 giorni di gioco, in base naturalmente ai settaggi di difficoltà selezionati (ricordate però che è necessario avere almeno un 20% di punteggio per sbloccare la mappa successiva). Come detto prima, per il momento il pacchetto offerto su console è davvero esiguo, e quindi per certi versi sarebbe meglio aspettare la full release anche su questa piattaforma: nonostante il titolo sia davvero divertente da giocare, allo stato attuale le novità si esauriscono presto.
Per quanto riguarda i controlli, tutto sommato c’è di che essere soddisfatti, nonostante l’assenza abbastanza strana di una funzione efficace per selezionare e comandare rapidamente un gruppo di strutture, o soprattutto di soldati. Anche il sonoro, pur non essendo il fiore all’occhiello della produzione, fa il suo ed è in linea con i discreti valori tecnici del titolo, che pur essendo un indie senza un budget clamoroso riesce ad ovviare al tutto offrendo una grafica basata su colori sgargianti molto performante e adatta. Certamente i menù (specie quello iniziale) e le interfacce potevano essere pensate meglio, poiché a volte risultano poco chiari, ma complessivamente è da promuovere il lavoro fatto dai ragazzi di Numantian Games.
L’umanità deve mettere fine alla guerra o la guerra metterà fine all’umanità
Concludiamo la recensione parlando dell’aspetto forse più positivo e allo stesso tempo più negativo di They Are billions: la sua difficoltà. Sicuramente, guardando ad alcuni aspetti come l’infestazione degli edifici, il numero dei nemici e i vari bilanciamenti dei costi delle strutture ed unità, si capisce come gli sviluppatori abbiano voluto spingere verso l’alto la difficoltà del gioco, offrendo davvero una sfida elevata specialmente nella modalità Survival – che è per questa versione quella principale.
Da un lato questo aspetto è davvero positivo, in quanto sarà davvero gratificante sopravvivere, ma dall’altro potrebbe scoraggiare molti giocatori, specialmente quelli occasionali; in particolare, far fronte all’ondata finale di zombie poco prima dello scadere del tempo risulterà spesso davvero proibitivo: vi ritroverete con tutto lo schermo saturo di non-morti, provare per credere! A questo si deve aggiungere la gestione a dir poco frustrante dei salvataggi: non sarà possibile infatti salvare quando si vuole, il gioco registrerà i progressi ogni tot giorni, e una volta persa la partita non sarà più possibile ricaricare il salvataggio! Dal momento che questo aspetto può anche essere facilmente aggirato spegnendo la console e ricaricando nuovamente la missione, quest’aggiunta tipicamente da meccanica permadeath non convince come scelta, visto che non sembra per niente necessaria: il titolo, anche senza, avrebbe senz’altro dato più di un grattacapo anche ai giocatori più esperti.
Conclusioni
Ricapitolando, They Are Billions è senza dubbio un titolo da tenere in considerazione nonostante qualche difetto, specie nella difficoltà non sempre bilanciata a dovere e a qualche leggero problema sul piano della fruibilità dei menù e delle interfacce. Nonostante (per il momento) il titolo su console sia altamente incompleto e limitato, per i fan del genere l’acquisto è davvero consigliato, sperando che la campagna in single player tanto agognata sia rilasciata presto sotto forma della classica patch. Con ogni probabilità, quando questo accadrà torneremo sul titolo volentieri per farvi sapere le nostre impressioni su quello che si preannuncia come un buonissimo titolo, una volta avuto a disposizione il 100% del pacchetto. Per il momento, dunque, ci lasciamo così: se volete una sfida strategica davvero molto divertente e tosta fatevi avanti, ma siete avvertiti: non sarà per niente facile.