Gli sparatutto a scorrimento 2D (o se preferite “Run and Gun“), genere che regnava negli anni ’80/’90, stanno tornando di moda grazie alle tante produzioni indie che li hanno riesumati con successo in questi ultimi anni, ridando nuova vita ad un genere ormai abbandonato da tempo dai grandi sviluppatori, ma ancora molto amato da chi in quegli anni mangiava pane e videogiochi. I ragazzi di Steel Mantis (già noti per Slain: Back From Hell, di cui Valfaris può essere definito come il seguito spirituale) non hanno voluto essere da meno creando un gioco dalla forte caratterizzazione sia del protagonista che del mondo in cui affronterà la sua avventura, il tutto accompagnato da una colonna sonora particolarmente azzeccata per un titolo dai tratti fortemente hardcore.
Un metallaro assetato di vendetta
La vendetta e la riconquista della propria terra, liberandola dal male che la sta affliggendo e corrompendo sempre di più, sono al centro del background narrativo di questo titolo. Therion, il protagonista, è un metallaro dotato dell’armamentario di uno space marine che, dopo aver vagato per anni nello spazio alla ricerca del suo pianeta di origine cancellato dalle mappe spaziali e venduto alle forze del male per volere di suo padre Vrox, torna per liberare la sua terra e per affrontare chi l’ha ridotta in quello stato solo per brama di potere. Naturalmente un titolo di questo genere basa tutto il suo potenziale sul gameplay quindi la narrazione si limita a fare da sfondo e a dare il via al massacro, riapparendo quel minimo per dare seguito alle vicende.
Strumenti di morte
Pad alla mano (che in questo caso è quello di Switch) il gioco trasmette fin da subito un ottimo feeling e un richiamo inevitabile ai grandi titoli del passato che hanno reso celebre questo genere, primo fra tutti il mitico Contra. Nonostante la difficoltà a rinnovare un genere che sembra già aver dato tutto sotto il punto di vista dell’originalità, il team di sviluppo è riuscito ad inserire una combinazione di elementi che rende molto piacevole e più varia la giocabilità del titolo, migliorando sotto ogni punto di vista ciò che di buono era già stato fatto in passato.
Una particolare menzione alle armi, che costituiscono uno dei punti forti del gameplay. Therios infatti potrà contare su una spada, un’arma da fuoco primaria e una secondaria, oltre che su uno scudo al plasma utile per difendersi dagli attacchi nemici. Affilatissima e grondante di sangue, la spada ha una grande importanza nell’affrontare i combattimenti nelle terre inospitali di Valfaris. Quest’arma è molto efficace sopratutto contro i nemici dotati attacco corpo a corpo, ma sarà molto utile anche negli scontri con i boss.
Per quanto riguarda le armi da fuoco, Therion ha a disposizione un’arma principale con colpi infiniti e un’arma secondaria dotata di maggiore potenza, ma colpi limitati al consumo della barra dell’energia. Lo scudo al plasma è un elemento che assume particolare importanza man mano che si progredisce nel gioco. Grazie allo scudo è possibile parare i colpi sparati dai nemici o, se attivato con tempismo, può essere usato (sopratutto durante le boss fight) per bloccare le sfere di energia lanciate dai nemici e rimandarle al mittente gridando “tieni il resto lurido bastardo!”. Anche l’uso dello scudo, così come accade per l’arma secondaria, consuma la barra di energia, quindi sarà necessario usare entrambi in modo strategico per evitare di trovarsi a secco proprio nel momento sbagliato. Fortunatamente la barra dell’energia potrà essere ricaricata uccidendo i nemici e raccogliendo le loro anime.
La varietà nel corso dell’avventura è garantita anche dalla presenza di numerose armi da trovare lungo il cammino, che possono essere intercambiate ogni volta che ci si trova davanti ad un checkpoint. Tutte le armi possono essere potenziate raccogliendo i “metal of blood” e gli “idol of resurrection” che si trovano esplorando la mappa di gioco. I checkpoint sono ben distribuiti nel corso dell’avventura, ma salvando si utilizzeranno gli “idol of resurrection” sacrificando così la possibilità di potenziare le armi. Dipenderà quindi dal giocatore scegliere tra salvataggi o potenziamenti più frequenti.
Il gioco offre il giusto livello di sfida e diventa più ostico in alcuni punti e affrontando alcuni boss, creando comunque raramente la sensazione di frustrazione, ma piuttosto innescando quel meccanismo Die, Try and Repeat che tiene incollati alla console fin quando non si supera quel dannato nemico o zona di gioco.
Nelle viscere di Valfaris
Il comparto artistico e il level design di Valfaris sono eccezionali. Con un pugno di pixel il team di Steel Mantis ha creato un mondo capace di trasportare il giocatore su un pianeta infestato dalle forze del male, una giungla dai colori acidi che sembra uscita dai libri di fantascienza degli anni ’70, capace di trasmettere inquietudine e pericolo da tutti i suoi elementi. Anche i nemici assumono un ruolo importante da questo punto di vista, infatti Valfaris è infestata da una varietà impressionante di esseri ostili che faranno di tutto per ostacolare il cammino di Therion e farlo diventare carne da macello. Ad arricchire il tutto e a rendere l’atmosfera ancora più hardcore si aggiunge la colonna sonora, vero marchio di fabbrica delle produzioni dei ragazzi di Steel Mantis. Il metallo pesante che accompagna Therion nella sua avventura è quello della chitarra di Curt Victor Bryant, ex chitarrista dei Celtic Frost. Non avremmo potuto immaginare un accompagnamento migliore per compiere massacri in queste terre infernali.