Nonostante siano forse la pagina più buia della storia dell’umanità, è indubbio che le due guerre mondiali del ‘900 (in particolare la seconda) sono sempre state delle ambientazioni molto utilizzate sia per quanto riguarda i libri, i film e anche i nostri amati videogames. Nel nostro media preferito infatti sono molti i giochi che ci hanno riportato a quei tristi giorni, basti pensare all’ampio genere degli FPS ed in particolare, naturalmente, ai Call of Duty che più di ogni altro titolo hanno avuto successo in questo campo. Ma abbiamo solo sparatutto con questa ambientazione? Non proprio: gli sviluppatori di Portal Play e il publisher Super.com hanno infatti deciso di attaccare questo argomento oramai parecchio inflazionato da un’altra prospettiva, portandoci Broken Lines, un RPG-tattico che ricorda parecchio da vicino i vari Total War.
Per chi non conoscesse il titolo, stiamo parlando di un gioco di ruolo tattico a turni con classica meccanica “pausa-azione” (chi ricorda i vecchi Baldur’s Gate?) con la quale possiamo impartire i comandi ai soldati del nostro gruppo per completare le missioni lineari ad obiettivo che caratterizzano i diversi stage della campagna principale.
La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri
Facciamo un passo indietro: ci troviamo nel 1944 in un paese tedesco, un gruppo di soldati britannici sono sopravvissuti ad un disastro aereo e cercano freneticamente di ritrovare gli eventuali superstiti nel tentativo disperato di ritornare sani e salvi in patria. Per riuscire nell’impresa avremo a disposizione un massimo di otto soldati ciascuno con le sue abilità e la sua caratterizzazione in un gioco che punta molto a narrare la storia attraverso i serrati dialoghi tra i protagonisti e i loro avversari nazisti. La campagna principale si divide in tre capitoli ben distinti e può contare su una discreta longevità anche grazie alla buona componente narrativa, nonostante la mancanza di localizzazione in lingua italiana potrebbe costituire un problema per chi non è in grado di comprendere l’inglese a discreti livelli tenendo conto anche di alcune espressioni slang particolari.
I dialoghi tra i personaggi come da tipico gioco indie sono spesso ironici ma non mancano di stupire soprattutto in occasione di alcuni colpi di scena ben congegnati che vi obbligheranno a rimanere concentrati sull’azione che raramente ha momenti morti: prendetevela con calma perché questo viaggio vi coinvolgerà e ne varrà sicuramente la pena.
Gli uomini sono in guerra tra loro, perché ogni uomo è in guerra con se stesso
Passando al gameplay un punto decisamente a favore del titolo è la complessità e la profondità dello stesso, in tale senso infatti ci sentiamo di promuovere il lavoro degli sviluppatori che sono stati in grado di basarlo su meccaniche ben eseguite grazie anche ad una notevole varietà di situazioni. Doveroso menzionare anche che il titolo è piuttosto ostico (specie ai livelli di difficoltà superiori) e l’ormai immancabile meccanica del permadeath potrebbe scoraggiare alcuni giocatori dal proseguire: vi consigliamo di tenere particolarmente d’occhio le barre delle percentuali (rosse e verdi, cioè del nemico e nostre) per colpire nonché alla componente numerica di ogni azione che dovrà essere ben ponderata nonostante i vari checkpoint presenti nel gioco dovrebbero darvi una mano.
Un’altro aspetto importante del gameplay è la classica meccanica della copertura che sarà davvero importante per mettere al sicuro alcuni soldati che all’occorrenza potranno provare a rianimare quelli caduti cercando di non farsi scoprire dal nemico. Le sezioni da giocare insomma abbondano e sono ben congegnate, nonostante le ambientazioni siano molto ripetitive (e poco fedeli a qualsiasi cenno storico sfortunatamente) e purtroppo il sistema di gestione degli oggetti lasci molto a desiderare: le armi in particolare sono davvero poche e avremmo sicuramente auspicato maggiore cura per questo aspetto, nonostante globalmente c’è di che essere soddisfatti.
Una giornata di battaglia è un giorno di raccolta per il diavolo
Concludiamo la nostra recensione spendendo qualche parola sul lato tecnico del titolo. Per quanto riguarda la grafica il lavoro svolto da Portal Play è più che discreto considerando anche i dettagli e i modelli dei personaggi nonostante la scarsità di animazioni degli stessi e anche il frame-rate è piuttosto stabile. Pure la colonna sonora è da promuovere ed accompagna molto bene sia l’azione frenetica sia le parti più tranquille davanti ad un fuoco come la più classica quiete prima della tempesta.
Lo stile tipico della visual novel di questo titolo risulta dunque bello da vedere anche se è sicuramente doveroso registrare diversi difetti nell’IA dei nemici: spesso tendono o a muoversi troppo avanti e indietro esponendosi a colpi evitabili o a svolgere azioni piuttosto strane, non un difetto grave che rovini l’esperienza ma sicuramente si poteva fare meglio in questo campo.
Conclusioni
In conclusione ci sentiamo di consigliare Broken Lines sia ai fan dei GDR tattici sia ai fan in generale delle ambientazioni a sfondo storico, il titolo sarà in grado di intrattenervi e coinvolgervi sia con il suo buonissimo gameplay che con la sua storia interessante e ottimamente gestita. Peccato che alcuni difetti come le ambientazioni un po’ spoglie, gli svariati menù di gestione non eccelsi (oltre a quello citato degli oggetti anche l’HUB centrale potrebbe essere fatta meglio) e l’IA dei nemici rivedibile penalizzino un po’ questo titolo e non gli consentano di entrare di diritto nell’elite del genere. Detto questo se avrete l’occasione di mettere le mani su questo titolo ad un prezzo abbordabile (dovreste essere in grado di trovarlo sui 20-25 euro massimo) dategli una chance, non ve ne pentirete.