Siamo a poco meno di due mesi dalla partenza verso le stelle di Starfield, la nuova produzione di Bethesda in arrivo su Xbox Series X/S e PC. Con l’ultimo Starfield Direct abbiamo finalmente avuto modo di capire in maniera dettagliata che tipo di prodotto sarà questa nuova IP, e le notizie arrivate nei giorni successivi non hanno mancato di generare discussione, hype, delusione, innescando gli ormai consolidati meccanismi di entusiasmo e scetticismo che ruotano intorno al lancio di una nuova produzione.
Io faccio parte della fetta di fan che, appena terminato di vedere lo speciale del mese scorso, ha semplicemente iniziato a volare altissimo, a sentire di nuovo quel “friccicore” (tipico termine per indicare attesa che usano a Roma e dintorni) in merito all’iniziare a contare i giorni che mi separano dall’arrivo del gioco, andando a scomporre mentalmente frame per frame il video per cercare di capire quanto mi divertirò ad esplorare i pianeti di Starfield. Ovviamente ho evitato di perdermi in frasi del tipo “oh quanto sono belle le rocce in Starfield” come hanno fatto molti utenti, ma mi sono catapultato subito con la mente a tutto quello che si potrà fare, a come ho intenzione di perdermi nella galassia, di come voglio esplorare ma soprattutto vivere l’esperienza, che sembra davvero promettere qualcosa di unico e diverso dai tantissimi titoli dove lo spazio è protagonista.
In viaggio verso le stelle
Non appena lo Starfield Direct è terminato subito, all’interno della nostra redazione, si è acceso un dibattito su quanto era stato mostrato sul gioco. La posizione emersa è quella di un’accoglienza positiva, e quanto mostrato ha scatenato un generale entusiasmo, pur con qualche remora da parte di qualcuno per questo o quel motivo. Personalmente sono un fan dei giochi ad ambientazione spaziale, e nel corso degli anni li ho recuperati praticamente tutti, da No Man’s Sky, passando per Elite Dangerous fino ad arrivare a Star Citizen, e a mio modo di vedere Starfield sembra essere in grado di far coesistere in maniera eccezionale tutte queste esperienze, aggiungendoci però qualcosa di suo. Dal titolo di Hello Games ha sicuramente ripreso l’elemento esplorativo, con i tantissimi pianeti da visitare, ma anche in alcuni dettagli di gameplay come la possibilità di modificare pezzo per pezzo la propria nave, con anche una punta di Kingdom Hearts, perché sì: il sistema di modifica e di costruzione della propria astronave sembra quasi il sistema di costruzione delle gummiship della produzione di Square Enix, o quanto meno me lo ha ricordato.
Dalla produzione di Frontier e da quella di Cloud Imperium Games invece ha ripreso i combattimenti a terra, che sono praticamente gli stessi, ma con un sistema che richiama anche i più recenti capitoli di Far Cry per quanto riguarda la componente RPG, mista ovviamente allo stilema delle grandi produzioni Bethesda del passato quali The Elder Scrolls e Fallout. Tutto questo mix di componenti, che a ben vedere sembra non portare nulla di particolarmente nuovo in un settore dl mercato estremamente saturo di produzioni, mi ha fatto scattare una scintilla, perché in realtà Starfield potrebbe riuscire dove gli altri hanno fallito per un elemento fondamentale: la trama.
Starfield infatti SEMBRA, e lo scrivo maiuscolo, sembra avere quell’elemento in più rispetto alle varie produzioni a tema spaziale che ho precedentemente citato e da cui pesca a piene mani: la presenza di una trama narrativa principale infatti lo porta a distinguersi. L’unico che fa qualcosa in questo senso è No Man’s Sky, che effettivamente ha una storia da seguire, ma resta comunque un elemento abbastanza marginale, e il giocatore viene spinto ad esplorare piuttosto che andare a fondo della storia dell’Esploratore. Ovviamente esistono tantissimi altri giochi ad ambientazioe spaziale che hanno una storia e una trama, come Mass Effect per citarne uno, ma in quel caso manca tutta la componente esplorativa dell’universo aperto, e quindi in questo caso non si possono paragonare i giochi di BioWare con questo di Bethesda.
Arriviamo anche ad un altro punto critico, che ha posto Starfield al centro di diverse polemiche: i 30FPS su Xbox Series X/S. Personalmente non sono mai stato un fan dei 30 FPS e delle modalità Qualità, cui ho sempre preferito la modalità Performance ove disponibile perché abituato ormai a giocare a 60 FPS con una qualità grafica minore. Ma Starfield è riuscito a conquistarmi al punto tale che in questo caso farò un’eccezione, e a meno che la versione Xbox non sia una vero e proprio disastro, non ci saranno problemi. Questo però è un punto che potremo chiarire solo una volta che avremo messo mano al gioco completo, e questa polemica mi ha messo di fronte ad un dubbio: “Perché dobbiamo criticare ciò che non possiamo provare con mano”? Finora abbiamo visto solo dei filmati del gioco, diamogli il tempo di uscire e di provarlo prima di affossarlo perché “è assurdo che un gioco non abbia i 60 FPS“. Diamo tempo al tempo.
In conclusione
Starfield è sicuramente uno dei titoli che più aspetto per quest’anno, secondo solo al già uscito Final Fantasy XVI, che ho finito e mi ha lasciato dentro una sorta di “spazio vuoto”, da colmare con un altro gioco enorme che non vedo l’ora di giocare. Potenzialmente, per quanto mostrato finora, la nuova IP di Bethesda potrebbe essere seriamente un “game-changer”, sia per quanto riguarda lo studio, ma anche per quanto concerne la presenza di Microsoft nel mondo del gaming. Il gioco ha infatti l’aria di essere una killer app, che potrebbe portare più di qualche utente ad affacciarsi al mondo di Xbox, che, complice anche tutto l’affaire legato ad Activision, ha davvero bisogno di un qualcosa che lo possa rendere ancora più attrattivo.
E voi cosa ne pensate di Starfield? Diteci la vostra nei commenti!