Il marchio Warhammer non è sicuramente sconosciuto agli amanti del Fantasy. Nel lontano 1983 la Games Workshop, azienda americana specializzata in giochi da tavolo, ebbe l’idea geniale di inventarne uno basato sulla guerra tra eserciti di miniature. L’alta componente strategica del prodotto e la bellezza delle piccole statuette di cui era composto hanno fatto il resto, creando uno dei fenomeni mediatici di maggior successo dell’epoca. La profondità dell’universo narrativo interpretato da migliaia di personaggi e ambientazioni diverse è stata fonte di ispirazione per molti romanzi dedicati al brand, capace di giungere fino ai giorni nostri con un seguito di svariati milioni di fan.
Ovviamente non potevano mancare i videogames dedicati alla serie e, senza dilungarci sull’argomento, spostiamo le lancette della nostra “macchina del tempo” al 2015, anno in cui fu pubblicato Warhammer: End Times – Vermintide. Gli autori del gioco, i talentuosi Fatshark, proposero una formula completamente diversa dai titoli pubblicati in precedenza, ovvero un action in prima persona cooperativo impostato sulle meccaniche tipiche dei survival horror. Quattro giocatori uniti ad un elemento controllato dalla CPU dovevano fronteggiare infinite orde di mostruosi e aggressivi nemici, sfruttando le abilità delle classi selezionate.
Il titolo è stato capace di riscuotere un discreto successo tanto da meritare un seguito, infatti Warhammer: Vermintide II è stato pubblicato su PC a Marzo di quest’anno, per poi giungere su Xbox One a Luglio (il gioco è disponibile anche nel catalogo di Xbox Game Pass).
In questa recensione analizzeremo la versione PlayStation 4, finalmente disponibile da pochi giorni (18 Dicembre). A differenza della recensione della versione PC già presente sul nostro sito, abbiamo avuto modo in questo caso di testare la Ultimate Edition contenente le espansioni fin qui rilasciate, grazie alla quala potremo esprimere un giudizio “completo” su quello che il gioco ha da offrire. Il regno di Ubersreik è nuovamente in pericolo e necessita di un nostro intervento repentino. Una nuova avventura ci attende. Avrete il coraggio di affrontarla?
L’oscurità torna sempre
Il percorso narrativo di Vermintide II riprende esattamente da quello del precedente episodio. Vi basterà selezionare il “prologo” per visionare una breve sequenza filmata che fungerà da riassunto degli eventi trascorsi. Questa opzione servirà anche da tutorial ed è molto utile a comprendere le meccaniche del gioco. I nostri eroi sono riusciti (tra mille difficoltà) a debellare la piaga degli Skaven, mostruosi ratti dalle sembianze umane. Proprio quando si apprestano a tornare alle loro vite, scoprono loro malgrado che la guerra è tutt’altro che finita.
I loro pericolosi avversari hanno stretto un’alleanza con i barbari Rotbloods con cui condividono lo stesso credo, ovvero l’adorazione verso uno degli dei del Chaos, l’inquietante Nurgle. Imprigionato nel covo del nuovo clan Fester, la trama prende vita dal risveglio di uno dei protagonisti Markus Krubber che dalle sbarre della sua gabbia assiste impotente alla costruzione di un portale. Il varco sarà utilizzato per una nuova l’invasione del regno di Ubersreik, ma qualcosa va storto. Un’esplosione rende vano il tentativo e nello stesso tempo libera il cavaliere dalla sua momentanea prigionia. Una volta ricongiunto con i suoi amici (Victor Saltzpyre, Bardin Goreksson, Sienna Fuegonasus e Kerillian) non potrà fare altro che fuggire dalla base nemica, mettendosi in salvo grazie ad un ascensore che lo riporterà in superficie.
La campagna di Vermintide II pur non brillando per originalità è ricca di personaggi ispirati e colpi di scena. La trama contiene tutti gli elementi tipici della serie, accentuando sempre la drammaticità e l’eroismo dei suoi protagonisti. Peccato che nell’incedere delle battaglie sarà molto difficile coglierne le sfumature, visto che avrete poco tempo per godervele, persi nel massacro di centinaia di avversari. Nel complesso la durata dell’avventura risulta discreta e, per quanto sul lungo periodo le missioni finiscono inevitabilmente per ripetersi, riesce ad appassionare il giocatore fino al gran finale.
Sangue Nero
Come vi abbiamo anticipato, questo capitolo di Warhammer è basato sulla collaborazione tra i giocatori in sessioni multiplayer. Avrete anche la possibilità di completare l’avventura in solitario ma è superfluo aggiungere che l’esperienza risulterà meno stimolante. La fortezza delle Corna Taal è la lobby del gioco ed è costituita da un edificio in rovina dove potrete selezionare liberamente il vostro personaggio preferito e potenziarne l’equipaggiamento. Un registro vi terrà sempre aggiornati sulle sfide e gli eventi disponibili (giornalieri e settimanali) e soprattutto un piccolo altare vi mostrerà gli scrigni che riceverete come ricompensa dei vostri sforzi.
La componente ruolistica del titolo è sufficientemente semplificata e basteranno pochi minuti per orientarsi tra le opzioni disponibili. Restiamo comunque dubbiosi sulla scelta di non introdurre un tutorial dedicato a tale sezione, visto che potrebbe creare delle difficoltà ai giocatori meno esperti di GDR. Di fatto ricopre un ruolo fondamentale nell’economica del gioco e vi costringerà a dedicarvi molte ore dato che ognuno dei quindici personaggi disponibili ha un proprio set di abilità ed armi esclusive. Lo sviluppo di questi ultimi è molto importante per il proseguimento dell’avventura, e diventa imprescindibile qualora vogliate affrontarla ai livelli di difficoltà più elevati. Questa funzione risulta essere l’unico vero momento di “relax” del gioco, dato che non appena avvierete il matchmaking l’azione diverrà frenetica.
In Warhammer: Vermintide II il combattimento contro infinite orde di avversari costituisce l’elemento chiave. Qualsiasi azione dobbiate intraprendere per il completamento della missione, che sia la soluzione di un semplice enigma o lo spostamento di un oggetto, sarà sempre ostacolata da eserciti di Skaven capaci di raggiungervi anche nei luoghi apparentemente più inaccessibili. A rendere più ardua la nostra impresa si aggiunge anche la presenza di numerosi Boss, che richiederanno un’approccio maggiormente strategico. Il confronto con questa tipologia di nemici esalta l’aspetto cooperativo dell’esperienza, costringendovi ad un lavoro di gruppo in cui sono necessarie le abilità di ogni singolo partecipante.
Lasciare la squadra nelle retrovie e gettarsi a capofitto negli scontri frontali con gli avversari coincide spesso con una fine prematura. Nell’opera dei Fatshark è importante guardarsi le spalle a vicenda, soccorrere i compagni in difficoltà, e soprattutto nelle fasi più avanzate utilizzare i consumabili con parsimonia. Il gameplay risulta estremamente divertente ed equilibrato fin dalle prime battute, e difficilmente vi priverà della curiosità di giungere ai titoli di coda. Seppur provvisto di un’unica modalità, il discreto numero di quest unito alla componente multigiocatore innalzano di molto la longevità del prodotto e rendono l’esperienza pressoché infinita.
Purtroppo il titolo non è privo di difetti, il primo dei quali è l’eccessivo caos delle battaglie. Circondati da decine di nemici non si ha sempre la sensazione di avere il controllo delle proprie azioni, e spesso ci si ritrova a menare fendenti a casaccio. L’enorme quantità di sangue nero che fuoriesce dalle decapitazioni e dai vari smembramenti, peggiora la visibilità complessiva rendendo spesso difficile la distinzione degli elementi presenti sullo schermo (rigorosamente macchiato dal liquido). A questo problema dobbiamo aggiungere la ripetitività delle situazioni proposte, sia nelle meccaniche delle sfide che nella tipologia dei nemici, poco vari e troppo simili tra loro. Difetti evidenti che peggiorano in modo inevitabile la valutazione complessiva del prodotto, senza rovinare eccessivamente il divertimento che proverete nel giocarlo.
Dark Beauty
Passiamo adesso ad analizzare il comparto tecnico di Vermintide II, e dobbiamo ammettere che il lavoro svolto dagli sviluppatori è sicuramente di discreta fattura. Il Bitsquid Engine svolge egregiamente il proprio compito, impreziosito da texture pulite e dettagliate. L’ottimo level design fornisce ambientazioni curate in ogni aspetto, ricche di effetti particellari capaci di rendere l’esperienza molto spettacolare. Anche il frame rate si attesta su di un buon livello, e capita raramente di notare dei pesanti rallentamenti nelle situazioni più concitate. Altra nota di merito va ai server del gioco apparsi stabili e performanti, in grado di sostenere l’azione frenetica senza un lag eccessivo e soprattutto senza fastidiose disconnessioni. Gli unici nei che abbiamo riscontrato riguardano le animazioni, non sempre realizzate con la giusta dovizia di particolari, e le frequenti compenetrazioni poligonali, che alcune volte vi mostreranno i nemici incastrati nelle pareti e negli edifici.
Giocato con le cuffie il comparto sonoro di Vermintide II da il meglio di sé. Infatti utilizzando la funzione presente nei settaggi iniziali del titolo, l’esperienza risulterà molto più immersiva e coinvolgente. Anche in questo caso gli sviluppatori sono protagonisti di un’opera di indiscutibile qualità. Le tracce musicali accompagnano in modo ispirato tutte le situazioni proposte, e si lasciano piacevolmente ascoltare sia nelle versioni orchestrali sia nei martellanti ritmi di guerra. Il discorso vale anche per gli effetti sonori, perfettamente inseriti nel contesto, tanto realistici nel riprodurre l’eco delle ambientazioni claustrofobiche quanto indovinati nelle dinamiche della battaglia. Il cozzare delle lame, le urla degli avversari agonizzanti e soprattutto il grande campionario dei fruscii e versi dei mostri nascosti nell’ombra, contribuiscono sensibilmente alla componente survival horror del gioco, rendendo il tutto più inquietante.
Una Sorpresa Gradita
In conclusione Warhammer: Vermintide II è sicuramente un dark fantasy di buon livello. La versione PlayStation 4 non differisce da quelle pubblicate in precedenza e ne ricalca tutti gli aspetti positivi e non. Nonostante la tipologia di appartenenza, il gore delle sequenze lo rende consigliato ad un pubblico adulto visto che la violenza è presente e fortemente accentuata. Le piccole sbavature descritte non rovinano un esperienza di gioco coinvolgente e piena di adrenalina, che non mancherà di appassionare tutti gli amanti del genere. Le battaglie del titolo ricordano in molti aspetti quelle viste nella trilogia cinematografica de “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson, con le differenze che le vivrete in prima persona e saranno molto più cruente. Che siate o meno fan di Warhammer vi consigliamo di dargli una possibilità, potrebbe essere una delle sorprese finali di questa stagione videoludica.