Non credo che qualcuno si aspettasse o addirittura chiedesse il sequel di Unearthing Mars, ma devo dare credito a Winking VR per aver creduto nella sua IP. Questo seguito è sicuramente un po’ più coinvolgente del gioco di avventura senza anima dello scorso anno (un “Pew pew” di armi laser senza sosta e senza sostanza). Il risultato finale è però un’esperienza marginalmente meno mediocre, anche se spesso ancora più confusa e peggio realizzata.
In effetti, la sequenza di apertura del gioco mi ha colto alla sprovvista. Ad esempio, avevo dimenticato che i modelli dei personaggi realizzati dai ragazzi di Winking sono tra i migliori che io abbia mai visto su PSVR, con alcuni in particolare che vantano dettagli davvero realistici. I valori di produzione nel complesso sembrano esser aumentati a dismisura come lo dimostra una delle prime scene del gioco con ampie vedute di un’antica città sepolta tra le montagne di una Terra irriconoscibile a causa delle incredibili e complesse strutture di tecnologia aliena e astronavi futuristiche. Persino la trama che ti vede prendere lezioni di storia in un ambiente virtuale sembra essere promettente in un primo momento.
Tristemente però diventa presto chiaro che tutto il potenziale del titolo è stato sprecato. Unearthing Mars 2: The Ancient Warcode è uno shooter su binari decisamente noioso, breve e con poche idee ben realizzate.
L’eccellente Aim controller di PSVR è fondamentale per godersi al meglio il titolo (si può anche usare il Dualshock 4), con la speranza (iniziale) che possa catturare lo stesso tipo di immedesimazione ed immersione di titoli come Farpoint. Invece, gli scontri a fuoco sembrano una versione ridotta di sparatutto già arcaici in termini di meccaniche di gioco come Time Crisis; i nemici fuoriescono e stazionano in luoghi fissi, gli spari alla testa e vai avanti senza pensarci troppo. La maggior parte delle battaglie non ti danno nemmeno una copertura per permetterti di coprirti dal fuoco nemico. Una manciata di incontri ti permettono di passare da un punto ad un altro, ma, per la maggior parte delle volte, si è obbligati a rimanere in punti fissi in cui bisogna uccidere tutti i nemici prima di poterti muovere di nuovo.
Con nessuna opzione per quanto riguarda il livello di difficoltà, la maggior parte delle sparatorie sono più una battaglia con la pazienza che una sfida. Mi sono ritrovato a correre tra i livelli per finire il gioco il prima possibile. Una peculiarità del titolo è che il protagonista è dotato del potere di rallentare momentaneamente il tempo esponendo i punti deboli dei nemici (che così possono essere uccisi con un colpo preciso), questa meccanica è molto preponderante nel gioco, non tanto perché è divertente da usare, ma perché rappresentava il modo più veloce per farsi strada tra i nemici.
Ci sono però alcuni momenti ben riusciti all’interno del gioco. Ad esempio, l’ottenimento di un lanciagranate al plasma produce un livello di distruzione davvero soddisfacente, mentre un boss a metà campagna presenta un design e delle meccaniche di gioco ben studiate che suggerisce che Winking è capace di far le cose per bene, rispetto al 90% del suo gioco. Unearthing Mars 2 purtroppo in gran parte della corta campagna non riesce ad essere immediato e divertente nella sua componente di shooting. Non appena si individuano due armi troppo potenti, che sciolgono letteralmente i nemici, il gioco è praticamente finito; dovrai solamente passare di stanza in stanza e trucidare tutto ciò che ti parerà davanti.
Forse la cosa più divertente di Unearthing Mars 2 è la sua natura erratica, che non è tanto nata dal desiderio di offrire varietà ma piuttosto dalla sensazione che ho avuto durante tutta la durata del titolo, cioè che il gioco sia stato sviluppato da persone diverse in giorni diversi. Per dirne una: in alcuni livelli la morte significa riavviare il livello dall’inizio mentre in altri basta premere un pulsante e ti permette di continuare come se non fosse successo niente. I primi cinque di dieci livelli si susseguono in maniera lineare ma poi la seconda metà del gioco separa improvvisamente i livelli con alcune visite ad un bar con altri personaggi. Qui il dialogo è così forzato e banale che è possibile capire in anticipo cosa diranno i personaggi, per di più aggiungendo della lore sul mondo di gioco che appesantiscono solo questi dialoghi.
La sceneggiatura ed i dialoghi sono davvero mal realizzati, soprattutto per il fatto che sembrano far parte di una bozza di una possibile trama. Ad un certo punto, il tuo personaggio si lamenta di dover fare un salto considerevole per attraversare una modesta voragine. Pochi livelli dopo, scavalca un canyon cento volte più grande senza nemmeno battere ciglio. Completando il livello finale, nel frattempo, obbligherà il giocatore a guardare 10 minuti di dialogo tra due personaggi, uno dei quali che non hai mai visto prima, discutere di etica della guerra. Onestamente non capisco come gli sviluppatori abbiano potuto creare una storia con così tante lacune.
Unearthing Mars 2 è un miglioramento marginale rispetto al primo titolo, che era fondamentalmente una tech-demo per l’80%. Le fasi di shooting decisamente ripetitive e la storia troppo noiosa e incomprensibile mettono a repentaglio gli impressionanti valori di produzione del gioco. Gli sviluppatori di Winking, a meno che non siano disposti a dedicare decisamente più tempo e sforzi per creare contenuti più accattivanti come il boss di metà gioco, dovrebbero rinunciare alla speranza che questa possa diventare la prima vera serie fantascientifica per PlayStation VR.
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