“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza ma tre indizi fanno una prova”. Non potevamo non iniziare questa recensione con una perla della più famosa scrittrice di romanzi gialli al mondo, Agatha Christie. E mai più appropriate giungono queste parole all’uscita imminente nei cinema di Assassinio a Venezia (A Haunting in Venice), terzo film diretto da Kenneth Branagh che vede come protagonista Hercule Poirot, protagonista dei romanzi della Christie.
I due film predecessori sono rispettivamente Assassinio sull’Orient Express del 2017 e Assassinio sul Nilo del 2022. Dopo due esperimenti accolti tiepidamente sia dal pubblico che dalla critica ci ritroviamo ora al terzo capitolo che promette davvero di lasciare una svolta positiva alla trilogia, portando una ventata di freschezza e… brivido nel mondo dell’enigmatico investigatore Hercule Poirot. A noi è piaciuto molto e saremo qui per aiutarvi a capire se il film è l’ideale per voi.
Cast stellare e accenno alla trama (senza spoiler)
Venezia, 1947. Poirot accetta con molto scetticismo e apatia un invito ad assistere a una seduta spiritica nel cuore della laguna veneta in una notte di tempesta. Con la sua spiccata razionalità e senso del controllo, la mente dell’investigatore sarà messa a dura prova quando una morte improvvisa di uno dei partecipanti alla seduta porterà tutti a credere che in quel palazzo si nasconda qualcosa di ancora più oscuro.
Sarà realtà? Sarà frutto dell’immaginazione? Oppure c’è dell’altro?
Con la trama ci fermiamo qui in quanto è giusto che lo scopriate direttamente voi stessi andando al cinema! Parlando di cinema è naturale spendere due parole al cast stellare che si unisce a Kenneth Branagh. Tra i personaggi più noti si annoverano Kelly Reilly, Jamie Dornan, Tina Fey, l’attrice premiata agli Oscar del 2023 Michelle Yeoh e Riccardo Scamarcio come rappresentante italiano.
Un giallo….dalle sfumature Horror
Gli inglesi lo chiamano in gergo “Whodunnit” mentre per noi è più conosciuto come il genere “Giallo”. Assassinio a Venezia riporta sul grande schermo il genere giallo nella sua forma più classica, rendendo il film godibile per tutti gli spettatori, adulti e anche bambini al di sopra dei 6 anni! Un aspetto interessante che traspare già dal trailer è come la componente crime riesca a mescolarsi perfettamente con atmosfere dal taglio thriller e soprattutto horror.
Questa bicromia stilistica è evidenziata molto bene dalla fotografia a cura di Haris Zambarloukos, nella quale i toni cupi e tetri delle ambientazioni misteriose notturne sono alternati a fonti di luce artificiale che riescono a creare nel buio degli interessanti effetti “vedo-non-vedo”.
Scenografie di John Payl Kelly e musiche di Hildur Guðnadóttir aiutano il film ad immergersi ancora più in profondità nell’alone di mistero, mentre raccordi sonori e il coinvolgente alternarsi delle inquadrature soggettive e oggettive rendono il montaggio di Lucy Donaldson a prova di film horror!
La Venezia che tanto piace all’America
Persone in maschera che avanzano silenziosamente nel buio della notte passando per i canali in gondola, le ambientazioni di questa Venezia sono proprio quelle che vediamo in quasi tutti gli altri film statunitensi. Una città magica, eterea, romantica, che sa far parlare di sé anche senza dialoghi. Ok, i più pignoli potrebbero pensare che si tratti dell’ennesima americanata girata in Italia ma in fin dei conti non è bello vedere una città italiana così idolatrata dal pubblico americano?
Concentrandoci un momento sulla sceneggiatura e sulle scelte stilistiche che hanno portato allo sviluppo della storia, riconosciamo che i toni più classici del genere giallo potrebbero non generare grande entusiasmo agli occhi degli spettatori più esigenti. A parte qualche svolta narrativa un po’ prevedibile noi vi diciamo di dare una possibilità ad Assassinio a Venezia. Se non vi sorprenderà per la trama vi sorprenderà di sicuro per le ambientazioni e per il comparto tecnico!
Credere all’impossibile?
Vogliamo infine concentrarci su un aspetto legato al sottotesto del film: lo scontro costante tra il lume della ragione e l’oscurità dell’ignoto, dei fatti che non possono essere provati dalla scienza. Cosa accade dopo la morte? E’ lecito credere in qualcosa di ultraterreno? Quello che vediamo attorno a noi è influenzato da forze esterne oppure il più delle volte è solo il frutto della nostra suggestione?
Forse sono domande un po’ troppo “esistenziali” ma sicuramente vedendo questo film, oltre a divertirvi insieme a tutta la famiglia, qualche domandina esistenziale vi passerà per la testa!
Perché, proprio come dice Poirot: i fantasmi del passato riaffiorano sempre. Siano essi reali, oppure no.
Recensione scritta da Ruben Zumpano