Con Through the Darkest of Times, la software house berlinese Paintbucket Games ha voluto raccontare la Germania “nazista” sotto una prospettiva diversa. Difatti, molto spesso il pensiero comune associa in prima istanza al fenomeno nazista l’inumano sterminio delle cosiddette “razze inferiori”. L’orrore dei lager nazisti, infatti, è stato al centro di molti capolavori letterari e non, da libri come “Se questo è un uomo” a film come Schindler’s List. Differentemente, il gioco in questione non si limita a porre l’accento solo su questo aspetto, ma cerca di rappresentare il nazismo in tutte le sue sfaccettature. In particolare, tutto questo sarà narrato dal punto di vista di quella parte di popolazione tedesca che era ostile al regime.
In maniera più o meno analoga, il titolo si distacca nelle sue meccaniche di gioco da una tradizione piuttosto ricorrente che pone, all’interno dei videogiochi, la stessa ambientazione storica accanto ad una forte componente fps. Naturalmente, Through the darkest of times non è l’unica eccezione, ma prodotti di questo tipo sono meno citati quando si parla di videogiochi e nazismo. Appare adesso ovvio che i ragazzi di Paintbucket Games hanno deciso di non percorrere il sentiero più battuto. Questo loro percorso li ha portati il 30 Gennaio a pubblicare il loro gioco su Steam.
L’imperativo è resistere
È il 1933, Hitler è appena divenuto Cancelliere e un manipolo di uomini decide di opporsi con ogni mezzo. Comincia così l’avventura del giocatore, che avrà il compito di capo e coordinatore di una piccola forza in opposizione al regime, che si lancerà in missioni pianificate con lo scopo di mantenere accesso il focolaio della resistenza. Nello specifico, è compito del giocatore assegnare ad una missione uno o più membri, gestire il morale di tutti e le risorse necessarie a sopravvivere. Naturalmente, tutti questi compiti devono essere svolti con il giusto equilibrio, cercando anche di evitare in ogni modo di essere scoperti dalla Gestapo.
Tuttavia, il gioco non consente di gestire gruppi realmente esistenti come la Rosa Bianca, ma i membri saranno creati in maniera procedurale. Anche l’avatar del giocatore sarà creato in questo modo, offrendo comunque la possibilità di modificare gli elementi del suo aspetto come occhi o vestiti. Di contro, saranno scelti casualmente il nome e altre caratteristiche come l’ orientamento politico, le quali non possono essere modificate a meno che non si effettui un cambio di personaggio. In maniera analoga, ogni membro avrà una propria personalizzazione che potrà cozzare con le altre, e sarà compito del capo mantenere l’armonia tra le parti.
Tutti i personaggi avranno le stesse abilità, ma si differenzieranno tra loro per i valori numerici corrispondenti. Essi sono “segretezza”, “empatia”, “propaganda”, “forza” e “cultura”, che insieme alla personalità e/o al credo politico del personaggio influenzeranno il successo delle missioni. Importante è anche la gestione degli oggetti in inventario, che costituiranno un requisito indispensabile per accedere alla missione o per aumentarne le chance di successo. Naturalmente, ognuno di questi elementi influirà differentemente su ogni missione, le quali spaziano da semplici “raccolte fondi” fino ad altre che colpiranno anche i gerarchi del partito nazionalsocialista.
Il tempo stringe
Sebbene presenti una struttura ludica che può sembrare ripetitiva e poco profonda, questo videogioco rimane un titolo che mischia delle meccaniche gestionali ad altre da strategico a turni senza grandi imprecisioni. Il giocatore si muove in quattro capitoli principali, “la presa del potere”(1933), “Il picco del potere” (1936), “la guerra” (1940/41) e “Il Collasso” (1944/1945), dove ogni turno di gioco rappresenta una settimana del calendario. All’interno di tali finestre temporali, si svolgeranno le missioni sopracitate, ambientate nella sola città di Berlino. Un ulteriore elemento che influirà sulla partita è la scelta di una specifica modalità di gioco tra le due disponibili: la prima, detta “Story Mode”, è adatta maggiormente a chi vuole concentrarsi sulla narrazione proposta, mentre la seconda, chiamata “Resistance Mode”, offre un maggiore livello di sfida. Qualora si opti per la seconda, ogni scelta comporterà conseguenze più nette, tra cui una maggiore attenzione della Gestapo.
Proprio tra un turno e l’altro, non sempre ma in maniera abbastanza intelligente, saranno presenti delle scene d’intermezzo in cui il giocatore potrà compiere delle scelte e assistere a degli eventi che ricalcheranno quelli realmente successi. Ad esempio, ci potremo imbattere in una pattuglia che maltratta un cittadino di religione ebraica e a quel punto ci verrà offerta la possibilità di osservare il tutto impotenti, oppure fungere da diversivo. Per amalgamare meglio queste scene al resto, si è scelto di far sì che esse abbiano delle ripercussioni sulle sezioni di gioco. Tuttavia, sembra che il loro compito primario sia quello di far empatizzare il giocatore con quello che avviene a schermo.
Inchiostro digitale
L’empatia appena citata si ottiene tramite i dialoghi, le brevi sequenze animate e gli articoli di giornale, ispirati alla cronaca di quei tempi. La narrazione così reale e senza peli sulla lingua porta il giocatore a riflettere su diversi temi politici e sociali legati agli eventi storici. Eppure, come dichiarato dagli sviluppatori, non si avrà modo di cambiare gli avvenimenti così come sono accaduti, ma con le proprie azioni si può smascherare la verità davanti al popolo tedesco e al resto del mondo. Per questa sua peculiarità, il videogioco si presta molto a fini educativi come strumento didattico alternativo. Difatti, può rappresentare un punto di partenza sul quale poter sviluppare un percorso che abbia lo scopo di sensibilizzare a tematiche mai anacronistiche, come l’uguaglianza e il rispetto di tutti i popoli.
Conclusione
Andando a concludere, non posso esimermi dal sottolineare qualche imperfezione. In primis, una rappresentazione artistica delle varie situazioni presentate che, a mio parere, avrebbe potuto osare tranquillamente un po’ di più. L’uso di modelli un po’ caricaturali per i personaggi cozza con la coraggiosa scelta di utilizzare il grigio come colore dominante. Insomma, ci troviamo davanti ad uno stile estetico, simile ad un film in bianco e nero, caratterizzato ma non eccelso, accompagnato da musiche contestualizzate al periodo ma non molto varie.
Di contro, il lavoro di ricostruzione storica degli sviluppatori di Paintbucket Games ha quasi del miracoloso con degli avvenimenti, ed un contesto il più credibile e coerente con il periodo storico. Di conseguenza è abbastanza palese che Through The Darkest Of Times trascende la valenza più ludica, acquisendone una diversa e assai più pesante. In conclusione, si tratta di una produzione assi coraggiosa che si è scontrata con temi ed eventi storici difficili da affrontare, ottenendo nel complesso un buon risultato. Sicuramente consigliato in particolare agli amanti sia degli strategici/gestionali che delle ricostruzioni storiche.