In occasione della Milano Games Week, Stefano Triberti, autore del libro Psicologia dei videogiochi ha spiegato come la tecnologia videoludica possa essere interessante. Soprattutto in ambito familiare per far crescere il rapporto tra genitori e figli. A quanto pare un vero e proprio sistema aggregativo tra le due generazioni deriva soprattutto dai videogames per smartphone, e nasce dall’operazione di marketing effettuata da Nintendo tramite Nintendo Wii.
Questo Family co-playing però, se snobbato, così come il videogioco in generale da parte dei genitori, può portare a delle problematiche di scelta di un sistema videoludico e dei relativi giochi, spesso non adatti, da parte dei figli che se ne sono visti privare nel tempo. E’ sempre meglio, da genitore, cercare di assistere la prole nella scelta dei videogiochi, senza provarlo.
Infine è stato esplorato il concetto di violenza nei titoli, che a quanto pare, se ne si usufruisce mentre si controlla un personaggio buono, non aumenta l’aggressività e soprattutto quello legato all’attenzione del videogiocatore, che grazie ad FPS e Strategici aumenta sensibilmente rispetto a chi non gioca.
Fonte: La Stampa