Ben diciotto anni fa usciva Warcraft III, il terzo capitolo dell’omonima saga targata Blizzard, che cambiò il PC gaming dalla sue fondamenta. Insieme alla sua espansione, The Frozen Throne, cementificò la formula RTS. Si tratta del capostipite di moti videogiochi più o meno moderni che hanno cercato la stessa fortuna, intrattenendo un numero incalcolabile di appassionati. È inutile dire che Warcraft III: Reign of Chaos fu osannato da critica e pubblico e il motivo fu semplice: aveva tutto. Naturalmente, la base del progetto era un gameplay ben strutturato e incanalato nelle due modalità più classiche di tutti, ossia single player e multiplayer. La prima dimostrò che anche azioni lente, ragionate e tattiche come quelle di uno strategico, potevano esistere con una storia avvincente e non banale. Contemporaneamente, la seconda modalità completava il tutto, stregando il giocatore e dando vita ad una community molto attiva.
Naturalmente il successo del gioco ha consolidato le fondamenta di Blizzard Entertainment e il mondo attorno alla serie stessa, che si è espanso ulteriormente. Infatti, successivamente arrivò l’MMO forse più giocato al mondo, ossia World of Warcraft, le sue espansioni e il Digital Card Game Hearthstone, un universo così brillante e amato da molti, che ricevette un nuovo annuncio durante la BlizzCon 2018.
L’inizio dell’Odissea
Fu così che si ruppero gli indugi e Blizzard annunciò alle masse l’arrivo di Warcraft III Reforged. Inizialmente, il progetto avrebbe dovuto assumere l’identità di un vero e proprio remake, arricchendo la “lore” originale in modo da congiungerla meglio con i nuovi sviluppi narrativi dati da WoW e dalle sue espansioni in primis. Ciò si doveva tradurre principalmente nell’aggiunta di filmati inediti, in una revisione dei dialoghi e in alcune modifiche alle campagne proposte. Tuttavia, nel 2019 si fece un enorme passo indietro e le promesse fatte si ridussero drasticamente. Dal remake promesso si è passati ad una classica versione remaster, che avrebbe migliorato la grafica e offerto piccole novità per bilanciare al meglio il gioco.
Ebbene con Warcraft III Reforged, servendosi di mouse e tastiera, si rivive la storia di Azeroth durante la celebre Terza Guerra, conflitto scatenato dal ritorno dei Demoni e dal loro tentativo di distruggere la vita su Azeroth. La loro principale arma sarà il Flagello dei non morti, malattia che trasforma gli infetti in non morti, alimentando l’armata dell’oltretomba. In queste vicende saranno coinvolti le razze degli umani, in particolare il principe Arthas, quella degli orchi e gli elfi della notte della sacerdotessa Tyrande.
L’azione a schermo
Come già anticipato, si parla di un videogioco il cui gameplay trova forma nello scenario degli RTS, accompagnato da qualche meccanica da gioco di ruolo. Questa formula, abbastanza simile al cugino Starcraft, ripropone i classici ritmi più ragionati, fatti di gestione delle unità, costruzione delle strutture, battaglie e altro. Si ripercorrono gli atti delle varie campagne, ognuna caratterizzata da eventi diversi che costituiscono il puzzle della storia di Warcraft III. Naturalmente, affrontare la campagna legata ad una specifica razza piuttosto che quella di un’altra non comporta solo eventi narrativi diversi, ma anche un design differente per unità ed edifici. Sebbene, soprattutto gli ultimi, possono avere funzioni simili ma appunto sono differenziate di popolo in popolo quantomeno per colori, estetica e nome. Tali differenze sono ovviamente ereditate dall’opera originale e non create da zero, ma ad ogni modo risulta sempre un’ottima scelta che caratterizza meglio le fazioni a schermo.
In maniera naturale questa caratteristica si rispecchia nelle modalità del comparto multiplayer, dove si può scegliere in maniera diretta o casuale una delle tre razze: orchi, umani, elfi della notte. Il giocatore ritroverà nelle modalità 1vs1, 2vs2, 3vs3 e TCT gli stessi elementi di gameplay trovati nella campagna. Si gioca all’interno di una mappa dove ogni giocatore partirà da un punto specifico con solo l’edificio principale, una manciata di lavoratori, l’accesso ad una miniera d’oro e al legname. Insomma il minimo indispensabile per iniziare, che dovrà essere sufficiente per produrre risorse e costruire l’accampamento da cui partire alla conquista degli avamposti nemici. Si passerà da scontri tra singoli ad altri in squadra per poi arrivare alla modalità TCT, dove quattro giocatori si sfidano all’ultimo sangue. Chiudono il cerchio le partite personalizzate in multiplayer, che aumentano molto la longevità del titolo, mutando il gameplay tanto da dargli un sapore diverso.
Rimanere uguali a se stessi
Ebbene questo videogioco è il ritorno di tutto ciò. Dopo un primo sguardo ci si ritrova spaesati a vagare nella propria stanza, cercando qualche prova che dimostri di non essere nel 2002, ma nel 2020. Infatti di primo impatto la sensazione di trovarsi di fronte allo stesso identico titolo è forte, ma la verità è che non è così. Se si disattiva l’opzione Reforged, si mostra davanti al giocatore il miglioramento grafico di modelli, texture, animazioni e cutscene. Il lavoro di “reforged” e i migliori dettagli estetici, rendono il gioco abbastanza fluido e veloce senza appesantire il gameplay del gioco originale. Nel corso delle campagne e delle sessioni in multiplayer, in maniera molto più fortunata rispetto ad altri utenti del web, non sono incappato nei tanti sfortunati bug.
Eppure giocare con questa remaster non è tutto rose e fiori. In effetti a fronte del miglioramento delle sequenze, del comparto audio (doppiaggio in italiano buono, anche se con alcune scelte di testo non entusiasmanti) rinnovato e un’estetica al passo con i tempi, non si è replicata l’opera originale in scala uno a uno. Il lancio del gioco è stato accompagnato dall’amara delusione degli appassionati della prima ora che hanno dato fiducia al prodotto con un acquisto. Difatti Warcraft III Reforged è una sequela di promesse da marinaio, tra funzionalità mancanti e un comparto grafico sì migliorato, ma lontano dai risultati promessi. Un esempio ne è la nuova interfaccia utente, leggermente ammodernata e ripulita ma comunque ancora lontana dalla grande revisione pubblicizzata. Chiaro che la delusione è maggiore dato che in primis si tratta di un gioco storico, che meritava un trattamento migliore, e poi perché le mancanze sottolineate dagli utenti derivano come già detto da promesse non mantenute.
Conclusioni
In conclusione, non si può che giudicare questo videogioco un’operazione un po’ pigra, simbolo di una Blizzard che ultimamente ha perso un po’ la bussola. Tra uscite infelici (qualcuno ha detto Diablo Immortal?), comportamenti criticabili e gestione delle comunicazioni non entusiasmante, l’azienda sembra essere lontana dal comprendere ciò che vuole la sua utenza. Chiaramente, tutto ciò ha influito sul videogioco analizzato, ma nonostante si potesse fare di meglio, l’essenza di Warcraft III è rimasta intatta e accesa. Ad anni di distanza la campagna sa ancora rapire e il multiplayer intrattenere, nonostante i server di Battle.net siano più popolati in determinate ore e in determinati giorni. In sostanza, tra punti di forza e di debolezza, rimane consigliato a coloro che non abbiano avuto vissuto la Terza Guerra di Azeroth. Un prodotto, che nel bene e ne male, continua a mantenere il suo valore storico per il mondo dei videogames.